martedì, luglio 31, 2007

Vita da parlamentare

Coinvolto nello scandaletto estivo a base di luci rosse e cocaina dentro un albergo di via Vittorio Veneto, l'onorevole Cosimo Mele dell'Udc (quelli della salvaguardia della famiglia normale e cattolica), ha avuto l'ardire di fare questo commento: "La solitudine è una cosa seria e la vita da parlamentare è dura per chi la fa seriamente".
Poverini. Sono commosso.
A questo punto è intervenuto Lorenzo Cesa, il segretario del partito che, con candore doroteo, afferma: "L'Udc difende con convinzione l'unità delle famiglie, di tutte le famiglie, e dunque anche di quelle dei parlamentari, convinta che vivere ed operare avendo affianco i propri congiunti, consenta maggiore serenità".
Parte quindi da parte sua la proposta di AUMENTARE i soldi per i deputati affinchè possano ricongiungersi alla famiglia. Più soldi perchè possano sentirsi meno soli. Più soldi, così si portano la moglie a Roma ed eviteranno di andare a puttane e farsi le piste. D'altra parte, "la solitudine è una cosa seria".
Caro Mele, la vita da parlamentare è una cosa dura? Bene... vada a fare il miniatore o l'operaio in un altoforno. Così potrà rientrare a casa tutte le sere dalla sua famiglia. Ha mai provato a tornare a casa dopo un giorno di lavoro vero? C'è gente che la sterminerebbe la famiglia, tanto è incazzato per il lavoro, il traffico e i soldi che non bastano mai.
Caro Cesa... cosa posso dirle? Ho riflettuto a lungo sulla sua proposta di aumentare lo stipendio ai deputati per evitare che perdano la retta via. Eppure non riesco a dire nulla. Più ci penso e più non mi vengono parole. Sono senza parole. Senza parole gentili e civili, intendo.

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lunedì, luglio 30, 2007

Pizzeria a +81%

Ieri sono andato a mangiare una pizza al ristorante: eravamo in 3 (io, moglie e figlia).
Abbiamo ordinato 2 pizze, 1 birra piccola, 1 birra media e 1 piatto di patatine.
Totale speso: 37 euro, pari a 71.600 lire circa.
Stesso ristorante, nel 2001: vado a memoria, ma più o meno i prezzi erano così:

pizza 1 12.000 lire
pizza 2 9.000 lire
bibita picc. 3.500 lire
bibite media 5.000 lire
patatine 4.000 lire
coperti 6.000 lire
totale 39.500 lire

Aumento: 81% (2007 su 2001)

Alcune osservazioni:
1) Grazie al cielo posso permettermi di spendere quei soldi, quindi non la faccio una questione di possibilita;
2) Poter spendere 71.600 lire per un'ora in pizzeria non giustifica il fatto che sia congruo spenderle: in altre parole, si paga una cifra che non corrisponde a quanto si ottiene. Il guadagno dell'esercente è sproporazionato. E' questa la cosa ingiusta.
3) Nonostante i prezzi, i ristoranti sono sempre pieni. Perchè?
4) I gestori si lamentano sempre, per definizione. Si sentono vessati. Ma come fanno a mettersi sul pulpito? Chi ha permesso loro questi aumenti?
5) E' vero che anche i gestori hanno subito questi aumenti dai loro fornitori? Di questa entità? Ho i miei dubbi;
6) Il modo in cui è stato gestito l'arrivo dell'euro rasenta, a mio parere, l'illegalità;
7) L'Istat, nel periodo di changeover, ha sparato una marea di cazzate. Perchè?

Non finirò mai di fare queste considerazioni.

sabato, luglio 28, 2007

Non ho l'ECDL!!! Sono spacciato!!!

Questa è troppo folle per non riportarla... la prendo pari pari da "Punto Informatico" (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2046666 e da http://www.giornal.it/Pagine/Articolo_Lungo/Articolo.asp?ida=16650):

Il patentino ECDL meglio della laurea? A Novi Ligure è così
Incredibile disavventura "all’italiana" per un informatico plurilaureato di Novi Ligure che in un concorso pubblico indetto proprio dal suo Comune ha ricevuto punteggi bassissimi perché non era in possesso dell’ECDL, il famoso patentino europeo per il computer, sebbene tale attestato non abbia valore come titolo di studio. Laurea e specializzazioni, secondo gli esaminatori, valgono però ancora meno. Con buona pace di chi studia una vita. Il curriculum del giovane non vale niente senza quel patentino conseguibile privatamente o con sole 60 ore di corso. Tutti gli anni trascorsi sui banchi di scuola e negli Atenei, per Novi Ligure, valgono zero.

Ecco il racconto di Davide C. che sta già facendo il giro della Rete:

"Il Comune di Novi Ligure, dove risiedo, ha bandito un concorso per un posto di lavoro a tempo determinato come "Istruttore Informatico" categoria C.
Alla notizia è stato dato ampio rilievo tramite i mezzi di comunicazione locale e, incuriosito da tutto ciò, ho deciso di leggere il bando e i requisiti per partecipare.
Tra le richieste per l’ammissione al concorso la mia attenzione viene rapita proprio dal titolo di studio: diploma di maturità di perito informatico o altro diploma di maturità di scuola media superiore ad indirizzo informatico. Ovvero diploma di scuola media superiore e uno dei seguenti attestati:
- ECDL (European Computer Driving Licence): composto da 7 moduli per un totale di almeno 60 ore. Esami finali per ciascun modulo;
- TAU (Tecnico Automazione d’Ufficio): durata 600 ore con esame di specializzazione finale;
- OPC (Operatore su Personal Computer): durata 600 ore con esame di qualifica finale.
Non posso che sobbalzare sulla sedia! Sul sito ufficiale della ECDL si può leggere che l’ECDL non costituisce titolo legale di studio, né si configura come qualifica professionale: è piuttosto un attestato che certifica il possesso, da parte di chi l’ha conseguito, di determinate competenze informatiche di base, definite in base a uno standard internazionale. Noto inoltre nella medesima pagina che l’ECDL è la certificazione di una competenza, importante in molte professioni, ma non è una qualifica professionale e, come tale, non può essere utilizzata - ad esempio - ai fini della legge quadro n. 845 del 21 dicembre 1978.
La preparazione quinquennale di un perito informatico può valere come un corso di almeno 60 ore per acquisire competenze informatiche di base? Se la domanda è inquietante la risposta, a quanto si evince dal bando, lo è ancora di più: si.
In più nessun punteggio è attribuito al titolo di studio richiesto come requisito essenziale per l’ammissione alla selezione."
Dal curriculum vitae tra le varie informazioni personali si può leggere che ho conseguito la maturità scientifica, una Laurea in Informatica, una Laurea Magistrale in Informatica dei Sistemi Avanzati e dei Servizi di Rete con il punteggio di 110 e Lode, sono al terzo anno del corso di Laurea in Informatica Giuridica per conseguire un’ulteriore laurea, sono vincitore di una Borsa di Perfezionamento e Addestramento alla Ricerca, settore in cui sono attualmente ed entusiasticamente impegnato, presso il Dipartimento di Informatica dell’Università del Piemonte Orientale, ma... non ho mai conseguito la Patente Europea del Computer (ECDL).
Il 18 e il 19 luglio mi presento per svolgere le tre prove e, prima dell’ultimo esame ci vengono comunicati i punti assegnati in base ai Titoli. Un ulteriore sobbalzo!
Leggo di fianco al mio nome:
Titoli di Studio e di Cultura = 0 (ZERO).
Titoli di Curriculum = 0 (ZERO).
La curiosità che mi aveva spinto a partecipare al concorso sale e, al termine della prova finale, chiedo delucidazioni circa i punteggi attribuiti ai Titoli di Studio e Cultura. Mi è stato riferito che avendo una maturità scientifica la Laurea Magistrale in Informatica della durata di 5 (cinque) anni è stata considerata come "requisito essenziale per l’ammissione alla selezione" e non come un titolo di studio più elevato in quanto... non possessore di ECDL.
Disorientato dalla risposta, ho replicato con chiarezza "se avessi conseguito la Patente Europea del Computer mi sarebbero stati assegnati punti per i Titoli di Studio in possesso?", la risposta chiara, sconcertante e monosillabica pronunciata dalla commissione è stata "SÌ".
Un "SÌ" che ha ucciso sul nascere un ulteriore sobbalzo, sintomo dell’inquietante realtà che oggigiorno 60 ore di un corso base di computer possano equivalere non solo a un diploma di perito informatico ma a cinque anni di studi accademici! La delusione in questi casi è molta, indipendentemente dal fatto di essere arrivato primo, secondo oppure ultimo, il fatto dimostra schiettamente quanto possano valere ed essere valutati in alcuni concorsi pubblici anni di studi, sacrifici, gioie e dolori che hanno accompagnato i diplomati di ieri ad essere i laureati di oggi e divenire gli adulti lavoratori di domani.
Siamo giunti veramente all’inquietante necessità che un dottore in Informatica debba conseguire un attestato che non costituisce titolo legale di studio, né si configura come qualifica personale per certificare le proprie competenze informatiche di base?
L’Italia spesso viene accusata di essere il fanalino di coda in riferimento al numero di laureati... forse tutto questo è mica dovuto al fatto che la maggior parte dei diplomati di oggi hanno conseguito già l’ECDL?"


