giovedì, maggio 31, 2007

Le mie caramelle a +118%

Un tempo, con 1000 lire (cara Montessori!) potevi comprare almeno uno dei seguenti articoli:
1 quotidiano
1 caffè
1 pacchetto di caramelle
1 biglietto dell'autobus
1 gratta e vinci
e molto altro.
Oggi, con l'equivalente in euro, cioè 0,52 centesimi, non ti compri nulla di tutto questo. Mentre, con molta probabilità, pur tenendo conto dell'inflazione, con 1000 lire alcune di queste cose, nel 2007, potresti ancora acquistarle. Ad esempio, se nel 2001 un pacchetto delle mie caramelle preferite costava L. 800, non credo che oggi costerebbe L. 1743 (+118%!!!). Perchè, se così fosse, avrei smesso di comprarle, mandando al diavolo chi le produce e chi le vende. Invece, accecato come tutti dalla moneta europea, le sto pagando proprio 1743 lire, dato che costano 90 centesimi.
Dividendo le 943 lire per i 5 anni trascorsi con l'arrivo dell'euro, ho un aumento medio di circa 189 lire all'anno.
Da questa piccola constatazione, sbattendomene altamente di tanti e tanti discorsi, dell'Istat e del mercato, non posso che essere sempre più certo che l'introduzione dell'euro in Italia è diventato il più grande affare della storia per produttori e commercianti e la più grande truffa a danno dei cittadini. Il tutto nel silenzio delle istituzioni, della politica e della Chiesa che tanto vuol difendere la famiglia. Ci hanno fottuti in maniera magistrale e, maledizione, nessuno ci spiega perchè ciò non è stato impedito. Io avrei la mia teoria... ma per il momento ve la risparmio.

AntiQuestiPolitici


Faccio difficoltà a commentare i risultati delle ultime elezioni amministrative. Posto che nel mio Comune si va al ballottaggio e che i giochi sono ancora aperti, è evidente che quanto è successo sia una sonora sberla al centrosinistra che da un anno governa anche a livello nazionale. Il Nord ha punito fortemente tutti i suoi candidati ed è inevitabile fare riferimenti a Prodi e gli altri. Al di là della semplica evidenza che chi governa viene tendenzialmente punito a tutte le consultazioni di "mid-term" (anche se, mi chiedo, ciò non succederebbe se governasse bene) siamo decisamente ad un punto di rottura. Il governo Prodi è già bollito. Diciamo pure che è nato bollito, causa il "porcellum" di Calderoli e/o altre cose strane (perchè nessuno ha preso sul serio Deaglio?). Ma se un anno fa l'aver battuto Berlusconi per un pugno di voti costituiva comunque una mezza spinta a governare, oggi ogni entusiasmo si è spento. Finito. Lo testimoniano le manovre dei singoli partiti, dediti solo a definire i tatticismi del dopo-Prodi: l'irrequietezza di Mastella, la nascita di Sinistra Democratica, il cantiere del Partito Democratico, la ricollocazione dell'Udc, i fermenti nella Lega, i proclami di Montezemolo e via dicendo.
Quest'esperienza, che dalla Fabbrica del Programma di Bologna in poi doveva portare a un'Italia nuova, libera da Berlusconi e propulsiva per il rilancio del sistema Paese, è morta sulla culla.
Perchè? Beh... è evidente che il tutto sia legato al Senato, dove il governo Prodi ha il terrore di andare in minoranza ogni volta che porta qualche legge, anche la più innocua. Per cui, per galleggiare, per non dover tornare al Quirinale, l'esecutivo evita ogni rischio. E' una sorta di equilibrismo che, pur mantenendo in piedi questa maggioranza, di fatto la blocca in ogni scelta e la priva di qualsiasi spinta. Il programma dell'Unione, quello di 281 pagine, non sarà quindi mai realizzato. Punto.
Eppure, qualcosa è stato fatto, all'inizio: le liberalizzazioni di Bersani sembravano un buon punto di partenza per modernizzare questa nazione, incatenata dai mille privilegi delle lobbies. Sembrava una svolta epocale. Poi, per paura di pestare troppi piedi, le liberalizzazioni in realtà stanno oggi molto più sulla carta che nei fatti.
Altro argomento positivo, il risanamento (mortificato oggi da quella parola da fumetto, il "tesoretto", che ridicolizza ogni risultato) che si è di fatto avviato. Merito di Prodi, di Padoa-Schioppa e, forse maggiormente, della congiuntura internazionale. Risanamento ottenuto con una legge finanziaria difficile, dura: una finanziaria che la gente ha percepito come ennesima violenza alle proprie tasche. E, se Prodi se ne andrà presto, non ci sarà il tempo per fare qualcosa che compensi la percezione di quella finanziaria ed il suo governo, più che per il risanamento, sarà facile bersaglio per i berluscones che lo chiameranno, ancora una volta, "il governo delle tasse".
Vuoi mettere la faciloneria di bilancio di un Tremonti, che già scalpita per tornare all'economia al fine di papparsi tutto quello che è stato aggiustato in questi mesi?
Tornando agli eventi, qualcosa si frantuma definitivamente a Febbraio di quest'anno, quando il governo si dimette (per poi avere il rinvio alle Camere) dopo la faccenda del voto sull'Afghanistan (ringraziamo ancora Rossi e Turigliatto): Prodi capisce che non può governare, svegliandosi dall'illusione che si era regalato. E inizia il vivacchiare, l'animazione sospesa dell'esecutivo.
Pensando a quello che non è stato fatto e che non si farà c'è da rabbrividire: la legge Biagi è ancora lì, con i sindacati che non strepitano più ma sembrano considerarla un dato di fatto; il conflitto di interessi non è stato risolto; non sono stati presi dei provvedimenti che liberino la Rai dall'influenza dei partiti e nemmeno esiste ora una riforma del sistema televisivo che superi l'infame legge Gasparri. Per non parlare del sistema giudiziario in toto, di cui nessuno si è più occupato. O della famigerata legge 40 del 2004 sulla procreazione assistita che, fallito il referendum, ancora è la spina nel fianco di tante coppie italiane.
Insomma, tutti i nodi che hanno fatto indignare metà degli italiani per cinque anni sono ancora lì. E lo saranno al ritorno di Berlusconi. Lui, che tornerà con una legge elettorale seria che non lo metterà nello stesso pantano di Prodi, un pantano che si chiama ingovernabilità.


