giovedì, agosto 17, 2006

Invasione spezzata




Parlavo ieri del vuoto televisivo che caratterizza tutte le estati italiane. Esiste però una strana eccezione: si chiama "Invasion" ed è un telefilm americano in onda il mercoledì sera su Canale 5.
La serie, di carattere fanta-thriller, ricalca, a livello di pathos, un prodotto affermato come "Lost" e qui in Italia funziona molto bene, visto quello che passa il convento.
Con "Invasion" siamo nella cittadina di Homestead dove, a seguito di un uragano durante il quale misteriose luci compaiono nell'acqua, alcuni fatti strani si verificano: il comportamento di numerosi cittadini, sopravvissuti alla catastrofe, è cambiato profondamente.
Tutti costoro hanno in comune il fatto di essere stati ritrovati miracolosamente vivi in prossimità del fiume. Si scopre, quindi, che queste persone hanno subito una mutazione, divenendo degli ibridi, in parte umani e in parte alieni.
Il mistero che avvolge questa vicenda si dipana nel corso della serie che, complessivamente, risulta piacevole e avvincente. Negli Usa, "Invasion" ha avuto un discreto successo ma non ha
sfondato. A detta di molti, la lentezza dei primi episodi ha annoiato molto il pubblico statunitense. Solo i più pazienti hanno potuto godere dei momenti migliori, che sono arrivati in seguito, a metà del racconto.
Morale: "Invasion" è stato cancellato dopo una sola stagione e, quindi, non ci sarà un seguito.
Purtroppo, la decisione di troncare la serie è stata presa dopo la realizzazione dell'ultimo episodio della prima stagione che, come prevedibile, si è concluso con una serie di colpi di scena mozzafiato ed un finale apertissimo, il classico "cliffhanger".
Ergo, anche in Italia, non aspettiamoci la fine di "Invasion": il telefilm si chiuderà con una situazione drammatica che lascerà tutti con il fiato sospeso, ma non ci sarà conclusione. Mai.
Nessuna stagione due a finire le cose lasciate a metà. Regole del mercato, degli ascolti, del successo. Chi segue, il pubblico, conta gran poco. Peccato.

mercoledì, agosto 16, 2006

Bisogna per forza pagare Murdoch?


Ferragosto è andato e, tra pochissimi giorni, arriverà Settembre, mese del rientro dalle ferie e della, a volte dolorosa, ripresa della vita di tutti i giorni.
Come tutti gli anni ciascuno di noi tornerà nel pieno dell'attività lavorativa, interrotta per le ferie o comunque alleggerita dal senso di ozio che l'estate genera. La cosa che più mi preoccupa è il ritorno della normale autocelebrazione televisiva. Esempio della restaurazione annuale di divetti e divette del piccolo schermo è la ripartenza del reality-show più riuscito in casa Rai, "L'isola dei famosi" che giungerà quest'anno alla sua quarta edizione. Quando torna la Ventura, significa che si riprende. Dopo tre mesi di nulla televisivo, il che significa convinzione da parte dei direttori dei palinsesti che tutti gli italiani se ne stiano sotto l'ombrellone a Porto Cervo per tutta l'estate, riprende l'offerta, ossia il nulla di contenuti. La televisione, dal punto di vista della qualità, è caduta veramente in basso, si sa. E' precipitata a tal punto da essere da quoziente intellettivo zero. Quando gli italiani erano più ignoranti, la televisione era molto più colta. Ora le cose si sono invertite. La tv è becera, provinciale, prevedibile e noiosa. Gli italiani, in parte, sono migliorati, dal punto di vista della cultura. Ergo, quasta televisione non rispecchia più il Paese. Rispecchia solo un meccanismo fatto ad arte per gli sponsor, le telepromozioni, l'Auditel e tutto il resto. E' in piedi solo una grande famiglia di televisioni commerciali. La Rai che insegue Mediaset sull'onda della demenza. L'informazione ridotta a un rotocalco (in primis Studio Aperto, che definire telegiornale è un insulto all'intelligenza). I politici onnipresenti. Vespa che ronza tutte le sere. Possibile che non ci sia scampo, da tutto questo? Bisogna per forza pagare Murdoch?

venerdì, agosto 11, 2006

Bombe


In Libano si muore sotto le bombe.
Le bombe, intanto, potrebbero volare sopra le nostre teste, contenute in aerei di linea carichi di civili.
Londra ha sventato una serie di attentati micidiali. Un gruppo di
24 voleva fare una strage, un martirio.
Incomprensibile, folle, inammissibile: continuo a pensare che un po' di ateismo farebbe bene al mondo. Almeno, chi manovra questi imbecilli, non li troverebbe pronti a sacrificarsi.
Naturalmente, questo fatto ha rivitalizzato tutti gli sponsor dello
scontro di civiltà. Israele bombarda e, coincidenza, l'Occidente si sente di nuovo minacciato, rispolvera vecchi ricordi orribili (11 Settembre 2001 e successivi).
Il cowboy Bush rialza la testa, che teneva china da un bel po', visto il fiasco iracheno.Che mondo strano, che situazione assurda.Ci sono un sacco di cose che non tornano. Le coincidenze non convincono. Eppure, non ci sono elementi per capire.L'unica certezza è che, a rimetterci la vita, sono sempre e solo gli innocenti. Tutti noi, ignari della vera entità del gioco, con il petrolio che costa sempre più, con lo scacchiere da ridisporre.
Un giorno, la storia farà luce su questo tempo malato.Per ora, molti seguono sgomenti. Alcuni, altrettanto sgomenti, si fanno domande senza risposte. Forse, nulla è come sembra.

martedì, agosto 01, 2006

Israele dovrebbe fermarsi


Non credo di saperne abbastanza riguardo i problemi del Medio Oriente. Probabilmente sono in buona compagnia, data la complessità del tema che da decenni rende incandescente quello sventurato angolo del mondo.
Riconosco il diritto di uno stato come Israele a difendersi da chi ne vorrebbe la sua distruzione. Riconosco altrettanto, però, le istanze dei palestinesi che sono oppressi e umiliati da troppo tempo.Non condivido l'uso del terrore per risolvere tali conflitti nè lo giustifico, sebbene sappia come l'esasperazione porti agli atti più estremi.
Eppure... eppure mi vien la nausea a vedere quello che sta succedendo in Libano in questi ultimi giorni. Mi vien la nausea quando vedo i bambini morire sotto le bombe, come è successo a Cana e come succede anche mentre scrivo.
La popolazione civile libanese sta pagando un tributo di sangue smisurato a seguito delle azioni di Hezbollah che hanno scatenato la durissima rappresaglia israeliana.
Quando si muove, Israele ci va giù pesante e, per stanare i cosiddetti terroristi, sta radendo al suolo il sud del Libano, causando morte a volontà. Non posso condividere questo atteggiamento. Non lo condivide la maggior parte del mondo, con il solito distinguo del cowboy Bush, che passerà alla storia come uno dei presidenti Usa più sciagurati, come quello che sta facendo detestare gli Stati Uniti quasi a tutti.
Israele dovrebbe fermarsi. Ma non intende farlo e la macelleria rimarrà aperta. Tutto questo, ribadisco, mi nausea.
Sono anche stufo di vivere in un mondo dove chiunque contesti un'azione israeliana viene bollato come antisemita. E' un'equazione miserabile. Mi inchino alla tragedia degli ebrei avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma aver rispetto e dolore per l'olocausto non implica giustificare qualsiasi scelta essi facciano.
Quindi lo posso dire senza vergogna: Israele sta esagerando, sta commettendo uno scempio schifoso. Oggi. Il passato è altra cosa.