martedì, ottobre 20, 2009

Posto fisso

Magari la cultura del posto fisso ha creato dei problemi, come dice la Marcegaglia, signora che si ostina a dire la sua su tutto, quasi fosse suo dovere indicare la retta via al Paese. Parla sempre, Emma. Non le hanno ancora detto che è solo la presidente di Confindustria, associazione che si vanta di annoverare il meglio dell'impresa italiana. Peccato che questa Confindustria, spesso, ha avuto molto e dato poco. Nonchè fatto danni. E' insopportabile questa logorrea che ha preso la Marcegaglia. Sembra un nuovo Ruini. Gente che dice la sua e per forza deve essere presa sul serio.
Stupisce invece Tremonti. Che diavolo gli passa per la testa? Ma come? Per decenni ce l'avete menata con la flessibilità e le opportunità che offre e adesso dite il contrario? E che cazzo!
Il problema magari è questo: come tutte le cose, in Italia si è usata la flessibilità e il lavoro atipico per fare gli interessi di pochi a scapito di tutti gli altri. Una generazione di ventenni-trentenni è stata presa per il culo e disintegrata nelle proprie ambizioni grazie a questo sistema di lavoro. Gente che lavora sottopagata e sotto ricatto costante. Con il silenzio di tutti. Con il silenzio dell'informazione e dei sindacati. E adesso Tremonti dice che probabilmente si è sbagliato. E chi li ripaga, 'sti poveracci?

lunedì, ottobre 19, 2009

41

Pur avendo espulso il calcolo renale, sono ancora in malattia per via di una febbre fastidiosa. Intanto, oggi è il mio compleanno. Compio 41 anni e mi faccio gli auguri.

domenica, ottobre 18, 2009

Calzini turchesi

C'è da incazzarsi sul serio. "Il Fatto Quotidiano", l'ottimo giornale di Padellaro, aveva già ipotizzato giorni fa che, dopo la sentenza che impone a Fininvest di pagare 750 milioni di euro a Cir, gli zelanti dipendenti del Cavaliere si sarebbero mossi immediatamente. D'altra parte, lo aveva anticipato proprio lui: "ne sentirete delle belle". Detto, fatto. Si parte al killeraggio del giudice Raimondo Mesiano. Siccome non c'è nulla di concreto per cui attaccarlo, ecco che "Il Giornale" racconta di una cena dove il giudice avrebbe fatto intendere di non amare Berlusconi. Oppure di una bega condominiale per la quale Mesiano rinivia le udienze. Ecco che "Mattino Cinque" dell'inquietante Claudio Brachino, avente ospite il vicedirettore del "quotidiano di famiglia", Alessandro Sallusti, propone un servizio che in realtà è il PEDINAMENTO del giudice per la strada e dal barbiere. Il massimo è fare dell'ironia per dementi sul fatto che Mesiano fumi aspettando il suo turno (Dio, è terribile!) o che porti i calzini turchesi (che stravaganza impedonabile!). Tutte queste stronzate su un uomo qualunque che ha solo avuto il compito di quantificare una condanna civile? Si. C'è da non crederci, ma le hanno proprio confezionate. Ed altre ne confezioneranno, se è vero che è al lavoro pure Alfonso Signorini di "Chi".
Ma ci rendiamo conto? Qui assistiamo alla messa in opera di una trama che ha solo il compito di punire chi ha osato toccare il loro capo. Come non vomitare? Dovremmo avere tutti un sussulto di dignità, metterci dei bei calzini turchesi e rifiutarci di vedere i canali Mediaset, che sono solo organi di partito privi di scrupoli. Il Cavaliere parla di canone Rai che verrà boicottato o di non fare pubblicità su Repubblica. Noi cittadini abbiamo un'altra scelta: non comprare più i prodotti che vengono pubblicizzati su Canale 5, Italia 1 e Retequattro. Questa gente dobbiamo colpirla nell'unica cosa che hanno di cara: i soldi.

mercoledì, ottobre 14, 2009

Caro Presidente Fini (con UPDATE)