Ecco. Su "Punto Informatico" ci sono già un sacco di commenti. Il mio non l'ho ancora messo perchè ho un po' di nausea (sarò mica incinto?). Commenterò quando mi sarò ripreso...
Il vostro caro perito informatico e dottore informatico AnimaKonfusa... che non ha l'ECDL...

venerdì, luglio 27, 2007

Tutti per il V-Day

Iscriviti al Vaffanculo Day
Il V-Day deve funzionare. Spero proprio che possa essere un successo clamoroso, in modo tale che i nostri politici possano sentire il fuoco sotto il didietro. E' importante che la Casta percepisca che la gente è stufa marcia di loro e dei loro privilegi. Dipendenti pagati con i soldi di tutti ed incapaci di portare avanti delle politiche sensate per un Paese. Sanno solo farsi la guerriglia vicendevolmente (davanti alle telecamere) e darsi poi pacche affettuose sulle spalle (quando nessuno li vede). Privilegiati a tal punto da essere dei parassiti. Tutti, a destra e a sinistra. Salvo poche eccezioni che, naturalmente, perdono la loro credibilità, soffocati come sono dal sistema.
V-Day. Ringraziamo Beppe Grillo per averlo lanciato e facciamo in modo che abbia successo. L'8 settembre, già data storica, deve diventarlo anche per un'altra ragione.
Il mio sostegno a quest'iniziativa non è altro che la conseguenza della profonda delusione che provo nei confronti di questo centrosinistra, nel quale confidavo veramente. Non ho mai creduto all'antipolitica, ma ora mi sento antipolitico. Non ho mai voluto essere qualunquista e demagogico ma, stanti le cose, è giusto esserlo.

Filosofia spicciola - atto II°

Progresso, tecnologia, comunicazione, consumi. A dispetto di tutti i problemi quotidiani con i quali ciascuno di noi si scontra, dovremmo ricordarci sempre che, in questa parte del mondo, siamo fortunati: viviamo comunque nei luoghi più agiati del pianeta.
Ho sempre avuto per la testa queste due cose:
1) Se incontrassi un alieno, cosa risponderei se mi chiedesse come si vive sul pianeta Terra? Ovviamente risponderei che si vive da schifo: la maggior parte della popolazione umana sopravvive senza cibo ed acqua a sufficienza ed è vittima di carestie, epidemie e guerre spietate. La Terra è l'inferno per tre quarti della sua popolazione.
2) Se qualcuno mi chiedesse perchè non credo in Dio, la prima cosa che farei è chiedere a mia volta: vedi dei segni concreti dell'amore di Dio, in questo mondo? Ti sembra che "Egli" si curi delle nostre vite? Se davvero esiste ed è misericordioso, come può sopportare di vedere tutto il male e l'indifferenza che permea questo pianeta? A fronte di ciò, è naturale che non esista. Perchè, altrimenti, non sarebbe certo buono ma, piuttosto, un sadico, un despota, un essere profondamente malvagio. O, in alternativa, Dio potrebbe essere un non-senziente, un'entità che non può intervenire perchè non ha coscienza del bene e del male e quindi, in tal caso, sarebbe assolutamente inutile adorarlo e pregarlo, perchè sarebbe come prostrarsi dinnanzi ad un sasso. Quindi, Dio non esiste. Se esiste è crudele o inutile. Possiamo fare a meno di considerarlo con benevolenza.

giovedì, luglio 26, 2007

Un piccolo paradiso

Vi siete per caso chiesti dove sia stato girato il nuovo spot della Wind, quello con la gag di Aldo, Giovanni e Giacomo che finisce con un "ELPH" scritto sulla sabbia? Beh... è stato girato in Sardegna in una delle spiagge più sconosciute e quindi tranquille. Una spiaggia di una bellezza mozzafiato dove cerco di fare sempre una capatina, quando vado in ferie nell'isola. E dove ci si può stendere al sole o farsi un bagno nell'acqua cristallina dividendo quel paradiso con poche decine di persone. Un luogo che, però, è minacciato da anni dai soliti imprenditori edili che ci vogliono costruire un'enorme struttura ricettiva per i turisti. Spero proprio che non succeda, cribbio. Di certo gli spot non aiutano!
Oh, già, non ho detto dov'è questa spiaggia. Mistero svelato: si chiama Scivu e si trova in Costa Verde, nella Sardegna sud-occidentale, nei pressi di Arbus (Medio Campidano). Non è lontana dalla più famosa Piscinas. Se ci passate, andateci. Ma, mi raccomando... non spargete troppo la voce!

P.S. - E il video di Max Pezzali ("Torno subito") dov'è stato girato? A Cala Domestica, altra meraviglia sarda.

