Sembrava di essere tornati all'anno scorso, quando Bonolis-Laurenti hanno aperto il 60° Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Ma è stato solo un (lungo) avvio e il testimone è passato subito alla quarta conduttrice donna della storia del Festival, Antonella Clerici. Devo dire che, complessivamente, non mi è piaciuta. Sicuramente emozionata ma molto contenuta e precisina. Ed è stato questo il problema: troppo dimessa, troppo "capitata a caso" sul palco dell'Ariston. E, quindi, di dubbia efficacia. Come sempre, però, il debutto non è mai semplice, per nessuno (Baudo a parte).
Che c'entrasse Cassano lo devo ancora capire. Inno all'ignoranza? Inno al miliardario sbruffone? Che cosa?
Susan Boyle fa la sua parte, facendosi conoscere anche a buona parte del pubblico italiano che ne ignorava l'esistenza.
Il finale di Dita Von Teese è capace di risvegliare chiunque dell'abbiocco.
Veniamo alle canzoni:
Irene Grandi - La cometa di Halley - si comincia bene, anche se la voce si sente male. Buon pezzo, funziona. (8)
Valerio Scanu - Per tutte le volte che - brano mediocre, che non decolla mai (6).
Toto Cutugno - Aeroplani - mi fa piacere vedere che Toto sta meglio. Però la canzone è brutta e lui stona terribilmente. (4)
Arisa - Malamorenò - divertente, spensierata. Un brano retrò che conferma un personaggio interessante. (7)
Nino D’Angelo e Maria Nazionale - Jammo jà - Questa taranta non è male, ma D'Angelo ha fatto di meglio. Troppo radicata nel dialetto. (6.5)
Marco Mengoni - Credimi ancora - Deludente. Un brano quasi psichedelico, una gran voce che rimane chiusa in un baccano inutile. (5.5)
Simone Cristicchi - Meno male - Intelligente, sfrontata. Altra conferma per Cristicchi. (7.5)
Malika Ayane - Ricomincio da qui - Lei è bravissima, la canzone è difficile e va riascoltata. (8)
Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici - Italia amore mio - Imbarazzante, impresentabile. Un testo nauseante. Si salva il tenore. (3)
Enrico Ruggeri - La notte delle fate - Banale. Un brano minore per un qualsiasi album di Ruggeri. (6--)
Sonohra - Baby - Li hanno linciati. Io non l'ho trovata così orribile, anche se mi ricorda tante altre cose. (6)
Povia - La verità - Tanto baccano per una canzone che poi è, tutto sommato, gradevole e priva di polemiche. (7)
Irene Fornaciari e Nomadi - Il mondo piange - Mi chiedo che di facciano i Nomadi. Il brano regge (6+).
Noemi - Per tutta la vita - Mi aspettavo di meglio. Discreta. (6+)
Fabrizio Moro - Non è una canzone - Non l'ho capita, probabilmente. (5.5).
La commedia sugli eliminati è stata ridicola: hanno infatti seguito la scaletta delle esibizioni della serata e bastava avere l'ordine sott'occhio (c'era su Televideo, ad esempio), per capire con largo anticipo sulla busta che Cutugno, D'Angelo e il Trio erano fuori.Serata sottotono, canzoni mediocri: Sanremo, insomma. L'unica novità è il fatto che è finito presto, contrariamente alle serate-fiume del passato. Gli ascolti di questa prima serata volano attorno agli 11 milioni, il che farà felice la Rai
Che c'entrasse Cassano lo devo ancora capire. Inno all'ignoranza? Inno al miliardario sbruffone? Che cosa?
Susan Boyle fa la sua parte, facendosi conoscere anche a buona parte del pubblico italiano che ne ignorava l'esistenza.
Il finale di Dita Von Teese è capace di risvegliare chiunque dell'abbiocco.
Veniamo alle canzoni:
Irene Grandi - La cometa di Halley - si comincia bene, anche se la voce si sente male. Buon pezzo, funziona. (8)
Valerio Scanu - Per tutte le volte che - brano mediocre, che non decolla mai (6).
Toto Cutugno - Aeroplani - mi fa piacere vedere che Toto sta meglio. Però la canzone è brutta e lui stona terribilmente. (4)
Arisa - Malamorenò - divertente, spensierata. Un brano retrò che conferma un personaggio interessante. (7)
Nino D’Angelo e Maria Nazionale - Jammo jà - Questa taranta non è male, ma D'Angelo ha fatto di meglio. Troppo radicata nel dialetto. (6.5)
Marco Mengoni - Credimi ancora - Deludente. Un brano quasi psichedelico, una gran voce che rimane chiusa in un baccano inutile. (5.5)
Simone Cristicchi - Meno male - Intelligente, sfrontata. Altra conferma per Cristicchi. (7.5)
Malika Ayane - Ricomincio da qui - Lei è bravissima, la canzone è difficile e va riascoltata. (8)
Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici - Italia amore mio - Imbarazzante, impresentabile. Un testo nauseante. Si salva il tenore. (3)
Enrico Ruggeri - La notte delle fate - Banale. Un brano minore per un qualsiasi album di Ruggeri. (6--)
Sonohra - Baby - Li hanno linciati. Io non l'ho trovata così orribile, anche se mi ricorda tante altre cose. (6)
Povia - La verità - Tanto baccano per una canzone che poi è, tutto sommato, gradevole e priva di polemiche. (7)
Irene Fornaciari e Nomadi - Il mondo piange - Mi chiedo che di facciano i Nomadi. Il brano regge (6+).
Noemi - Per tutta la vita - Mi aspettavo di meglio. Discreta. (6+)
Fabrizio Moro - Non è una canzone - Non l'ho capita, probabilmente. (5.5).
La commedia sugli eliminati è stata ridicola: hanno infatti seguito la scaletta delle esibizioni della serata e bastava avere l'ordine sott'occhio (c'era su Televideo, ad esempio), per capire con largo anticipo sulla busta che Cutugno, D'Angelo e il Trio erano fuori.Serata sottotono, canzoni mediocri: Sanremo, insomma. L'unica novità è il fatto che è finito presto, contrariamente alle serate-fiume del passato. Gli ascolti di questa prima serata volano attorno agli 11 milioni, il che farà felice la Rai
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