UPDATE DEL 15.11.09: devo, con rammarico, ammettere che questo post è stato frutto di un momento di debolezza (circa 24 ore), nelle quali mi ero illuso che il destinatario fosse cambiato o, almeno, avesse tirato fuori un po' di coraggio, dietro le belle frasi. Invece no. Meno male che l'illusione è durata poco. Dopo le 24 ore, sono tornato a ritenerlo una tigre di carta. Un bella promessa smentita. Infatti, gli eventi degli ultimi giorni testimoniano come l'uomo rimanga sempre quello delle buone intenzioni. Quello dal futuro alle spalle. Il sopravvalutato, specie a sinistra. Tengo questo post, piuttosto di eliminarlo, come esempio di debolezza: quando la vediamo nera, anche una lucciolina ci sembra il sole. Ma lucciolina rimane.
...
Caro Presidente Fini,
volevo dirle che sono, da mesi ormai, favorevolmente colpito dal suo comportamento istituzionale e dalla sequenza di atti e affermazioni che ha prodotto. Volevo ringraziarla. Personalmente, non Le ho mai risparmiato critiche. Vede, quando Lei si affacciò nello scenario politico nazionale, era impossibile non stimarLa: dialettica ineccepibile, forza delle idee, concretezza nel ragionamento. Lei era il miglior politico in giro, allora. Con un gran futuro davanti.
Poi, nel tempo, ho provato sempre meno entusiasmo nei Suoi confronti: troppo poco incisivo nel dirigere una coalizione che faceva perno esclusivamente sul suo partner politico, lo straripante Cavalier Berlusconi. Al punto che quel gran futuro era alle spalle. Troppo schiacciato dal titanismo logorroico del leader principale. Le diedero la testa di Tremonti un giorno, è vero. Ma, passato Siniscalco, il genio della finanza creativa ricomparve.
Provò, nel tardo 2007 ad approfittare della paradossale situazione del pradellino, per parlare di "comiche finali" e di "ectoplasma", riferendosi a Silvio. Sappiamo come andò: questi fu aiutato da Veltroni, vero artefice del repentino ritorno al governo del centrodestra.
Eppure, Presidente, da lì partì qualcosa: il fatto che Lei sia divenuto terza carica dello Stato Le ha permesso, a mio giudizio, di trovare finalmente il modo di uscire dal dominio di Silvio. Non si curi se, col Pdl, Lei ha perduto Gasparri, La Russa e altri. Lei ora ha la possibilità di circondarsi di gente molto più valida, mi creda. Perchè quando difende la Costituzione, propone il voto agli immigrati, chiede laicità per lo stato, difende la magistratura, chiede riforme condivise e afferma, come oggi, che "l'immagine dell'Italia non dipende solo dai media", Lei sta facendo innamorare un sacco di italiani. Di destra o di sinistra non conta, mi creda. Penso che lei stia facendo innamorare gli italiani perbene. Quelli che hanno a cuore la democrazia. Quelli come me, ad esempio. Mi sono quasi commosso leggendo la vicenda che riguarda la sua rinuncia al Lodo Alfano per difendersi nel processo e il conseguente ritiro della denuncia da parte di Woodcock. Erano anni che non si vedeva una cosa così bella. Bella, pulita. Ci salvi, Presidente Fini. Non molli. Protegga la democrazia e, se ci riesce, regali a questo Paese una destra seria, europea. Quella dei valori. Quella di Montanelli e di Borsellino. Io, pur essendo di sinistra, vorrei proprio questa destra, ora. Una destra che non sia sputtanata come concetto da questo servil-populismo che impera e ci costringe a non guardare alle idee ma piuttosto al diritto ad averle.
Con rinnovata (e ritrovata) stima.