Sinistramente a destra

Piero Fassino definisce sgradevoli le parole di Bertinotti ("Niente privilegi per i parlamentari"), sostiene che i Ds non hanno nulla da nascondere e che reagiranno "colpo su colpo" agli attacchi.
Non ho particolari dubbi sull'estraneità di Fassino e di altri dalla regia delle operazioni che li vedono coinvolti. Continuo a pensare che si sia trattato solo di inopportuno interessamento.
Quello che mi pare fuori luogo è il modo isterico con il quale il segretario dei Ds sta reagendo: s'incazza con Bertinotti, attacca la Forleo, invoca la sovranità del Parlamento, vede nemici ovunque. Insomma, sembra preda della sindrome di "lesa maestà". Questo mi ricorda Berlusconi, che reagisce nello stesso modo. Forse allora non era un problema solo di Silvio: ogni potente, quando si vede sospettato di qualcosa di losco, perde il lume. Questo, in parte, ci fa guardare al Cavaliere con maggiore indulgenza.
Il povero Piero è in crisi: dovrebbe pensare al Pd e deve invece difendersi da un magistrato.
Ma intanto, nonostante questo e nonostante le mosse difensive di Mastella e l'opinabile intervento di Napolitano (ma, per definizione, non mi metto certo a discutere l'operato del Presidente della Repubblica!), la brava Clementina va avanti e le ordinanze arrivano alla Giunta per le autorizzazioni della camera. Ora vedremo che succederà.
Intanto, tira una brutta aria sul fronte del lavoro. Epifani, di fatto, ha affermato di aver accettato la riforma delle pensioni più per stampellare il governo che per altri motivi.
A questo punto c'è da chiedersi: che diavolo hanno fatto i sindacati? In pratica, nulla. Hanno preso in toto quello che il governo proponeva: l'ennesima riforma che la mette in quel posto ai lavoratori e che soddisfa i poteri forti. Quando, a fronte di un intervento sul lavoro, Confindustria e Bankitalia paiono soddisfatti, c'è di che preoccuparsi.
Ed è così: cos'è cambiato, rispetto alla riforma Maroni? Niente. A parte l'abolizione dello scalone per passare agli scalini, siamo rimasti alla stessa cosa. Alla fin fine, nel 2009 (verificare, verificare) questa riforma produrrà gli stessi esiti di quella del governo di centrodestra. La linea è la stessa: bisogna restare al lavoro il più possibile e, poi, percepire la pensione più bassa possibile. E' una chiara riforma di destra. Non è sicuramente quanto ci si aspettava da un governo di centrosinistra.
In più, è accaduta una cosa gravissima, una cosa della quale non si è parlato nei Tg: la cassa previdenziale dei lavoratori dipendenti è passata in toto nelle mani del Tesoro (Padoa-Schioppa gode), che ora non dovrà più sentire i sindacati per utilizzare l'attivo previdenziale. In altre parole, se prima gli equilibri previdenziali erano comunque nelle mani dei lavoratori che, attraverso i sindacati, vedevano i coefficienti di calcolo delle pensioni definiti dalle casse stesse del fondo, adesso è tutto in mano del Ministero. Questo potrà definire, attraverso altri parametri (andamento demografico, PIL, bilancio statale), che cosa prelevare dalle casse previdenziali! Anzichè separare l'assistenza dalla previdenza, in modo che la prima non gravasse sulla seconda (Inps), si sono date a Padoa-Schioppa le chiavi della cassaforte dalla quale potrà prelevare quanto gli serve senza rederne conto ad alcuno.
Nasce spontaneo il dubbio che le spese assistenziali, anzichè venir separate, graveranno ancora di più sulle casse delle previdenza.
I nostri contributi, quindi, sono a disposizione del Tesoro che ne potrà fare quello che vuole: basterà un decreto per rivedere i coefficienti. Quest'orrore, in aggiunta al sequestro del Tfr, completa il quadro. Dov'è la sinistra in tutto ciò? E Cgil, Cisl e Uil, la notte dell'accordo, si erano forse appisolate?
Torno all'inizio, torno a Fassino. Lo guardo e penso a Berlusconi. Penso al domani, al dopo Prodi, al Grande Centro. All'omogeneità di interessi e intenti. Tutto ciò mi turba. Cosa bolle in pentola veramente? Piero, sii sincero: mai tentato dall'idea di allearti con Forza Italia? In fin dei conti, cosa cambierebbe?

mercoledì, luglio 25, 2007

Raccontino 1

- "Ma questo non è il Paese del Sole, della musica, degli spaghetti, della brava gente, di Leonardo, di Galileo, della pummarola, di "dio ,quant'è bella Venezia", del "vedi Napoli e poi muori", della pizza, di "o sole mio" e di "volareeee oh oh"?" - chiese il turista americano al giovane barista.
- "Si" - rispose questi. Poi aggiunse: - "E' questo il Paese di cui parli. L'Italia."
- "Bella Italia! Amore, cuore, mamma, mare, sole, canzoni, pizza e mandolino! Qui si vive bene. Avete la dolce vita! "
Il giovane barista si allontanò un attimo. Il sangue ribolliva: era il centesimo turista che faceva lo stesso discorso. Non ne poteva più.
Il pomeriggio stesso diede le dimissioni e decise di partire. Sarebbe andato in Australia, spendendo gli ultimi risparmi. Lontano dal Paese del Sole, della musica, degli spaghetti, della brava gente, di Leonardo, di Galileo, della pummarola, di "dio ,quant'è bella Venezia", del "vedi Napoli e poi muori", della pizza, di "o sole mio" e di "volareeee oh oh".
Meglio aver malinconia di queste cose che sentirsele addosso tutte, come un marchio di fabbrica.
Decise di essere italiano lontano dall'Italia: il solo modo che gli rimaneva per amarla.
Perchè, pensava, l'Italia ormai va amata solo da lontano. Se ci sei dentro, le schifezze che vedi ti fanno dimenticare ogni bene.
E lo odi, questo Paese del Sole, della musica, degli spaghetti, della brava gente, di Leonardo, di Galileo, della pummarola, di "dio ,quant'è bella Venezia", del "vedi Napoli e poi muori", della pizza, di "o sole mio" e di "volareeee oh oh". Lo detesti.
Perchè non cambierà mai. Perchè sarà sempre e solo così. Mediocre. Tendente al pessimo. Pieno di voglia di migliorarsi ma privo di ogni presupposto per farlo.

P.S. - Dedico questo (mediocre) raccontino a tutti coloro che hanno trovato il coraggio di fare il grande passo: lasciare l'Italia al suo destino. La scelta più intelligente che si possa fare. Anche se strappare le radici è doloroso. Questo Paese, a mio giudizio, non ha più speranza di cambiare. Il nostro DNA non ce lo consente. Possiamo lambiccarci il cervello per decenni, ma non troveremo mai una soluzione per modificarci. Siamo fatti così, noi italiani. L'unico modo per curarsi è andarsene. Se hai una malattia, non ti giova stare in mezzo ai malati come te: non possono aiutarti a guarire. Puoi solo allontanarti da loro e farti curare da chi è più sano.

