venerdì, maggio 18, 2012

Noi, figli di Goldrake

Magari abbiamo anche sorriso nel leggere il report della Coldiretti che ci racconta che l'Italia ha la classe dirigente più vecchia d'Europa, con un'età media di 59 anni. Ovunque, dalle banche alla pubblica amministrazione, dalla politica all'università finendo addirittura nel settore privato, le leve del potere sono saldamente nelle mani di intramontabili sessantenni, settantenni e addirittura ottantenni che non ne vogliono proprio sapere di cedere il posto. La chiamano gerontocrazia ed è uno dei mali di questo paese. Ma di chi è la colpa? Di questi arzilli signori dai capelli bianchi, magari già pensionati ma furbamente "consulenti", o di chi ha molti anni in meno? Ci pensavo stamattina ascoltando con tristezza i successi della fu Donna Summer, prima icona musicale di chi, come me, nasceva alla fine degli anni sessanta ed ha superato di poco i quaranta. E mi sono sentito chiamato in causa. Già, perchè la colpa è nostra. E' colpa di questa generazione, quella dei quarantenni. Una generazione che ha fallito in pieno il naturale ricambio generazionale. Gente adulta, con famiglia, costretta ancora oggi a togliersi il cappello dinanzi alla generazione dei propri genitori. Noi quarantenni, noi "figli di Godrake" (come amo chiamarci, perchè da bambini urlavamo "lame rotanti" sognando "Atlas ufo Robot"), abbiamo fallito, abdicando al naturale impegno di farci carico di questo Paese. Forse abbiamo dato tutto troppo per scontato e adesso, quando ci viene tolto pezzo per pezzo, non abbiamo nemmeno la forza di incazzarci. Rassegnati a tutto, addirittura ad aver perso il diritto alla pensione. C'è molta più vitalità nei ventenni, tra i quali si respira una voglia di riscatto, di autodeterminazione. Saranno loro a cacciare questi baroni inamovibili. Noi quarantenni, invece, staremo ancora una volta a guardare. Aspettando che scenda dal cielo un Mazinga o un Jeeg a salvarci.