UPDATE DEL 15.11.09: quanto scritto non conta più.

lunedì, ottobre 12, 2009

Le mie coliche renali

Finchè non pisci il maledetto calcolo o finchè questo non si sistema in modo da non darti più fastidio, il problema rimane. Soffro di coliche renali da ormai 10 anni. La prima mi colpì all'inizio del 1999 e mi portò pure in ospedale. L'ultima la sto scontando in queste ore. Finora, in 10 anni, ne ho avute sei, di cui tre particolarmente dolorose, come quest'ultima. E di calcoli espulsi ne ho collezionato 3. Da un punto di vista geologico ha un certo fascino.
Grazie alla mia meravigliosa esperienza sulle coliche renali, pubblico una serie di osservazioni che magari possano essere utili a chi si affaccia per la prima volta in questo suggestivo mondo:
1) La colica renale fa un male boia. Se non la provate non potete capire. Arrivi a desiderare che qualcuno ti spari in testa, pur di far smettere il dolore;
2) La prima che vi arriva vi spaventerà molto. Crederete di morire. Ma non si muore. Ci possono essere delle complicazioni, ma non si muore. Anche perchè correrete senz'altro al Pronto Soccorso dove vi tranquillizzeranno mentre vi spareranno in vena un analgesico potente. Dalla seconda in poi, conoscerete la bestia e non vi spaventerete più;
3) Durante una colica, vomiterete. Tanto. Sono gli spasmi che non vi daranno tregua. Non spaventatevi, quindi. E' normale vomitare tutto e poi continuare ad avere i conati anche se il vostro stomaco è ormai vuoto;
4) La colica non passa facilmente da sola. Finchè il calcolo non esce (se esce) o non si stabilizza, continuerà a tormentarvi con ripetuti episodi. Bisogna bloccare il dolore con gli analgesici. Il più usato, come primo intervento in ospedale, è il Tora-Dol. Funziona molto bene e vi farà sentire rinati;
5) Vi diranno di bere tanto per facilitare la diuresi (dovrete pisciare fiumi, in altre parole) e agevolare l'espulsione del calcolo, nonchè tenere ben pulita la vostra vescica. Bevete quindi 2-3 litri al dì o più. E bevete l'acqua che volete, anche quella del rubinetto. Non serve spendere patrimoni per la Fiuggi. L'importante è pisciare;
6) Se vi capitano altri episodi ad alta intensità, usate le iniezioni di Tora-Dol o affini. Per dolori medi, vanno benissimo le pasticche di Buscopan che hanno il vantaggio di poter essere assunte per bocca, senza il bisogno di qualcuno che vi faccia la puntura;
7) Quando avete una colica, NON BEVETE. Peggiorerete la situazione, aumenterete la nausea, affaticherete il sistema urinario già in crisi e sentirete più male. BEVETE SOLO QUANDO NON AVETE DOLORE, quindi quando non c'è una colica in atto;
8) Il medico potrebbe consigliarvi anche un antibiotico nel caso vi venga la febbre. Ha ragione: significa che il calcolo sta portando un'infezione che dovete tenere a bada. Prendete anche l'antibiotico;
9) Vi consiglieranno la famosa Soluzione Schoum, un beverone giallo a base di erbe del quale si narrano prodigi. E' un buon coadiuvante, però non mi ha mai convinto. Però bevetelo, male non fa;
10) A me giova fare un bagno caldo (molto caldo) in vasca. Riempitela in maniera tale da tenere reni e vescica immersi e rilassatevi. Vi garantisco che vi passerà di molto il dolore. Inoltre, pare che questo agevoli l'espulsione grazie al rilassamento dei tessuti indotto dall'acqua calda. Io, ad esempio, quattro anni fa ho espulso un piccolo calcolo con questo metodo. Se non avete la vasca ma la doccia, sono cavoli vostri;
11) Dicono che faccia bene un decotto di "barbe" essiccate del granoturco. Aiutano la diuresi e calmano il dolore. Le trovate, credo, in erboristeria. Mai provate, ma non escludo;
12) Non ho mai capito quando dicono di fare la pipì in un vaso e/o di filtrarla per vedere se c'è il calcolo. Per mia esperienza, non serve. Ovviamente parlo come maschietto. Vi posso assicurare che sentirete in maniera inequivocabile quando il calcolo uscirà con la vostra urina. Basta che ogni uomo immagini che dal suo prezioso attrezzo passi, oltre alla pipì, un sassolino. Pensate di non sentirlo? Lo sentirete, infatti. Sentirete quando entrerà nella vescica: è come se qualcuno ci imbustasse dentro qualcosa. In quel momento, inoltre, avrete un sollievo enorme. Vi suoneranno le campane del paradiso. Infatti, all'arrivo in vescica, il pericolo di colica è superato;
13) Quando il calcolo è nella vescica, arriva la parte divertente. Bisogna pisciarlo. Bevete un litro e mezzo di acqua e aspettate. Quando lo stimolo sarà enorme, andate al wc. Lentamente, sentirete che il calcolo lascia la vescica ed entra nell'attrezzo. Farà effetto di canna strozzata, per qualche istante. Ma la pressione dovrebbe vincere e, in un agghiacciante spruzzo di urina finale, il calcolo verrà sparato fuori. La direzione che prenderà non sarà necessariamente quella del fondo del wc. Potreste doverlo raccogliere dietro la lavatrice. Cosa non troppo grave. Siccome non resisterete all'idea di prendere tra le dita quel maledetto coso che vi ha fatto impazzire di dolore, meglio che non vada dentro il wc. Perchè in quel caso, non potrete tirare lo sciaquone per raccoglierlo e vi lascio immaginare;
14) Quando avrete il calcolo con voi (spesso sono di ossalato di calcio) e quel male sarà diventato solo un bruciore tollerabile alle parti molli e un indolenzimento positivo, vivrete un'esperienza quasi materna. Sapendo che l'orrore è finito, proverete una gioia immane, girerete per la casa con questa minuscola pepita mostrandola a tutti quelli che vi capiteranno a tiro, che ne rimarranno inorriditi. Avrete le lacrime agli occhi dalla felicità e sarete certi che quest'esperienza sarà una di quelle che racconterete ai vostri nipoti.
Spero che queste cose possano esservi utili.