martedì, luglio 24, 2007

Tonino, ti voglio bene

La Casta si difende. Fa muro. Improvvisamente esiste solo solidarietà, tra di loro. Anche i grandi giornali si uniscono nel cordone sanitario che deve preservare lo status quo.
Clementina Forleo sta solo facendo il suo lavoro. Forse si è lasciata scappare qualche parola inopportuna. Ma la Casta, strepitando, ha lasciato intendere quanto si senta al di sopra delle cose, al di sopra dei giudizi, al di sopra dei normali cittadini (tranne che nel chiedere il gelato alla buvette).
Mastella è indignato, D'Alema e Fassino pure. Dicono: "non abbiamo nulla da temere". Eppure, per concedere l'autorizzazione, tentennano. Sembra di essere tornati al '92. Si sente puzza di bruciato.
Solo Tonino Di Pietro dice le cose come stanno, dimostrando ancora una volta di essere un uomo libero e onesto. Tonino e la legalità, come ai tempi andati.
Sta tornando il conflitto tra politica e magistratura. Il ministro di Ceppaloni vuole mandare gli ispettori (lo faceva anche Castelli e ci si indignava, a sinistra) a Milano.
Si sapeva, che scoppiava tutto. Dall'estate "dei furbetti", di Fiorani, Ricucci e di Fazio, di Bnl-Unipol e Consorte, dalle telefonate di Fassino, dalle ambigue mosse di esponenti del centrodestra e del centrosinistra. Si sapeva. Booom!
Sta scoppiando e la Casta si protegge. Stanno tutti sulla stessa barca. Chi è più difendibile? Le responsabilità vanno accertate, alla faccia di ogni privilegio. Se non hanno nulla da temere, autorizzino. Non facciano un altro '92. Anche se, da miseri cittadini, forse ne avremmo bisogno.
Tonino, quasi come un tempo mi viene da gridare "sei tutti noi".
Ho sofferto cinque anni di biscione, poi sono arrivati questi e speravo. Cielo, quanto ho sperato! Ma poi è rimasto tutto uguale. Prodi imbrigliato. La sinistra radicale che parla fuori dal tempo. Berlusconi che continua a governare nell'ombra. E poi questo pasticcio. A questo punto mi ritrovo antipolitico pure io. Io e milioni di altre persone. Crolli tutto, allora. Crolli tutto questo castello di privilegi e intoccabilità. Vadano tutti a casa.
Qualunquismo? Forse. Ma, in questo momento, un bel sano qualunquismo può essere un balsamo.
Tu sei un simbolo, Tonino. Meriti di sopravvivere allo sconquasso.
Tonino, ti voglio bene.

P.S. - Quanto costerà la Commissione conoscitiva sui costi della politica che verrà istituita al Senato? Quanto spenderemo per sapere quanto spendiamo?

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Si è rotto il mio cellulare


Un attimo di distrazione rimettendo il portafoglio nel marsupio e... pum!!! Il mio cellulare piomba sull'asfalto con un botto!
Con rabbia, noto l'ammaccatura ed è un peccato: il mio Nokia 6680 (pagato oltre 250 euro) ha appena 8 mesi. Questo è successo sabato scorso. Sembrava finita lì, con l'estetica compromessa.
E invece no, cacchio! Mi sono accorto ieri sera che, pur ricevendo le telefonate, non sento più un accidente. Nulla. Non si sente: si è rotto decisamente qualcosa.
Eccomi al dubbio amletico: che si fa, quando si rompe un cellulare? Si butta, perchè ripararlo non conviene? Oppure lo si porta all'assistenza, visto che è ancora in garanzia? E, visto che la garanzia non copre gli idioti che fanno cadere il cellulare dal marsupio, come mi devo comportare? Tra quanto tempo me lo riconsegneranno? Quanto mi costerà? Butto tutto e compro nuovo, in onore al consumismo?
Per il momento ho ripreso dal cassetto il mio vecchio Panasonic GD-90, che ho ritrovato sul mio cammino, ancora dignitosamente efficente. E qui sorge l'ultima, definitiva domanda: val la pena comprare cellulari costosi e stracarichi di funzioni quando poi, in un attimo, possono caderti e lasciarti in braghe di tela?

lunedì, luglio 23, 2007

Asini e pensioni


Sono ormai vicino ai 39 anni. Un'età matura che mi pone lontano dalla categoria sociale "dei giovani". Sto per entrare, piuttosto, nel club dei quarantenni. La cosa non mi turba particolarmente: gli anni devono passare e bisogna invecchiare: è la vita, bellezza.
Mi preoccupano invece altre cose. Mi preoccupa l'incertezza riguardo le pensioni e, soprattutto, non capire a che età potrò smettere di lavorare per sedermi finalmente su una panchina per dar da mangiare ai piccioni. Infatti, stanti le cose, faccio parte anch'io del gruppo delle "quote", cioè i numeretti magici che sommano età anagrafica con anni di contribuzione. Vediamo:
- dal 2008 si potrà andare in pensione a 58 anni (con 35 anni di contributi).
- dal luglio 2009, il numero chiave sarà il 95 (come somma di età anagrafica e contributiva).
- dal gennaio 2011 il numero sarà il 96;
- dal gennaio 2013 il numero sarà il 97.
Questi numeri, naturalmente, potranno continuare. Ad esempio, nel 2015 potrebbe essere 98. Nel 2017, diventerà 99. Che bello! Ricordate l'immagine dell'asino e della carota attaccata a pochi centimetri dalla sua bocca? L'asino continua a camminare e la carota non la mangerà mai: ad ogni passo si sposta con lui. Più o meno è questo quello che la mia generazione (e quelle dopo) hanno di fronte: una vita da asino.
Poi mi parlano di "diritti acquisiti", di quelli che sono già in pensione e guai a toccargliele...
Già. Penso ai baby-pensionati che rimangono anche quarant'anni sulle spalle della collettività a fronte di appena quindici di contributi e mi viene la nausea.
Se tutto va bene, mi rimangono ancora 30 anni di lavoro (conto di andarci a 70, se ci arrivo, con quota 110 e passa). Con, in più, la beffa di non avere comunque una pensione dignitosa e senza Tfr.
Che bravi amministratori abbiamo avuto, in questi decenni!
Altra cosuccia, giusto per la precisione: alla mia età sono già vecchio, lavorativamente. Della mia esperienza se ne fottono perchè costerei troppo. Preferiscono un giovanissimo di belle speranze (quali?) da pagare un'inezia. Quindi, volessi cambiar lavoro, dovrei ambire al massimo ad un posto interinale in un call-center.
Considerando che ho ancora decenni da lavorare, perchè sono già un matusa adesso? Caspita: mettetemi direttamente in ospizio, no?
Viva l'Italia. Viva la Repubblica.

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domenica, luglio 22, 2007

Spoilers cialtroni

... a dimostrazione che gli spoliers spesso sono autentiche cialtronate, tutto quello che ci si aspettava da "Harry Potter and the Deathly Hallows" erano balle. Alla fine, le cose terminano assai meglio di quanto raccontato in giro, addirittura con matrimoni e figli. Bah! Altro che "bagno di sangue"!

venerdì, luglio 20, 2007

In attesa delle ferie

Inizio a contare i giorni che mi separano dalle agognate ferie. D'accordo che quest'anno sono rimasto a casa due mesi in congedo ma questo non toglie che l'estate sia sempre l'estate e che anch'io desideri andare a riposarmi da qualche parte. Partirò solo a fine Agosto, quindi è ancora piuttosto lunga. Ma arriverà anche per me la partenza.
Non so come comportarmi con il blog: mi porto appresso il portatile oppure scrivo via cellulare? O, semplicemente, rinuncio a postare per tutte le ferie? Boh...

giovedì, luglio 19, 2007

Stramaledetta Informatica

Le cose che non vanno se ti occupi di Informatica in Italia:
 
1) Il mercato è in mano ai Mediatori (le solite aziende di body-rental) che ti mandano nelle aziende loro clienti e si beccano la maggior parte della torta sul tuo lavoro;
2) Non esiste la valorizzazione del lavoro di programmatore. Per quanto uno sia esperto e scriva software di alto livello, per i manager (che tipicamente non hanno una formazione informatica), scrivere codice è un lavoro di bassa manovalanza che non vale quanto le loro geniali pensate;
3) Non esiste nel nostro Paese un contratto per gli informatici che sono quindi trattati alla stregua di normali impiegati;
4) Chiunque può esercitare il mestiere dell'informatico e si può improvvisare programmatore senza che nessuno possa porre dei paletti: non esiste un Albo (che io comunque non vorrei) ma nemmeno qualcosa che ponga dei limiti a tanti fanfaroni;
5) In Italia i programmatori sono pagati pochissimo anche se sono quelli che "fanno" e non quelli che "parlano";
6) In Italia informatica = gestionali e basta: non si avanza di un passo;
7) Chi programma in C++ viene equiparato a chi programma in Asp, perchè sono - secondo tante menti geniali - comunque programmatori;
8) Le aziende, se potessero, butterebbero fuori tutti i loro guru del bit per prendersi dei ragazzini che costano quasi zero.
 