Ecco perchè alle amministrative il centrosinistra perde: perchè ha deluso, perchè non riesce a governare, perchè Calderoli lo ha strangolato nella culla quando è tornato al governo. Perchè, poi, i suoi rappresentati dovrebbero seriamente pensare a far qualcos'altro, nella vita. Più che antipolitici, bisognerebbe diventare antiquestipolitici.

mercoledì, maggio 30, 2007

It's no sacrifice at all


Quando ho lasciato la mia azienda, nella quasi convinzione di non tornarvi più, ho cancellato praticamente tutte le mie cose private dall'hard disk, compresi un sacco di mp3 che mi facevano compagnia nelle ore di lavoro. Potevo ascoltare un sacco di musica di ogni genere, tanto era il repertorio che avevo accumulato. Naturalmente non erano brani da me scaricati ma, molto spesso, "passati" da colleghi.
Ora che sono tornato, sono praticamente senza musica. Ho soltanto una raccolta di Elton John che contiene un sacco di successi della popstar inglese: da "Rocket man" a "Sacrifice", da "Your song" a "Candle in the wind", da "Sorry seems to be the hardest word" a "Crocodile rock". Così, costretto a questo limite di opzioni, ho riscoperto le vecchie cose di Elton e, ovviamente, di Bernie Taupin. Devo dire che ci sono tante belle cose e che, a dispetto dei suoi capricci da star, ultimo dei quali la cancellazione dei concerti di inizio Giugno a Venezia, il vecchio Reginald ci ha regalato dei brani indimenticabili.
Se il restare senza musica alternativa mi ha permesso di ritrovare Elton John... ne è valsa la pena. Nessun sacrificio, alla fine.

martedì, maggio 29, 2007

Matusalemme, forse...


Dicono che la vita media si sia allungata. E' vero, a giudicare dal numero di anziani che girano nelle nostre città. Gente ancora arzilla, lucida e decisamente in salute (a prezzo, naturalmente, di molte medicine quotidiane). Pensionati fortunati, molti dei quali hanno smesso il lavoro da un paio di decenni ed ora sono dediti a molte attività, non ultima quella socialmente preziosa di badare ai
nipotini. Insomma, l'aspettativa di vita si è decisamente allungata.
Partendo da questo principio e forti del fatto che mantenere questo esercito di nonni ha un prezzo non indifferente, la mia generazione (e quelle che verranno) si troveranno l'età pensionabile notevolemente aumentata. I nostri governanti sostengono che non ci
sarà nulla di male a lavorare almento fino ai settant'anni, visto che vivremo tutti come dei matusalemme.
Questo a dispetto del fatto che, raggiunta la pensione decisamente più vecchi dei nostri genitori, avremo meno della metà dello stipendio (in un sistema contributivo e non retributivo, tralaltro), ci scorderemo il Tfr e, cosa non da poco, le nostre attività socialmente preziose saranno meno energiche dei nostri padri. In aggiunta, a dispetto del fatto che nessuno abbia mai fatto chiarezza sui reali conti dell'Inps: che c'è chi sostiene che quella dell'insostenibilità del sistema pensionistico sia in realtà una grande bufala utilizzata solo per fottere ancora soldi ai lavoratori e, giudicando gli sprechi della politica, qualche fondamento probabilmente esiste.
Ma, si insiste, tanto vivremo tutti di più. L'età media si innalza inesorabilmente.
A questo punto mi chiedo una cosa: e se non fosse vero? Ossia, se in realtà la nostra generazione non fosse veramente destinata a vivere così a lungo? Ne abbiamo una qualche prova consistente?
Abbiamo solo una tendenza, una statistica, delle previsioni. Ma nessuno può dire con certezza che, in media, le persone di 20, 30 o 40 anni siano destinate a raggiungere gli 80-90 anni. Nessuno ci è ancora arrivato, no?
Perchè ho questi dubbi? Perchè con l'inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici, i cibi che mangiamo, i farmaci, le onde elettromagnetiche che (cellulari in primis) ci attraversano 24 ore al giorno e via dicendo, chi potrebbe affermare senza ombra di dubbio, che vivremo più a lungo dei nostri nonni o dei nostri genitori? Pensate che beffa se, tra una trentina d'anni (magari
prima di andare in pensione) cominciassimo tutti a morire come mosche per qualche diavoleria che il progresso ci ha regalato.
Quello che voglio dire è che, visto i tempi che corrono su questo pianeta malato, affermare che un trentenne oggi è destinato a raggiungere i novant'anni e che per questo deve lavorare fino alle soglie dei settanta non mi sembra la cosa più rassicurante che si possa dire. Preferirei mollare il lavoro prima dei sessanta, avendo più vitalità, godermi la pensione una decina d'anni e poi sperare, quando inizierò a perdere la lucidità, che qualcuno mi dia una dolce morte. Già. Perchè poi, anche se si vivesse di più, l'idea di trascinarmi come una mummia fino a novant'anni facendomi cambiare il pannolone da qualche badante, mi sembra agghiacciante.
Chiediamoci anche questo: magari si arriverà anche ai novanta, ma come? In quale stato?

lunedì, maggio 28, 2007

Finali di stagione


Siamo nel periodo dei "season finale" delle serie americane, ovvero degli ultimi episodi prima della pausa estiva. Tutti i serial stanno terminando con la chiusura di parte delle trame della stagione corrente e, ovviamente, lasciando il telespettatore col fiato sospeso sino alla ripresa autunnale (episodi detti "cliffhanger").
Vediamone due in particolare:

----ATTENZIONE SPOILERS
"Desperate Housewives" ha finito la sua terza stagione con l'episodio 3x23 dal titolo "Getting married today" dove:
1) Lynnette ha la conferma di essere malata di cancro e si prepara ad affrontare la chemio e, inaspettatamente, anche l'invadenza della madre, giunta a Wisteria Lane;
2) Gabrielle sposa Victor Lang, il nuovo sindaco di Fairview scoprendo subito dopo di essere stata da lui manipolata per fini elettorali. Per ripicca, si getta tra le braccia dell'ex-marito Carlos; 3) Dopo tre anni di tira e molla, Susan sposa Mike con una cerimonia semplice alla quale partecipano solo il prete e sua figlia Julie;
4) Dopo diversi episodi di assenza (dovuta alla maternità dell'attrice Marcia Cross) tornano in scena Bree ed Orson, impegnati in uno stratagemma per nascondere la gravidanza indesiderata della figlia di lei Danielle: Bree sta infatti fingendo di essere incinta per attribuirsi il bambino.
5) Scaricata da Carlos quando questi scopre che continua a prendere la pillola, Edie cade in depressione: la serie si chiude con il suo (apparente) suicidio. Infatti l'ultima scena inquadra i piedi dondolanti di Edie, che si è impiccata.