Cambio nome

Da oggi, questo blog non si chiama più "Pensieri di un'anima confusa" ma, più stringatamente, "AnimaKonfusa". Non credo che questo crei dei problemi all'armonia dell'universo, ma volevo segnalarlo a chi passa di qua.
Da qualche giorno sono a casa per una pessima colica renale che mi è arrivata tra mercoledì e giovedì scorsi e che ancora non ho superato, essendo il calcolo tuttora in giro...

domenica, ottobre 11, 2009

Il puzzle /1

Non molto tempo fa, ho seguito un dibattito sul libro "L'agenda rossa di Paolo Borsellino", scritto da Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza. Erano ospiti anche Salvatore Borsellino, il fratello del magistrato, e Gioacchino Genchi, salito alle cronache di recente per faccende note ma, nel '92, uno dei primissimi a giungere in Via D'Amelio. E' stata una serata molto suggestiva e toccante. Più di tutti, Salvatore Borsellino è riuscito a chiarire le idee su quello che accadde meno di vent'anni fa in questo paese. Nel '92, Cosa Nostra necessitava di un cambiamento forte rispetto ai suoi referenti ed il messaggio arrivò ad Andreotti con l'uccisione di Salvo Lima: il tempo della Dc era terminato. C'era un nuovo aggancio, che passava da Vittorio Mangano.
Saltò in aria Giovanni Falcone a Capaci. Partì una trattativa tra Stato e mafia: Ciancimino trattò con i Ros Mori e De Donno. Giovedì scorso Annozero ci rivela (mediante un' intervista all'ex-ministro Claudio Martelli) che Borsellino seppe di questa cosa. Ed, evidentemente, non la poteva approvare. Borsellino salta in aria a sua volta: per mano di chi? Di Cosa Nostra davvero? E che fine fece la sua agenda rossa, dove annotava tutto? E perchè Nicola Mancino, allora ministro, nega di aver parlato con lui pochi giorni prima della fine?
In questo quadro si noti che avverranno poi degli attentati molto anomali: a Firenze, Roma, Milano. A Maurizio Costanzo. E poi tutto si placherà. In parallelo alla discesa in campo di un certo personaggio che , in primis, ringrazierà Dell'Utri per aver costruito questo nuovo partito.
Insomma, senza scendere nei dettagli, è chiaro che il puzzle si stia ricomponendo. Siamo ad un passo dalla verità. E forse capiremo come sono realmente state scavate le fondamenta delle Seconda Repubblica. E se queste fondamenta sono insanguinate.