Insomma, fondamentalmente questo lavoro è diventato una schifezza. Alla faccia del voler far progredire il Paese. Il problema peggiora se ti metti a fare il consulente (freelance): provate voi a lavorare con certe aziende. Non si può, perchè non puoi mettere delle tariffe sensate: il mercato del caporalato offre manodopera a basso costo che taglia fuori tutti i concorrenti.
Mi chiedo cosa succederebbe in Italia se le stesse regole fossero applicate per i tassisti o gli avvocati.
Bisogna rendersi conto che far soldi e carriera nell'ICT, al di là di essere manager, non è possibile. In Italia, naturalmente.

mercoledì, luglio 18, 2007

Irene "brucia" l'estate


Ovunque e comunque c'è "Bruci la città". E' uno dei singoli più trasmessi dalle radio durante quest'estate. Irene Grandi ha fatto centro con questo brano orecchiabile, che rimane in testa e che, nel complesso, è molto gradevole. Mia figlia di tre anni ne va pazza e la canta tutto il giorno, creandomi qualche imbarazzo quando arriva a dire, innocentemente, "non posso che leccare questo tuo profondo amore"...
Praticamente non passa giorno senza che ascolti questa canzone almeno tre volte ed è praticamente certa la sua vittoria alla finale del Festivalbar. Insomma, se esiste un brano che sta segnando questa stagione estiva, in assenza di un vero tormentone, è proprio "Bruci la città di Irene Grandi.
Nella foto accanto, siamo io e Irene al "Venice Music Award". O, meglio, solo Irene, visto che, naturalmente, ho tagliato la parte che mi riguarda. Che AnimaKonfusa sarei?

Non se ne vogliono andare


Per motivi diversi, questi due signori non se ne vogliono andare.
Il sen. Gustavo Selva, dopo la bella figura con l'ambulanza, si era dimesso. Poi, ieri, ha ritirato le dimissioni perchè, dice lui, "a furor di popolo" gli hanno chiesto di rimanere.
Il sen. Cesare Previti, recentemente condannato anche in Cassazione per il processo lodo Mondadori (ha pagato un giudice per pilotare una sentenza), rimane ancorato nei palazzi del potere, difeso da destra e, moderatamente, da sinistra.
Questi due signori sono pagati profumatamente da tutti i cittadini italiani. Per 9 euro hanno un pranzo che ne vale 90.
Hanno un certa età, ormai. Perchè insistono?
Signori, per favore, levate le tende.

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martedì, luglio 17, 2007

... e tiriamo avanti /1

Inauguro con questo post un elenco, che arricchirò un po' alla volta, riguardante tutte le cose per cui, a mio giudizio, non c'è di che essere orgogliosi ad essere italiani.
Una vecchia canzone di Fabio Concato dal titolo "Bell'Italia", diceva:

I come italiani i come italiani
I come innamorati i come idioti
I come i piu' furbi insospettabili
I come italiani incorreggibili
I come incazzati incorruttibili
I come impossibile non amarli più

Beh... caro Fabio, non concordo sulla frase "impossibile non amarli più'". Per tante cose, gli italiani non dovrebbero più essere molto amati:

  • - abbiamo gli stipendi più bassi d'Europa ... e tiriamo avanti;

  • - abbiamo i politici più pagati d'Europa ... e tiriamo avanti;

  • - per tantissimi prodotti, tra i quali i farmaci, abbiamo i prezzi più alti d'Europa ... e tiriamo avanti;

  • - siamo il paese dove, con il changeover dell'euro, si sono registrati aumenti di prezzo vergognosi (100% e oltre, checchè dica l'Istat) ... e tiriamo avanti;

  • - abbiamo un mercato del lavoro che di fatto ha devastato i diritti di chi presta opera, ad esclusivo vantaggio delle aziende ... e tiriamo avanti;

  • - abbiamo avuto politiche palesemente orientate alle aziende e queste, paradossalmente, continuano a protestare ... e tiriamo avanti;

  • - abbiamo il capo dell'opposizione che opera con un conflitto di interesse impensabile altrove, una maggioranza che non se ne cura per opportunismo ... e tiriamo avanti;

  • - abbiamo i servizi bancari più cari d'Europa ... e tiriamo avanti;

  • - abbiamo un'informazione scandalosa ... e tiriamo avanti;

  • - abbiamo un sistema di trasporti al collasso, strade intasate, lavori in corso eterni, tir pericolosi che viaggiano accanto alle auto private ... e tiriamo avanti;

  • - abbiamo un'evasione fiscale lancinante e chi la pratica si lamenta pure, mentre il comune sentire lo giudica "furbo" e non "mascalzone" ... e tiriamo avanti;

  • - abbiamo un parassitismo nel settore pubblico che fa inorridire ... e tiriamo avanti;

  • - abbiamo una Chiesa che si è arrogata il diritto di dire tutto quello che le pare sulle questioni civili e i politici, inginocchiati, l'ascoltano ... e tiriamo avanti;

  • - la corruzione e il malaffare la fanno da padroni in molti settori della società ... e tiriamo avanti.


  • Tiriamo avanti. Sfacciati, impenitenti, allegri. Sognando lo scudetto per la propria squadra. Orgogliosi di aver vinto l'ultimo Mondiale. Italiani brava gente. Pizza e cuore. Mamma e amore. 1X2.
    Tiriamo avanti. Senza pudore. Senza vergogna. Senza speranza.

    lunedì, luglio 16, 2007

    Chili di troppo

    Questa mattina mi sono alzato con una fissa: devo perdere almeno 3 chili. Sono infatti in sovrappeso ed ho la pancetta. Una cosa che non mi fa certo perdere il sonno ma mi infastidisce.
    Vorrei proprio rimettermi in forma. Non m'interessa farmi un fisico da fotomodello, figuriamoci. Ma vorrei avere un forma fisica migliore. D'altra parte, essere un programmatore ha le sue croci: è uno dei lavori più sedentari che esistano.
    Ho consultato un po' di siti e qualche collega sportivo. Tutti mi hanno detto che, per bruciare i grassi, si deve fare attività aerobica. Sollevare pesi o sfasciarsi di esercizi per gli addominali non serve a un bel nulla. Bisogna bruciare i grassi attraverso attività che fanno sudare alla grande, quali corsa o cyclette.
    Bella storia. Potrei anche andare a fare una corsa, no? Se sopravvivo all'infarto che potrei procurarmi mettendomi sotto sforzo dopo anni di vita sedentaria, la corsa potrebbe essere la strada giusta per perdere peso. Non è che sia un ciccione: dovrei smaltire qualche chilo di troppo.
    Il problema, però, è sempre lo stesso: dove diavolo lo trovo il tempo, visto che rientro a casa sempre tardi?
    Il fatto di essere un pendolare estremo annulla di fatto la mia vita privata. Non ho tempo per fare sport, cacchio. Se poi ci aggiungiamo una pigrizia cronica, ecco che rischio di non perderli mai, questi 3 chiletti. Che fare? Quando diamine posso fare quest'attività aerobica?