Molto più sconvolgente il finale di "Lost", che chiude con l'episodio 3x22-23 "Through The Looking Glass" la terza stagione. Non l'ho vista, ma dalla rete si scopre che:
1) Si verifica lo scontro finale tra i naufraghi e gli Others: questi ultimi vengono decimati;
2) A Locke riappare il piccolo Walt;
3) Muore un personaggio storico, Charlie Pace (Dominic Monaghan), che si sacrifica per permettere l'accesso ad una stazione di trasmissione.
4) Finalmente viene inviato un segnale di soccorso e, apparentemente, questo è ricevuto. Ma le cose non sono come sembrano.
5) In un flash-forward (non un flashback!), ritroviamo nel mondo civile un Jack distrutto dall'alcool che disperatamente cerca di convincere Kate a... tornare sull'isola per riparare ad un terribile errore. Apprendiamo quindi che almeno questi due personaggi sopravviveranno ma che il loro ritorno a casa sarà foriero di altre disgrazie ad oggi ignote.
----FINE SPOILERS

Intanto mi sto godendo un nuovo serial, iniziato nel settembre del 2006 negli Usa: si chiama "Heroes" e, dopo aver visto l'episodio pilota in originale, credo che mi appassionerà. Soprattutto per il fatto che il tema sono i supereroi e, per un lettore di fumetti Marvel e DC come me, questo è una manna.

venerdì, maggio 25, 2007

Un caldo non ovvio

Ora si che possiamo dire che il tempo è strano. Un caldo così a Maggio non me lo ricordo. Afa mooolto fastidiosa. Per uno come me che il caldo non lo sopporta, è una tortura, specie considerando che non c'è stato l'inverno. Ieri sera stavo sul balcone: non si muoveva una foglia, c'era una cappa umida e sembrava proprio Agosto.
Finalmente ho scritto qualcosa di veramente banale sul tempo. Finiamo l'opera: non ci sono più le mezze stagioni!

giovedì, maggio 24, 2007

Maledetta informatica

Torno per l'ennesima volta sul discorso dell'informatica italiana. Mi sto rendendo conto di quanto questa professione mi sia caduta in disgrazia. Dopo anni e anni di lavoro (credo più che dignitoso), ritengo di aver dato tutto quello che potevo dare. In cambio ho ricevuto molto poco, visto che l'esperienza e il vissuto non contano nulla, almeno nell'azienda dove mi trovo.
Ho provato un po' di tutto, ho sviluppato sia per progetti entusiasmanti che per odiosi gestionali; mi sono diplomato e laureato in questa materia, quindi, oltre che sul terreno, posso vantare anche un background teorico. Ma credo di aver capito una cosa: per come è gestita in questo paese, per come il mercato non guarda per il sottile ma imbarca anche chi ha fatto due settimane di corso finanziato da chissà chi, l'informatica non paga. O, perlomeno, nella mia esperienza di lavoro, non ha pagato. Ergo, vorrei farla uscire dalla mia vita, vorrei non farne più la mia professione. Perchè è assurdo che chi è in grado di scrivere applicazioni multithreading o parser sia ridotto perennemente a gestire dati e form di input: infima manovalanza. Ed è ancora più assurdo che gente che non riesce a fare una banale interrogazione Sql possa permettersi di fare il capo. Sarà la mia azienda che fa schifo, probabilmente: uno schifo maggiore nello schifo generale.

L'informatica non paga. Ne hanno fatto una lavoro impiegatizio e, pertanto, spero che la si pianti di dire che questo paese non investe nella tecnologia: se non si investe nei tecnici, le cose non crescono da sole mediante le presentazioni PowerPoint.
Insomma, questo tipo di lavoro mi ha rotto. Vorrei guardare più lontano, fare qualcosa di diverso.
Ho dato molto all'informatica ed ho avuto poco. Missione fallita. Cambiare rotta, please.

Lupo di mare

Mio suocero aveva il mare dentro. Adorava veleggiare con la sua vecchia barca e sono convinto che solo in quella situazione fosse veramente sereno.
Era una persona onesta, sensibile e malinconica. Faceva di ogni suo ricordo un tesoro personale, al punto da avere la bizzarra mania di conservare praticamente tutto, di non gettare mai nessun oggetto con il quale aveva avuto che fare. Questa sua fissazione lo ha portato, nel corso degli anni, ad accumulare tanta di quella roba da poter riempire degli interi appartamenti.Era iperattivo, correva ovunque ci fosse bisogno di lui e viaggiava spesso per motivi legati alla sua passione: le barche a vela. Aveva una cultura del mare e della navigazione straordinaria. La sua casa è stracolma di libri, cataloghi, foto, quadri e romanzi sul tema ed era un punto di riferimento per molti appassionati.
Sono convinto che ogni suo gesto e ogni sua attività fossero alla fine mirati a tornare lì in mezzo alle onde con la sua barca a vela, da vero lupo di mare.
A volte ho sospettato che potesse avere le branchie, nascoste da qualche parte. Forse per questo, ad un tratto, i polmoni l'hanno tradito: un anno di calvario ed è finita la sua vita, prima ancora di ogni nostra pessimistica previsione.
Sono oltre tre mesi che è successo ma non ho mai trovato modo di scrivere qualcosa su di lui: nei giorni successivi alla sua morte, il 15 febbraio scorso, la concitazione mi ha tenuto lontano dal blog e poi, una volta ripreso a scrivere, l'evento mi pareva ormai lontano.
Ora, però, c'è Luna Rossa che va in finale per conquistarsi l'accesso alla Coppa America: di sicuro lui sarebbe lì a seguire tutto con una passione sfrenata ed una competenza che gli permetterebbe di capire ogni singolo momento delle regate. Per questo motivo mi sembra così ingiusto che lui non possa godersi questa competizione. Pertanto lo ricordo oggi, dopo molte settimane dalla sua scomparsa.
Non credo nell'aldilà e fatico a capire l'aldiquà. Ma se proprio dovessi immaginare il buon Silvano ora, lo vedo a bordo di una barca a vela, abbronzato, dedito alla sua eterna, ultima regata. E in questi giorni, chissà con quale artificio di sua invenzione, si sta godendo l'avventura di Luna Rossa...

mercoledì, maggio 23, 2007

Torcicollo


"Capita a volte di alzarsi la mattina con il collo dolorante e bloccato. Ci si guarda intorno: la finestra è rimasta aperta? Il materasso è troppo morbido, oppure l'ultimo cuscino non è stato un buon acquisto?
La verità è che spesso nemmeno un medico potrebbe illuminarvi sull'origine del torcicollo, una contrattura muscolare che può essere generata da cause molto diverse tra loro. Ciò che si conosce con certezza, invece, sono i movimenti che potete fare se vi trovate improvvisamente bloccati e le precauzioni da prendere se sapete di essere soggetti a questi fastidiosi dolori."

(fonte: http://www.bodylineclub.it/articoli/torcicollo.htm)


Ma porca miseria! Che male! Mi capita sempre più spesso: sto invecchiando! La vita sedentaria, il computer, le ore trascorse dentro un pullman... il tutto provoca queste maledette CONTRATTURE MUSCOLARI DEL COLLO che mi bloccano e mi fanno muovere come un robot. Nell'ultimo anno credo di aver avuto il torcicollo almeno una dozzina di volte.

Antipolitici noi ?