sabato, ottobre 10, 2009

Stiamo attenti

E adesso stiamo attenti. Perchè adesso non ne può più. Gli hanno bocciato il Lodo Alfano e dovrà versare 750 milioni alla Cir. Nonchè tornare sotto processo. Adesso è proprio incazzato, perchè, come sempre, non riesce a distinguere le sue vicende dal suo ruolo istituzionale. Quando dice "Viva l'Italia, viva Berlusconi" ci crede davvero. Si sente davvero tutt'uno con lo stato. Anzi, lo stato è cosa sua, una sua grande azienda. Non capirà mai due cose, che sono quindi il suo limite:
1) Il voto favorevole, quella "maggioranza degli italiani" che stanno con lui, non significa assolutamente che lui ha pieno potere su tutto e non deve rispettare le regole democratiche e la separazione dei poteri. Funziona così in tutte le democrazie. Come farglielo capire che vincere le elezioni non significa fare il predone?
2) Se uno combina casini, corrompe giudici e testimoni, gestisce fondi neri e via dicendo, deve rispondere alla legge in quanto cittadino. Non può sottrarsi alla legge, a prescindere dalla carica che ricopre. Se deve versare 750 milioni di euro di danni a De Benedetti sono cazzi suoi e non dell'Italia. Come farglielo capire?
In soldoni, non si può farglielo capire. E quelli che lo circondano non hanno il coraggio di dire che il re è nudo. Ergo, stiamo attenti. Stiamo entrando nella fase più delicata, quando le tentazioni autoritarie ed eversive si fanno molto forti.

sabato, ottobre 03, 2009

Non credete al Pd. Mai.

Non credete al Pd quando vi dice che ha a cuore la democrazia in questo Paese.
Non credete al Pd quando vi dice che il Parlamento è stato privato delle sue prerogative.
Non credete al Pd quando vi dice che lo scudo fiscale premia i furbi, i malfattori, i disonesti e i mafiosi.
Non credete al Pd quando vi dice che si oppone a Berlusconi.
Non credete al Pd. Mai. Se lo avete fatto, smettete subito. Il Pd è l'ennesimo partito che pensa esclusivamente a spartirsi il potere e le poltrone, cominciando da quella di segretario, attualmente unico loro pensiero.
Non credete al Pd, mai.
Ieri lo scudo fiscale è passato a Montecitorio con solo 20 voti di scarto. Le assenze nelle fila del Pd erano 25. Ci fossero stati, lo scudo non sarebbe passato e, probabilmente, il governo sarebbe andato in crisi, visto che anche nel Pdl moltissimi banchi erano vuoti (ben 56).
Lo scorso 29 Settembre, quando si votava la pregiudiziale di incostituzionalità del medesimo scudo, Pdl e Lega avevano 70 assenti su 329. Anche in quel caso sarebbero andati sotto e lo scudo non sarebbe passato. Peccato che il Pd avesse 59 assenti su 216 e quindi la pregiudiziale prosposta dall'Idv è stata bocciata.
Ergo, lo scudo è passato soprattutto perchè i deputati del Pd non hanno lavorato. Mancavano, in più, proprio i leader: D'Alema, Franceschini, Bersani e Rutelli.
Quindi, quando vi diranno che Berlusconi fa quello che vuole e non rispetta le istituzioni e il Parlamento, pensate anche che questi non stanno facendo nulla per impedirglielo. Nulla. Sono la miglior opposizione che il Cavaliere possa augurarsi.
Quindi, non credete al Pd. Mai. Se vi fosse passato in testa di votarlo, non fatelo. A me la tentazione non verrà più. Questa faccenda mi ha definitivamente convinto che il Partito Democratico e coloro che lo rappresentano creino solo danni. Io da questi non mi sento rappresentato. Anzi, sono sempre più convinto che molti di loro stiano in qualche libro paga di un noto miliardario milanese.