    domenica, luglio 15, 2007

    Floppy è tornata

    Da quattro anni a questa parte, ogni estate, mi arriva a casa un'ospite: la gatta dei miei genitori che, quando vanno in vacanza, l'affidano a me. Oggi è arrivata. E' naturalmente un impegno, ma non posso esimermi dall'onorarlo. La portai io, la bellezza di tredici anni fa. Quindi è mio dovere (e mia madre non perde occasione per farmelo presente) occuparmi di lei quando loro non ci sono. Quindi, rieccola qui. E' ormai vecchiotta e non ha più le energie di un tempo. Ma comunque necessita di cibo, di essere spazzolata, di avere la lettiera pulita e di ottenere qualche coccola di tanto in tanto. Si chiama Floppy (per deformazione professionale mia) ed è come una sorellina miagolante.

    venerdì, luglio 13, 2007

    Se uno ha studiato...

    Previa iscrizione all'Albo:
    Se uno ha studiato architettura è un architetto.
    Se uno ha studiato medicina è un medico.
    Se uno ha studiato economia e commercio è un commercialista.
    Se uno ha studiato giurisprudenza è un avvocato.
    Se uno ha studiato informatica è un informatico.
     
    E' vero anche che:
    Se uno ha studiato architettura non è un medico.
    Se uno ha studiato giurisprudenza non è un commercialista.
    Se uno ha studiato informatica non è un architetto.
     
    Infatti provate a pensare:
    Se uno ha studiato architettura e fa il medico lo massacrano.
    Se uno ha studiato giurisprudenza e fa il commercialista lo massacrano.
     
    ma, sorpresa:
     
    Se uno ha studiato architettura può fare l'informatico e nessuno contesta.
    Se uno ha studiato filosofia può fare l'informatico e nessuno contesta.
    Se uno ha studiato lettere può fare l'informatico e nessuno contesta.
    Se uno ha studiato sociologia può fare l'informatico e nessuno contesta.
     
    Cosa voglio dire? Nulla di particolare. Non sono per gli Albi, però dovrebbero, a questo punto, sparire tutti. Non capisco perchè solo per gli informatici si debba soprassedere.
    Non voglio aprire discussioni tipo "ci sono tanti autodidatti che valgono dieci titolati". Non voglio, perchè è vero. Ma è anche vero che ci sono tanti autodidatti che non valgono una cippa e occupano posti da informatico. Il mercato è malato anche per questo. Le tariffe per gli informatici fanno pena anche per questo.
    Solo vorrei capire perchè chi l'informatica l'ha studiata (compresi periti e ragionieri programmatori) debba continuamente spartirsi il mercato con un fiume di altre persone che hanno studiato su PC Professionale. Questo mi starebbe anche bene, in un libero mercato. Ma perchè solo per gli informatici funziona così? Perchè io non posso fare l'avvocato?
     
     

    giovedì, luglio 12, 2007

    Il coraggio di Gianni

    Si sa che, ormai, l'airplay delle radio è stabilito da una sorta di "potere forte" chiamato Music Control che, attraverso accordi con i grandi network nazionali, di fatto decide quali brani debbano aver successo e quali no. Questo comporta, naturalmente, il livellamento verso il basso dell'offerta musicale e la difficoltà per gli artisti emergenti di far conoscere la propria produzione.
    Altro problema dovuto a questa commistione tra network, case discografiche e organi quali Music Control è stata la messa al bando di numerosi cantanti italiani che, un tempo, godevano di un buon successo.
    Chi non si è conformato è stato fatto fuori: si pensi ad Alberto Fortis, a Fabio Concato e molti altri.
    Uno di questi, Gianni Togni, artista romano dotato di un grande talento, espresso in una serie di favolosi album usciti negli anni 80, ha iniziato a denunciare questi inciuci attraverso il suo blog. Non posso che apprezzare il suo coraggio e chiedermi a mia volta perchè un album di ottima fattura come il suo ultimo ("La vita nuova") sia stato pressochè ignorato negli airplay delle "grosse radio". Vi consiglio di andare a visitare il blog di Gianni, con il quale ho avuto dei contatti via e-mail: sono spiegate un sacco di cose riguardo la realtà del mercato discografico italiano. Inoltre, ci sono tanti post interessanti dedicati all'arte e alla poesia.
    Nutro affetto e stima per Togni ed ho amato e amo tuttora la sua musica: mai banale, mai scontata. Il primo Lp che comprai nella mia vita fu un suo disco, il fantastico "Bollettino dei naviganti". Certe cose non si dimenticano.
    Tieni botta, Gianni.

    mercoledì, luglio 11, 2007

    La seduzione di Harry Potter

    Si fa un gran parlare di Harry Potter, in questi giorni. Per due noti motivi: l'uscita nei cinema del quinto film, "Harry Potter e l'Ordine della Fenice" nel prossimo fine settimana e, il 21, dell'attesissimo ultimo libro della saga, "Harry Potter and the Deathly Hallows".
    Soprattutto sul romanzo finale i fans del maghetto occhialuto stanno trattenendo il fiato, visto che l'autrice, la ricchissima J.K. Rowling, ha annunciato che la storia si chiuderà con la morte di due personaggi principali. La domanda che circola è: morirà Harry Potter durante l'ultima sfida con la sua nemesi malvagia Voldemort?
    **** SPOILERS ****
    Gli spoilers che circolano sembrano per ora escludere quest'eventualità. Il più accreditato tra gli spifferatori, un certo Gabriel che afferma di essere riuscito ad impossessarsi di una copia del manoscritto della Rowling, fornisce i nomi delle due vittime: Hagrid e Hermione.
    **** SPOILERS ****
    Comunque finisca (ammesso che poi l'autrice non ci ripensi e scriva di nuovo), Harry Potter è stato uno dei più colossali successi editoriali di tutti i tempi. Partito come opera rivolta ai bambini (ed effettivamente il primo libro era poco più di una riuscita favoletta), ha nel tempo conquistato anche gli adulti, assumendo connotati più cupi e angoscianti.
    Io stesso, dopo averlo snobbato, sono stato sedotto dal mondo di Harry Potter: ho visto i film, ho letto i primi due libri e sono alle prese con il terzo. Credo che non mi fermerò: sono storie intriganti e ben elaborate.
    Comunque termini, lunga vita ad Harry Potter!

    martedì, luglio 10, 2007

    Il desiderio più grande

    Qual è il mio desiderio più grande, oggi?
    Il mio desiderio più grande è di NON ESSERE PIU' UN PENDOLARE ESTREMO. E quando dico "estremo" intendo che, nel mio caso, trascorro circa 4 ore in viaggio per andare e tornare dal lavoro. Credo che la metà possa essere quantità accettabile. Questo stato di cose è l'origine di ogni mia frustrazione.
    Quindi, stella stellina, desidero non essere più pendolare estremo.
    Se poi vuoi fare un capolavoro, fammi smettere di essere pendolare del tutto. :)

    lunedì, luglio 09, 2007

    Qualche idea per l'Iraq?