In questi giorni, complice una ricerca di Ilvo Diamanti uscita su "Repubblica", va di moda il dibattito sul rapporto tra italiani e politica. Le conclusioni di Diamanti e, successivamente, di alcuni leader politici (come D'Alema) hanno portato alla questione della "disaffezione dei cittadini dalla politica". In pratica, saremmo tutti "antipolitici", non avendo fiducia nei partiti, nelle istituzioni e in chi ci rappresenta. Da questo discende anche la questione dell'impopolarità che gode la casta dei parlamentari per il cui mantenimento i costi si sono fatti esorbitanti. Insomma, si discute dei costi della politica e dell'antipolitica.
Un bel dibattito, non c'è che dire.
Io, però, ho nella testa un articolo straordinario (come quasi tutti i suoi) di Curzio Maltese, uscito sul "Venerdì". Maltese sostiene l'esatto contrario delle tesi di questi giorni: gli italiani non sono disaffezionati alla politica. Tutt'altro: siamo il popolo che più va a votare (percentuali altissime); i nostri parlamentari sono i più coccolati del mondo (stipendi e benefit da sogno); le nostre televisione ospitano segretari e affini praticamente tutti i giorni, trattandoli come star; in tempo di elezioni ognuno di noi si spende e spande per essere il cortigiano di questo o quel candidato; da noi i politici condannati in via definitiva non vengono sbattuti fuori dalle istituzioni; e via dicendo.
Quindi, dice Maltese, se consideriamo che in questo paese un politico è praticamente intoccabile e insindacabile, dov'è tutta questa antipolitica? E' vero. In questi giorni si gioca con questa parola ma, nei fatti, siamo antipolitici della domenica. Chi ci rappresenta non si preoccupi troppo: la rivoluzione non verrà.

martedì, maggio 22, 2007

Ascolta il tuo curato


Che vorrei vivere in uno stato laico l'ho detto più volte. Che abbia perso la speranza di vedere la Chiesa tenersi fuori dalle scelte politiche è altrettanto vero.Oggi, infatti, le prime pagine dei giornali escono con le parole che il nuovo presidente della Cei, Mons. Angelo Bagnasco, ha pronunciato alla prima assemblea da lui presieduta. Anche il quotidiano che compro abitualmente, La Repubblica, apre così:"Bagnasco: allarme povertà".Mi chiedo come possa essere possibile che le parole di un alto papavero delle gerarchie ecclesiastiche e, quindi, rappresentante di una delle tante religioni del globo siano così fondamentali da meritarsi tanto spazio. Credo sia un problema culturale: ci inculcano fin da piccoli di ascoltare quel che dice il prete, senza discutere. Questi sono i risultati.Solo in Italia succede che, se parla Bagnasco, va in prima pagina. Un po' come un ayatollah, no? Scivoliamo verso una blanda teocrazia, lo ribadisco.Senza contare che altri leader religiosi, come ad esempio il Dalai Lama, capace di dire parole di pace e armonia sicuramente diverse spanne al di sopra di Bagnasco e del dogmatismo anacronistico dell'attuale pontefice, i giornali non se li filano mai. Inutile, siamo un popolo bigotto alla ricerca perenne della benedizione del curato.

P.S. - On. Fassino, ma lo vuole veramente fare il Pd?

lunedì, maggio 21, 2007

Allegriaaaa!!!


Come si fa a non amare Mike Bongiorno? Il suo stile, il suo candore e le sue memorabili gaffes lo hanno reso, in oltre 50 anni di carriera, la vera icona della televisione italiana. Mike è un mito ed è inossidabile. Compie in questi giorni la bellezza di 83 anni ed è ancora in Tv con "Il migliore", un quiz riuscito, lontano anni luce dalla volgarità imperante del piccolo schermo. Il settimanale "Tv Sorrisi e Canzoni" esce oggi dedicandogli la copertina, l'84ma. Come si fa a non amare Mike Bongiorno, quando generazioni di italiani sono cresciute seguendo i suoi programmi nazional-popolari? Io ricordo vagamente il "Rischiatutto" con la Ciuffini e poi, nitidamente, "Flash" (che tempi!), "Superflash", "Pentathlon", "TeleMike" e via dicendo. Mi diverte vederlo ancora arzillo, sempre pronto alle ospitate, divertente nelle pubblicità e impagabilmente imitato da Fiorello. Onore al re del quiz! Lunga vita e... allegriaaaa!

Svoltare /3 (accidenti, che flop!)

Sono tornato al lavoro da una settimana, dopo il periodo di congedo che è stato un balsamo per il cuore. I lavori in casa sono terminati e, pur avendo ancora un sacco di cose da spolverare e riportare alla luce, una certa normalità domestica è ricomparsa.
Attualmente mi trovo in una specie di vicolo cieco: fallita l'impresa con i miei ex-colleghi, ho dovuto obtorto collo riprendere quest'esistenza da pendolare, avanti e indietro da un posto di lavoro che detesto. L'azienda che mi paga ogni 27 del mese è ormai insopportabile, considerando anche che non ho nulla di specifico da fare. Non mi ricordo più nemmeno qual è stato l'ultimo progetto sensato al quale ho partecipato. Vivendo di fatto grazie ad una convenzione, la mia società non ha mai dato troppo peso alle cose da fare e alla soddisfazione dei propri dipendenti.
Sembra che tutti vivacchino senza prospettive o ambizioni. I più rampanti cercano di mettersi in luce non sicuramente per le loro qualità, quanto per il fatto di fingere di saperla lunga.
Tutto quello che mi deprime, qui dentro, è sempre attuale. Non ho risolto i miei problemi di lavoro e mi stupisco del fatto che, spesso, mi sembra di aspettare che le cose si mettano a posto da sole. E' un atteggiamento di rassegnazione che non mi piace ma che, apparentemente, rifiuto di evitare.
Questo 2007 doveva portare una svolta, facendomi uscire da quest'azienda. Invece, per ora, sono ancora qui. Sempre più annoiato, incattivito, deluso e demotivato. Mi tiene in piedi il fatto che, per la prima volta dopo 3 anni di stand-by, non ho più alcun motivo per restare; il 2007, inoltre, non è nemmeno a metà.

Post via e-mail

Questo è un post del cavolo perchè vorrei capire se riesco a fare dei post anche via e-mail. Dovrebbe funzionare, ma posso saperlo solo inviando questa cosa che sto scrivendo da Outlook anzichè da Blogger. A proposito: grande Luna Rossa!

sabato, maggio 19, 2007

Scaricate "Hey You" per il Live Earth !


Cliccate sull'immagine qui a fianco e scaricate da MSN.com il nuovo inedito di Madonna, Hey You, canzone che la popstar ha scritto assieme a Pharrell Williams, ispirata dal Live Earth, l'evento musicale che si terrà a livello mondiale il 7/7/07. Il download è gratuito e MSN donerà 25 cents ogni volta che la canzone verrà scaricata.