    C'è uno stato, l'Iraq.
    Si, quello sostanzialmente invaso dagli Stati Uniti nel 2003. Ricordate?
    Quello che in teoria aveva le armi di distruzione di massa.
    Quello che minacciava il mondo intero.
    E' stato invaso. E' diventato quasi una colonia americana, no?
    Il vecchio regime non esiste più. Il rais è stato impiccato dopo un processo piuttosto rapido.
    Ma si, quello! L'Iraq! Quello delle decine di morti al giorno. Quello che ha anche giornate in cui ne muoionio a centinaia.
    Che si fa, dell'Iraq? Signori, che accidenti pensate di fare dell'Iraq?
    Mr. Bush, i suoi piani avevano qualche difettuccio. Ha qualche idea, adesso?
    Per l'Iraq, presidente. Si, quello. Quello di Saddam. Si, lo so che è morto.
    Ma ci sono i vivi, finchè riescono.
    Ripeto, ha qualche idea per l'Iraq? Non mi guardi con quella faccia, la prego...

    domenica, luglio 08, 2007

    Madonna al Live Earth

    Siccome la televisione (La7 e Mtv) per chissà quale alchimia (facendoci credere di avere la diretta!!!) dovrebbe aver mandato in onda Madonna all'alba (quando in realtà ha chiuso il Live Earth a Londra intorno alle 23.30)... recuperiamo, almeno con "Hey You"!

    Il Live Earth in tv

    Comprendo benissimo che dieci milioni di persone, stando ai dati che leggo stamattina, abbiano scelto di seguire il Live Earth su Internet anzichè in Tv. L'evento musicale planetario che ha coinvolto almeno due miliardi di spettatori nel mondo e che, naturalmente, ha offerto delle grandi esibizioni, è stato coinvolgente anche per me. Ma ho fatto un errore: da una certa ora in poi ho deciso di seguire le immagini che arrivavano dai vari Paesi solo in Tv, pur essendomi reso conto della differenza di orario tra la diretta e quello che passava poi l'Italia.
    Infatti c'è stato un grosso problema di temporalità, che non so se abbia afflitto solo Mtv e La7 che seguivano il Live Earth per il nostro Paese. Fatto sta che la fantomatica "centrale inglese" che doveva smistare le dirette dei vari concerti, per tutta la giornata ha trasferito le immagini con ritardi assurdi di un'ora, due ore e via dicendo. Su Internet, nel sito MSN, si aveva la consapevolezza di quello che stava accadendo nei vari luoghi coinvolti. In Tv, i vari vj di Mtv davano l'impressione di non avere idea di niente e di prendere le cose così come arrivavano. Il Live Earth in Tv è stato gestito malissimo. E qui mi viene un dubbio: e se oltre la "centrale inglese" anche le tv italiane ci avessero messo lo zampino? Porto un solo esempio: Madonna ha chiuso il concerto di Londra intorno alle 23.20. In Italia, alle 03.40 di stamattina (ultimo orario di cui ho certezza), la sua performance non era ancora andata in onda: oltre quattro ore dopo. Ma che, scherziamo? Non posso immaginare che tutto questo dipenda solo da Londra.
    Stamattina, su YouTube mi sono visto Madonna e altre cose che ho perso. Ancora una volta Internet colpisce. Mandiamo al diavolo la Tv... e serviamoci da soli.

    venerdì, luglio 06, 2007

    Chiamatemi oracolo


    Giuro, stra-giuro, stra-stra-giuro che non lo sapevo.
    Ieri scrivevo:"Ligabue deve molto anche a Pierangelo Bertoli, con quale aveva un rapporto, se non di amicizia, di grande stima. Mi piacerebbe che Luciano, prima o poi, rendesse omaggio a questo cantautore-combattente che, specie di questi tempi, potrebbe ancora raccontarci la sua."
    Oggi ho saputo che:
    "Per il 7-7-07 e' stato organizzato un evento live che vedra' diversi artisti esibirsi in sette continenti diversi. Si chiama "Live Earth" e a dire la verita' non e' che so molto di piu' ma quello che so, per certo, e' che la causa e' importantissima. E' per questo che ho deciso di dare un mio piccolo contributo. Ho recuperato una delle canzoni piu' ecologiste dell'intero repertorio italiano. Una canzone scritta, oltretutto, da chi mi ha aiutato a inizio carriera: Pierangelo Bertoli. L'ho registrata personalizzandola un po'. Colgo, cosi', l'occasione per fare un omaggio a questo cantautore ricordando le parole che lui ha scritto piu' di trent'anni fa e che oggi piu' che mai devono fare riflettere."(Ligabue, dalla newsletter LigaNews").

    Chiamatemi oracolo. Chiedetemi i numeri del lotto. Inchinatevi a me, o mortali!
    P.S. - A proposito... domani c'è il Live Earth.

    "La casta": un libro da leggere


    C'è un libro che dovremmo leggere tutti. Un libro che dovrebbe essere pubblicizzato in televisione. Fonte di dibattiti. Tema preferito dagli italiani sotto l'ombrellone. Un libro che dovrebbe essere spedito a casa ad ogni famiglia (altro che fotoromanzo del Cavaliere!) a spese dello Stato che, per una volta, verrebbero utilizzate per l'interesse generale.Un libro che, grazie al cielo, è già un successo editoriale ma che, ripeto, dovrebbe diventare un must per il nostro paese.
    Sto parlando de "La casta" di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella (edito da Rizzoli) che, recita il sottotitolo, ci spiega come i politici italiani sono diventati intoccabili.
    E' un libro per stomaci forti, nel senso che il desiderio di vomitare rimane costante, pagina dopo pagina.
    Certo, di privilegi e intrallazzi dei nostri rappresentanti già sappiamo tutti ma vederli spiattellati uno dopo l'altro è terrificante e regala un senso di disgusto. Dagli stipendi d'oro alle pensioni ottenute con pochi giorni di mandato, dalle autoblu costosissime alla mensa della Camera che ha prezzi più bassi della mensa degli operai, dalle 37 ore di volo quotidiane sulle spalle dei contribuenti al Quirinale che costa quattro volte la monarchia inglese, dai rimborsi elettorali gonfiati (alla faccia del referendum) al nepotismo imperante, si inorridisce pagina dopo pagina.Per questo, quando un politico dirà che questo libro fa demagogia, bisognerebbe mandarlo al diavolo. Con la parola "demagogia" loro proteggono da anni i cavoli propri. Viva la demagogia, diamine! Pur di finirla con questo banchetto sulle spalle dei contribuenti, facciamola, 'sta demagogia.
    Bisogna leggerlo, "La casta". Bisogna diffonderlo, consigliarlo, invitare chiunque alla sua lettura. Perchè dobbiamo sapere che siamo messi peggio dei nostri peggiori incubi. E smettere di votare questi personaggi. Tutti.
    Ovvio che non ne nascerà la rivoluzione. In Italia non è concepibile. Ma, almeno, un glorioso V-Day.