Il Live Earth si sta prefigurando come un nuovo mega-evento che catalizzarà l'attenzione di miliardi di persone così come è stato due anni fa con il Live 8 e, nel 1985, con il mitico Live Aid. Stavolta non si tratta di sensibilizzare il mondo sui problemi dell'Africa. Stavolta si vuole sensibilizzare il mondo sul mondo medesimo, visto che il Live Earth parlerà dei mutamenti del clima che stanno sconvolgendo il nostro pianeta.



http://liveearth.msn.com/
http://www.liveearth.org/ (sito ufficiale)
http://en.wikipedia.org/wiki/Live_earth

venerdì, maggio 18, 2007

CA-PO-RA-LA-TO

Il Candidato ideale:

  • è una persona dinamica e intraprendente, con ottime capacità relazionali, una buona autonomia operativa e forte spirito di squadra
  • possiede spiccate capacità di analisi
  • ha maturato significative esperienze nello sviluppo di applicazioni JAVA J2EE e C/C++ con particolare riferimento a:
    • Servlet / Applet
    • JSP
    • EJB
    • Struts
    • XML
    • C++
      • Puntatori ed indirizzamento
      • Allocazione e deallocazione di memoria
      • Array mono e multi dimensionali e puntantori
      • Functions e Function Call
      • Gestione file sequenziali e random
      • Classi ed oggetti C++
      • Console I/O
    • HTML e standard di codifica W3C
    • Sviluppo applicazioni WEB con Web Form e controlli Web
    • XML, XSL e Web Services

Completano il profilo:

  • autonomia operativa ed orientamento ai risultati
  • pregresse esperienze di analisi tecnico funzionale
  • possesso di certificazioni Microsoft
  • Buone competenze su database ORACLE e JDBC
  • Accesso ai dati mediante ADO.NET
  • SQL e rdbms SQL SERVER (gradita ulteriore conoscenza ORACLE e/o DB2/UDB)
  • Data Binding ed accesso ai dati attraverso OLEDB e ADO/ADO.net
  • Transact SQL
  • Web Form e ASP.NET
  • ISAM: accesso applicativo e gestione
  • SQL: accesso a RDBMS (preferibilmente ORACLE o SYBASE)
  • conoscenza ed autonomia operativa ambiente UNIX AIX ed editors relativi (VI, Ultraedit, etc.)
  • Laurea in ingegneria o informatica
  • Residenza in zona

Quello che vedete è un tipico annuncio per offrire un lavoro ad un informatico. Le competenze richieste sono tantissime ed è virtualmente impossibile averle tutte. Ma un qualsiasi tecnico 10-15 anni di esperienza può avvicinarsi a coprirne la maggior parte.

Quanto varrà un bagaglio del genere? Beh... in Italia ti possono offrire (se sei fortunato) 25-30 mila euro lordi annui. E, comunque, la maggior parte ti propone non un contratto a tempo indeterminato. Macchè! Un contratto A TERMINE (Rinnovabile)/A PROGETTO/P.IVA. Ossia CA-PO-RA-LA-TO!!! Questa è l'informatica d'Italia. Vogliono i tecnici con skill per pagarli una miseria e poterli sbatter fuori quando vogliono.

Tornerò sul tema.

giovedì, maggio 17, 2007

Prove tecniche di teocrazia


Postumi del "Family day". Il segretario Ds Fassino costretto a ricordare che lo stato italiano è laico e, nel contempo, a fare le piroette dialettiche per non turbare il sonno ai cattolici della Margherita con i quali si appresta a fare il (tradizionale?) matrimonio. Però sui Dico sembra esserci lo stop, per ora. Questa legge, normalissima nei paesi civili, viene messa alla berlina da un manipolo di politici (che sono, però, tutt'altro che mariti devoti) e da una gerarchia clericale che non ha altro da fare che preoccuparsi di queste cose. Ora, forti di una manifestazione di un milione e mezzo di cittadini convinti che esista solo la famiglia modello pubblicitario, hanno strada spianata per affossare i Dico.
Intanto, come sottolinea Augias su Repubblica di oggi, il Papa dal Brasile racconta la favola di un cristianesimo lì esportato con i guanti di velluto quando, in realtà, basta documentarsi un po', magari guardare un film come "Mission" e cercare un po' in rete per capire come siano state commesse delle atrocità nei confronti degli indios, in nome di Cristo.
Benedetto XVI, quindi, spara una balla notevole e, da uomo colto qual è, sa benissimo di mentire. Quand'è che ci emanciperemo dal Vaticano? Quando diventeremo veramente una nazione europea? Stiamo scivolando verso una forma blanda di teocrazia. Siamo indietro anni luce rispetto al resto d'Europa. Siamo un paese che, alla morte di Giovanni Paolo II (uomo eccezionale), è riuscito a produrre venti giorni di piagnisteo continuo come nemmeno in Cina alla morte di Mao si era verificato. Ed ora abbiamo una situazione paradossale, con un Papa dogmatico, colto ma rigidissimo, che continua a interferire. E, dietro, un gruppo di politici di ogni colore che agevolano la sua crociata, alla faccia della laicità dello stato. Siamo ridicoli.
Qualcuno mi spieghi come i Dico possano, concretamente, minare la famiglia tradizionale.


lunedì, maggio 14, 2007

Ritorno al lavoro

Sono tornato al mio posto di lavoro. Più o meno, direi, visto che mi hanno soffiato la scrivania ed i cassetti. Ma va bene, chissenefrega. Ho ritrovato le cose tali e quali. Mi è venuto il solito magone, tale e quale. Sono di nuovo in crisi. Questo luogo è la causa della mia infelicità. Quanto a lungo voglio soffrire?
Sto qui, di nuovo afflitto.
Che rivoltante sviluppo!

giovedì, maggio 10, 2007

Il buio in televisione


Ormai in tv non c’è più nulla da vedere. Credo che quella che si sta chiudendo sia stata la peggiore stagione televisiva a mia memoria. La crisi dei reality show non è stata compensata con nulla di significativo. Mediaset continua a vivacchiare con le stesse solite cose: Paperissima, Scherzi a parte, La Corrida e via dicendo. La Rai passa da un flop all’altro (Ventura, Funari). I film in prima visione sono praticamente scomparsi, vittime delle pay-tv, dei dvd a noleggio e della pirateria. Anche i telefilm, una volta che il telespettatore ha scoperto la serie con la prima stagione, vengono visti con i downloads (Lost sua Raidue ha dimezzato gli ascolti rispetto all’anno scorso). Funzionano le fiction italiane, alcune dignitose, molte altre atroci. Funzionano ancora “Distretto di polizia”, “La squadra”, “Ris” ma tutti risentono degli anni e della scarsa capacità che abbiamo in Italia a produrre serialità. Il varietà è morto. Il gossip e la volgarità imperano nei pomeriggi. Anche trasmissioni interessanti come Ballarò, alla lunga, iniziano a rompere le palle.

Il buio televisivo mi ha costretto perennemente (tutte le sere) ad optare per il buon lettore dvd che ho usato poco per vedere films ma, piuttosto, per vedere telefilm seriali. Nel giro di un anno e mezzo mi sono sciroppato:
- Due stagioni di “Spazio 1999”
- Tutti i Montalbano
- Nove stagioni di “X-Files”
- Due stagioni di “Desperate Housewives” (la terza la sto seguendo tuttora)
- Due stagioni di “Lost”
- Una stagione di “Prison Break”
- Due stagioni di “Dr. House” (“House M.D.”)
- Una stagione (l’unica) di “Invasion”
- Due stagioni di “Battlestar Galactica”

Di quest’ultimo anno di televisione ho visto soltanto:
- L’Isola dei famosi 4 (a fatica)
- Il Festival di Sanremo
- Qualche puntata di “Ballarò”
- L’ottimo “Report”
- “Che tempo che fa”
- Il pezzo di “Domenica in” con Baudo (“Ieri, oggi e domani”)
Salvo inoltre “Anno zero”, “Niente di personale”, “Sos tata”, “Otto e mezzo”, “Le invasioni barbariche”, “Le Iene” e “Mai dire martedì”.
Le televisioni che fanno ancora qualcosa di vedibile sono quasi sempre Raitre e La7. Specialmente l’ultima sta crescendo in qualità e varietà dell’offerta.
Trasmissioni ormai insopportabili:
- tutto quello che fa Maria De Filippi
- “Buona Domenica”
- “Porta a porta” (specie se parla di Cogne)
- “L’Italia sul due”Buio totale. Mi hanno salvato i dvd. Chissà se finite le scorte di telefilm riuscirò a fare la cosa migliore: spegnere la tv e leggere qualche libro in più (visto che la mia media annuale è ancora sui 5-6 e basta).

martedì, maggio 08, 2007

C’è lavoro per te!


Vi è mai capitato di sentirvi dire: "C'è un lavoro interessante da fare ed io ho pensato a te"? Oppure: "E'un lavoro molto importante che ti darà anche la possibilità di crescere"? Beh... sotto tutto questo c'è una fregatura. C'è qualcuno che è (o fa) il capo che intende rifilarti una patata bollente. Mi viene già la nausea, al pensiero di tornare al mio posto di lavoro. E' mai possibile che debba continuare a fare le stesse cose? Ossia "il" lavoro? La parte tecnica, quella che i sedicenti capi chiamano "manovalanza"?
Che cosa sto dicendo? Lo so, sono incomprensibile. Ma non voglio dir di più, tranne che l'informatica, nelle aziende, è trattata più o meno così: ci sono i commerciali che trovano il lavoro e fanno le promesse ai clienti e poi ci sono i tecnici, magari con anni e anni di esperienza, che devono rimboccarsi le maniche per farlo. Un lavoro che richiede competenza e sforzi. Che però i commerciali continuano a chiamare "lavoro sporco" o "manovalanza".
Possibile che in Italia un tecnico informatico non possa avere un minimo di considerazione, non possa percorrere una carriera puramente tecnica? Possibile che debba sempre vedersi offuscato da questi maledetti commerciali in giacca e cravatta?Puah... e dire che, da ragazzino, dicevano che sarebbe stato il "mestiere meglio pagato del futuro". Balle. Per questa illusione, sono 23 anni che mi occupo di informatica. Il mio primo programmino l'ho scritto a 15 anni per il Commodore 64 (conversione di un numero decimale a binario). Mastico informatica da sempre. Mi sono diplomato in informatica. Ho fatto corsi di informatica. Mi sono laureato in informatica. E adesso, 'sta cazzo di informatica la odio!

lunedì, maggio 07, 2007

Il mercato delle promesse


Il 27 e 28 Maggio prossimi anche nel mio Comune ci saranno le elezioni amministrative per eleggere il nuovo sindaco della città. I candidati sono quattro e si stanno facendo una guerra spietata. La cosa che mi preoccupa, in tutto questo, è che la guerra non si sta affrontando con i contenuti dei programmi. Di questi programmi, infatti, frega niente a nessuno: sono solo sequenze di proposte fumose, ipotetiche, contraddittorie e, ahimè, simili tra gli schieramenti. Invece, la guerra si fa con altre cose. Si fa con le strette di mano, i sorrisi, i buffet, le cene pagate, i party, le ospitate e le sviolinate a tutte le associazioni di categoria.
Ieri, girando in centro, ho visto un paio dei suddetti candidati sperticarsi in baci e abbracci con gruppi di persone altrettanto sbavanti attorno: è il mercato delle promesse, la fiera del “votami e avrai la tua fetta di torta”. Naturalmente, al primo posto delle richieste, c’è il posto di lavoro e la contrattazione procede senza nemmeno un po’ di pudore: i cittadini vanno in coda dal candidato e chiedono un bel posticino da qualche parte. Ciascuno, quindi, riceve la sua bella promessa. Nauseante: tutti hanno in mente soltanto il proprio tornaconto personale, altro che il bene della collettività.
Ora, non è che un posto di lavoro nella mia città mi farebbe schifo: smettere di fare il pendolare estremo sarebbe un sogno. Ma se, per averlo, devo strisciare al cospetto di questi baroni della politica, di questi avidi illusionisti con le tasche gonfie, allora nisba. Resterò a fare il pendolare, perchè non voglio chiedere la carità a nessuno e perché, probabilmente, sono un imbecille che crede ancora in qualche principio “no profit”. Ma, che ci volete fare… a questo mercato proprio non me la sento di partecipare. Così, almeno, non ho nessun obbligo morale con tizio o caio e posso rimanere libero di pensare come mi pare.
Su queste cose una considerazione mi viene spontanea, anche se non è una novità: se moltissimi, come me, non scendono a patti con i politici e cercano di farsi strada con le proprie forze, certamente altrettanti scelgono il compromesso, la “raccomandazione”. Ergo, nei posti che contano, a capo delle istituzioni, nelle scuole, negli enti locali e via dicendo si trova quasi tutta gente che arriva da storie siffatte. Persone che non vengono assunte per le proprie capacità (che, indubbiamente, in molti casi ci saranno) ma per le amicizie politiche, per la partecipazione al mercato delle promesse. Da cui ne segue che, se moltissimi incapaci paraculi fanno carriera con questi metodi, come così possiamo esprimere il miglior potenziale della nazione?
P.S. - A dir la verità, uno dei quattro mi pare non stia usando questo metodo: segue le sue idee, non va in giro a baciare nessuno e parla del suo programma. Più o meno quello che farei io se fossi candidato. Per questo non vincerà, ma avrà il mio voto

Muffa, maledetta muffa


Oggi, gli operai che stanno lavorando nel mio appartamento hanno spostato un armadio e, come temevo, dietro c’era una tonnellata di muffa. Una muffa nera maledetta e pestilente. Consiglio: evitate, quando possibile, di mettere gli armadi appiccicati a pareti poste e nord ed esterne. E’ micidiale, quello che si crea dietro. Adesso dovranno trattare il problema con dei composti puzzolenti in grado di uccidere ‘sta schifezza, ma il problema è destinato a tornare. Dal momento che non posso sistemare l’armadio in altra posizione per motivi di spazio, mi tocca tenerlo lì. Quindi, tra qualche tempo, la simpatica muffa tornerà. L’unica soluzione sarebbe quella di rivedere l’arredamento della mia camera, cosa che mi sorride gran poco.