    Partecipa al V-Day

    giovedì, luglio 05, 2007

    Un ricordo per Bertoli


    Chissà perchè lo si ricorda sempre poco. Io stesso, faccio ammenda, quando mi trovo a selezionare brani d'autore per i miei spazi radiofonici, di rado rispolvero le sue canzoni.
    Eppure Pierangelo Bertoli è stato un grande artista, dotato anche di un dono che pochi altri possiedono: la coerenza. La forza dei suoi testi e la caparbietà delle sue idee sono sempre state due aspetti nettamente delineati in tutta la sua produzione.
    Aveva un caratteraccio, Bertoli. Non era uomo che le mandava a dire e odiava sentirsi commiserare per la sua condizione, per il fatto di starsene in sedia a rotelle.
    Era rude, rude come solo un certo tipo di emiliani sanno essere. Era contro le guerre, contro i soprusi, contro i preti e i poteri costituiti. Contro un sacco di cose, con coerenza, onestà e umiltà. Per questo lo ammiravo: affrontava la vita "a muso duro", come diceva lui.
    Ho avuto l'onore di intervistarlo, nel lontanissimo 1991, poco prima della sua partecipazione a Sanremo con i Tazenda. C'era la prima guerra in Iraq e in quell'intervista parlammo gran poco di musica e molto di politica estera. Uno spasso.
    Ho anche un altro ricordo, del 1989. Avevo assistito ad un concerto di Bertoli in un teatro e, al termine, mi fermai ad ascoltare le sue chiacchiere con il pubblico. Quando uno gli chiese se avesse notato qualcuno in giro che fosse di belle speranza per la musica, Bertoli parlò di un ragazzo di Correggio, un certo Luciano, che gli aveva scritto un paio di canzoni per gli ultimi due album. "Per me è bravo" - disse. Era, naturalmente, Ligabue che, l'anno dopo, ottenne il meritato successo.
    Pochi, infatti, lo sanno: Ligabue deve molto anche a Pierangelo Bertoli, con quale aveva un rapporto, se non di amicizia, di grande stima. Mi piacerebbe che Luciano, prima o poi, rendesse omaggio a questo cantautore-combattente che, specie di questi tempi, potrebbe ancora raccontarci la sua. Incazzandosi, naturalmente.

    mercoledì, luglio 04, 2007

    Scriver vorrei un post al giorno

    In questo periodo ho veramente intensificato il numero di post. Scrivo praticamente tutti i giorni e, spesso, più volte al giorno. Sono molto soddisfattoo: mi sono messo d'impegno. Quando ho aperto questa cosa, nel Gennaio 2006, la discontinuità è stata subito il maggior problema. Ma adesso mi sforzo di scrivere sempre, non preoccupandomi nemmeno più di tanto di "cosa" scrivere. Per me è fondamentale non perdere l'abitudine, non smarrire questo contatto quotidiano con il mio blog. Per questo motivo, cerco di trattare nei post qualsiasi cosa: un impressione, una convinzione, una debolezza e via dicendo. Assolutamente tutto quello che mi passa per la testa.
    L'importante è esserci il più spesso possibile. Anche a costo di scrivere dei post che hanno poco senso.
    Come, onestamente, questo.

    martedì, luglio 03, 2007

    Gli stipendi dei prof

    Sarà una provocazione e sarà fatta in buona fede. Certo è che l'articolo di Citati su "Repubblica" ha fatto un po' di chiasso. La sua proposta di raddoppiare gli stipendi ai professori ha avviato una discussione interessante.
    C'è chi è a favore, sostenendo che paghe più dignitose valorizzarebbero anche l'insegnamento.
    Vorrei dire la mia: questa proposta mi fa accapponare la pelle. Per una serie di motivi:
    1) Di professori ne ho visti tanti anch'io e di molti non ho un buon ricordo: isterici, incapaci, frustrati, assenteisti;
    2) Non mi pare che un prof prenda proprio uno stipendio da fame, rapportato a quello di un impiegato medio. A differenza che l'impiegato lavora dalle 36 alle 40 ore settimanali. Il prof solo 18;
    3) Tre mesi circa di vacanze estive, più il Natale, la Pasqua e via dicendo: chi non lavora nella scuola se li scorda;
    4) La quasi totalità della categoria "arrotoda" in nero con le famose "ripetizioni";
    5) Nessuno valuta le capacità degli insegnanti. Ci sono quelli bravi ma ci sono pure quelli che fanno danni;
    6) Questa categoria è tra quelle che più hanno goduto delle baby-pensioni, lo testimonia il numero di ex-professoresse cinquantenni che vanno in giro laccate e ben vestite;
    7) Sono stufo della solita lagna sulla "dignità degli insegnanti" e il loro ruolo di educatori sociali. Nessuno tocca la loro dignità: usano questo motto per aver più soldi e punto. Se devono essere educatori, vengano valutate le loro capacità e poi di soldi ne parliamo.
     
    Ho avuto insegnanti che entravano in classe e leggevano il giornale. Insegnanti che sfogavano la loro frustrazione sulla classe. Raddoppiare il loro stipendio mi sembra una follia. Prendono già i soldi che prende un operaio lavorando la metà.
    Questa della scuola è sempre la solita storia. Sarò qualunquista al massimo ma credo che di dignità lese sia piena l'Italia, dagli operai in su.
    Quindi, caro Citati, la realtà è distante dal libro Cuore.

    lunedì, luglio 02, 2007

    Perchè non sono machiavellico?

    Perchè non sono machiavellico? Perchè non riesco ad avere un comportamento strategico, nell'ambiente di lavoro? Sono troppo schietto e dico praticamente sempre quello che penso.
    Non m'invento balle. Al massimo evito di dire qualcosa. Ma è terribile questo mio modo di rapportarmi che, in un mondo di squali e volpi, non contribuisce certo a darmi benefici.
    Come oggi, quando ho raccontato l'esito di una riunione ad altri, mentre sarebbe stato meglio tacere, per rendite di posizione. Ora rischio di trovarmi in condizioni spiacevoli.
    Perchè non sono machiavellico? Perchè?
    Forse mi spiego le ragioni per le quali non mi è mai piaciuto giocare a Risiko...

    Rocky Balboa


    Ieri sera ho visto in dvd il film "Rocky Balboa", ossia "Rocky VI", l'ultimo (speriamo) capitolo della saga del pugile italoamericano interpretato da Sylvester Stallone.
    Che tristezza! Rocky è sempre stato un mito per la mia generazione e mi sono sciroppato più volte i capitoli precedenti. Ma questo è di troppo. Vedere un Rocky invecchiato e stanco, ora vedovo dopo la scomparsa della moglie Adriana, mi costringe a dare un giudizio negativo a questo sesto episodio.
    Che senso ha farlo tornare sul ring a sessant'anni per combattere contro un campione più giovane e forte? La storia lascia intendere che, ai tempi d'oro, Rocky le avrebbe suonate alla grande, a questo tipo. Ma ora è troppo vecchio e può solo dimostrare di poter incassare un turbinio di pugni come un tempo e tirare ancora qualche buon sganascione.
    Alla fine, Balboa perde ai punti e salva l'onore. Dimostra di essere ancora un grande.
    Ma la domanda è sempre la stessa: perchè è tornato sul ring? Semplice: Sly Stallone ha voluto resuscitare Rocky (e pure Rambo, santo cielo!) per avere ancora la possibilità di fare qualche quattrino, dal momento che, al di là dei due eroi simbolo, non ha combinato null'altro.
    Quando il film finisce, mi chiedo se sarà il saluto finale o se esiste ancora la possibilità di vedere, un domani, un Rocky ottuagenario salire ancora sul ring, magari con la flebo attaccata al braccio, per l'ennesimo incontro...