Mi è pure venuto un dubbio. Non è che i problemi di rinite (raffreddore perenne) che ho da qualche anno a questa parte e che tengo buoni con antistaminici possano derivare dal fatto che stavo dormendo con una bella parete piena di muffa? Se qualcuno può dirmi qualcosa a riguardo, è il benvenuto.

sabato, maggio 05, 2007

Una cosa da portare nel cuore


Ora che il mio congedo sta scadendo e che tra pochi giorni tornerò al lavoro, mi sto chiedendo cosa portarmi nel cuore di questo periodo. Tra le tante, in assoluto la stessa cosa che mi porto nel cuore da un periodo precedente (3 anni fa) di lontananza dalla vita occupazionale: le mie camminate mattutine dopo un caffè, vicino al mare, con la spiaggia deserta e il solo rumore delle onde. Con magari un po’ di vento che soffia. E’ uno dei pochi posti dove mi senta in pace.

Vorrei morire così, quando sarà. Lì, di fronte al mare. Fulminato. Un epilogo fantastico. Tipo Michael Corleone sul finale de "Il Padrino - parte III".

W la pioggia


Piove, in Italia. Piove un bel po’ in tutta la Penisola. Con l’arrivo di Maggio, sono arrivati pure i temporali. Bello. Serviva un po’ d’acqua, specie dopo il finto inverno che ci siamo lasciati alle spalle. Queste piogge non risolveranno i problemi dovuti alla siccità, ma almeno danno conforto. Speriamo che nessuno si lamenti. Già, perché è incredibile: dopo mesi in cui tutti dicevano che non pioveva mai e che era un inverno preoccupante, ora tutti sono inorriditi da un po’ d’acqua che rischia di rovinare il week-end. E’ sconcertante: tra qualche settimana si lamenteranno del caldo terribile (30°, caldo estivo) per poi tornare ad imprecare per il freddo cane (-1° in pieno inverno, se va bene). Urleranno che è troppo caldo, poi troppo freddo, poi troppo caldo e via dicendo. Tutti loro. Chi? Quelli di “Studio Aperto”, ovvio! Quelli che andrebbero portati prima sulla Valle della Morte e poi in Siberia per capire cos’è caldo e cos’è freddo. Così, magari, si convincerebbero a lasciar scorrere le stagioni per quello che sono, come tutta l’umanità ha fatto per secoli e secoli.

Case & Chiesa


Mi è capitato di vedere ieri sera su La7 (una tv che sta crescendo proponendo delle buone alternative alla noia mortale delle solite reti) una parte del programma di Ilaria D’Amico, “Exit”. Si parlava di case: dai prezzi degli affitti a quelli delle vendite, rapportando il tutto alle disponibilità economiche della classica coppia di giovani che desiderano “metter su famiglia”. Il quadro dipinto è stato sconsolante: anche nelle periferie, ormai, per comperare un appartamento ci si deve praticamente impiccare ad un mutuo a vita, obbligati poi a dare alla banca delle garanzie imbarazzanti. I prezzi delle case, specie dopo l’avvento dell’euro, sono assolutamente fuori da ogni logica e puntano solo alle speculazioni.
Sentire poi che, per un autentico “buco” di 14 metri quadri, si chiedano 500 euro al mese in nero o che per un appartamentino di 45 metri quadri qualcuno abbia la faccia di chiedere 900 euro mi ha fatto venire il voltastomaco. Della logica di mercato me ne sbatto! Viva l’equo canone dei bei tempi! Porca miseria! Ma come fa un italiano medio a pagare certe cifre, con lo schifo di stipendi che ci sono in questo paese? Stipendi bassi (tra i più bassi d’Europa) e poi, perché siamo fighi, i prezzi più alti. Senza contare che un giovane non ha più la certezza di poter pagare la rata del mutuo, visto che la bellissima Legge Biagi (a proposito, Professore, soffre di amnesie, recentemente?) ha devastato ogni prospettiva, riportando il caporalato nel nostro paese.
Da tutto questo se ne deduce che metter su famiglia è diventato quasi impossibile.
Famiglia. Famiglia? Ma guarda un po’... a questo punto mi sono tornati in mente alcuni personaggi verso i quali un sacco di politici si inchinano… chessò, Ruini. O Bagnasco. O, accipicchia, Ratzinger. Loro parlano sempre di famiglia. “Difendere la famiglia”, dicono. Quella tradizionale. Il cuore della società. La famiglia.
Posso permettermi di suggerire una cosa? Se volete veramente difendere la famiglia, piantatela di fare le crociate contro i Dico. Dite una parolina, qualche volta, su quello che mina veramente la famiglia, o meglio il suo nascere: questo mercato del lavoro selvaggio e questo mercato dei beni fondamentali (la casa) che sfocia quasi nell’illegalità. Dite una parolina su questi temi, qualche volta. Dite che ci sono troppi furbi in giro. Troppa gente che affama il prossimo. Gente che poi magari viene a baciare i vostri anelli.
Fosse per me, abolirei il Concordato e smetterei di mettere in prima pagina ogni idiozia che vi riguarda. Ma, dal momento che siamo “terra di fedeli” (anche i mafiosi vanno in chiesa), devo rassegnarmi a continuare così. Ma almeno dite, in questi casi, anche qualcosa di utile.

venerdì, maggio 04, 2007

Silvio, mi mancavi




Fresche fresche le reazioni di Silvio Berlusconi riguardo le dichiarazioni di Prodi sul ddl sul conflitto di interessi. Sono meravigliose. Certe perle mi mancavano, lo confesso:
"E' un provvedimento di killeraggio nei confronti degli oppositori" (perchè ti toccano la "roba"? Che c'entra con l'opposizione? Fini, ci dica, è roba anche sua? E’ socio?)
"Questo ddl sarebbe l'ulteriore dimostrazione della volontà di eliminare il più pericoloso concorrente, cioè il leader dell'opposizione" (no, forse si tenta di essere un po' meno repubblica delle banane. E poi perché eliminare il concorrente? Cos’è, un reality?).
"Credo che farà molto male alla sinistra questa volontà, se attuata sino in fondo, perché gli italiani si renderanno conto di come questa sinistra vuole agire per eliminare gli avversari politici" (agire? La sinistra? Eliminarti? Ma se il massimo che hanno fatto è stata una Bicamerale che comandavi tu e che poi hai buttato all'aria?)
"Ci ritentano con questo provvedimento che impedisce a chiunque abbia un'impresa, e abbia perciò fatto bene nella vita, anche dando lavoro agli altri, di dedicarsi alla politica e di dare il suo apporto al governo del Paese". (direi che l'apporto l'hai dato alle tue tasche, soprattutto. E basta dire che chi ha un'impresa è un filantropo!)
"Quello che loro mettono come soglia al di là della quale uno dovrebbe prendere tutto e affidarsi ad un signore che possa fare delle sue sostanze ciò che vuole è una cosa che non sta nè in cielo nè in terra" (ma come? Gli italiani ti hanno dato addirittura l'Italia e tu ne hai fatto il cazzo che hai voluto!)
Quando gli dicono che in America è così, Berlusconi dà il meglio: "Ma noi non siamo in America, siamo in Italia e le cose funzionano in modo diverso" (questa è una risposta da terza elementare. Ma non adoravi la terra della “democracy” e della “freedom”? Diciamo che in America le cose funzionano e qui fanno schifo, ecco).

Silvio, Silvio... non so se incazzarmi come ai bei tempi in cui eri premier o innamorarmi di te. Comunque non temere. E' un teatrino... non faranno niente. Ma non vedi che sono anni che ti lasciano fare tutto quello che vuoi? Non vedi che Rete4 è ancora lì? Stai tranquillo. Tra un po' torni e sistemi tutto.

Svoltare/2 … o, piuttosto, “Frena e retromarcia”


Avevo scritto un post chiamato Svoltare/1, dove parlavo del fatto che stessi prendendo una decisione importante per me. In effetti, qualcosa è successo, anche se non ne ho scritto nulla finora.
Mi sono allontanato per un certo periodo dal posto di lavoro. Ho potuto usufruire di un balsamico congedo che, oltre a darmi la possibilità di mettermi un po’ in sesto, doveva servire da anticamera per cambiare lavoro e iniziare una strada con dei colleghi che, a loro volta, si sarebbero messi in società con me.
Qualcosa non ha funzionato. Qualcosa non mi ha convinto. Non voglio scendere nei dettagli perché queste cose le voglio tenere nei miei scritti privati (il mio buon vecchio diario di carta), ma posso dire che la svolta non c’è stata. Non sono entrato nella società che, comunque, è nata. Ci sono stati dei momenti di difficoltà, a volte mi sono sentito un verme e a volte l’unico saggio. Ma è finita così, con il sottoscritto che è rimasto fuori. Al di là delle buone intenzioni, alla prova dei fatti non mi sembrava ci fossero dei presupposti per me credibili e appetibili.
Quindi non è stata una svolta. Ho frenato prima di girare completamente. Ed ora ho messo la retromarcia. Sto finendo questo periodo di congedo e devo tornare al lavoro. Mi vengono i brividi, perché riprendo a fare il pendolare, torno in quella società assurda, torno a quel mondo che odio.
Ma, quando si vuole svoltare, non lo si può fare ad ogni costo. Bisogna prima assicurarsi che non ci siano macchine in arrivo dall’altra parte. In altre parole: mi fa schifo tornare ancora al solito lavoro e non rinuncerò a cercare delle alternative con più forza di prima. Ma sarebbe stato molto peggio fare un passo senza averne la piena convinzione.
A proposito… auguro a quei ragazzi, che poi non ho seguito fino in fondo, di farmi schiattare d’invidia nel giro di due anni, da ricchi sfondati. Soldi e successo. Tanto lavoro e denaro. Macchinone, ville, etc. Già. Però…però…Fabio Volo, da ragazzo intelligente qual è, ha scritto sul suo primo libro: non voglio essere ricco, voglio essere libero. Sposo questa frase. Specie oggi che, grazie al tempo libero che il congedo mi ha regalato, ho riassaporato la libertà. La libertà è la cosa più importante di tutte.

Sfasciare e ricostruire




Sto restaurando casa e pertanto mi ritrovo in mezzo ad un caos fatto di mobili spostati da una stanza all’altra, vestiti sparsi sul letto e il divano, oggetti di ogni genere che si trovano fuori posto.
Le due stanze interessate agli interventi di controsoffittatura (con tanto di isolamento acustico, perché i vicini meno si sentono e meglio si sta) sono in questo momento in mano agli operai che, pagati profumatamente, stanno realizzando l’opera.
Avere la casa rivoltata da cima a fondo, l’essere costretto a dormire in salotto con il letto (lì trasferito) che sembra una zattera in mezzo ad un mare di scatoloni, pacchi e pacchetti, crea un senso di disagio notevole. Poi il rumore del trapano mi infastidisce molto. La polvere, la sporcizia che si accumula… insomma, un disastro.
Eppure, quando gli operai se ne andranno e la casa tornerà in mano mia, mi piace l’idea di dover rimettere tutto in ordine. Ogni mobile tornerà al suo posto, ogni oggetto troverà la sua giusta collocazione, qualcosa di inutile verrà gettato, alcune cose riemerse dal passato (che per un momento mi hanno rievocato qualcosa) torneranno nell’oblio e via dicendo. In un certo senso, questi lavori permettono di avere un non so che di ripartenza. Di nuovo inizio. Tipo: sfascio tutto e lo ricostruisco uguale. Qualcosa che ricorda i mandala buddhisti. O cose del genere. E poi, il rimettere in ordine le cose dà un senso di sicurezza, no? Quando fatichi a mettere ordine nella tua esistenza, puoi sempre trovare conforto nel mettere in ordine le cose che l’accompagnano. Previa, naturalmente, averle portate ad un punto di caos quasi irreversibile.

mercoledì, maggio 02, 2007

Grazie, Andrea!


Andrea Rivera, uno dei conduttori del concerto del Primo Maggio in piazza San Giovanni a Roma, ha detto queste frasi:

«Il Papa ha detto che non crede nell'evoluzionismo. Sono d'accordo, infatti la Chiesa non si è mai evoluta»

«Non sopporto che il Vaticano abbia vietato i funerali a Piergiorgio Welby. Non lo sopporto. E invece li ha permessi a Pinochet, a Franco e a un componente della banda della Magliana. Ma, ragazzi, è giusto così: accanto a Gesù Cristo in croce non c'erano due malati di sclerosi multipla, c'erano due ladroni».

Immediate le critiche dell'organizzazione e dei sindacati. Ovvio, in un paese che deve fare i conti ogni giorno con la Chiesa.

Io vorrei solo dire che condivido al cento per cento quello che ha detto Rivera, ammiro il suo coraggio (chissà se lavorerà ancora) e se fosse qui lo abbraccerei.
Finalmente qualcuno che tira fuori le palle, lontano da questa ipocrisia bigotta!
Sogno il giorno in cui qualcuno, a Ruini o Bagnasco che sia, dica finalmente: "Eminenza, la prego. Pensi a dir messa!". Non reggerei alla gioia...