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sabato, febbraio 20, 2010

Sanremo 2010 - Quarta serata

La stanchezza inizia a farsi sentire, per chi come me sta seguendo dall'inizio questa kermesse annuale. Invece la Clerici fa un passo in avanti: dopo aver consolidato gli ascolti e dimostrato di farcela da sola, può permettersi di giocare, di prendersi in giro e, quindi, di divertirsi. Eccola quindi ballare durante l'esibizione di Bob Sinclair in un abbigliamento che la fa somigliare, da una certa inquadratura, a Madonna. Si confermano anche stamattina gli ascolti, addirittura con uno share del 50%, quindi un trionfo per la riccioluta Antonella e, complessivamente, un risultato che fa impallidire anche Bonolis.Per il resto c'è poco da dire: intervallate da due esibizioni di Jennifer Lopez (simpaticissima), dallo spottone per la Sissi della Capotondi e dagli attesissimi Tokio Hotel, si ascoltano solo le canzoni, in questo vero Festival canoro.
Tutti i big cantano, rivisitandole, le loro canzoni. Devo dire che, spogliata del frastuono, quella di Mengoni acquista un nuovo senso, quella di Noemi inizia a piacermi mentre quella di Pupo&co, nonostante la ruffiana presenza del ct Lippi e la citazione nel testo della vittoria ai Mondiali rimane quella che è: una schifezza intollerabile. Infatti, il pubblico dell'Ariston fischia.Terminate le 12 esibizioni, che in media mancano di novità rilevanti, è la volta dei giovani: Jessica Brando, Tony Maiello, Luca Marino, Nina Zilli. Vince Maiello, pupillo della Maionchi ed bellino di X-Factor. Io preferivo di molto la Zilli e, ovviamente, il premio della critica è suo.
Ma l'inspiegabile arriva dopo. O, meglio, il prevedibile, visto il nazional-popolare che impera nei televoti: oltre a Scanu, che in fondo lo merita, rimangono in gara Pupo-Emanuele Filiberto-Canonico, provocando di nuovo una selva di fischi dai presenti. Sopravvive la canzone più orrida e ruffiana degli ultimi anni. Escono Fabrizio Moro e, udite udite, Enrico Ruggeri. Spengo la tv desolato. Ma un pensiero mi coglie: in fin dei conti io uso mai il televoto? No. E, se tutti quelli che fanno un po' gli snob nei confronti di "Italia amore mio" non votano, come si può impedire che il numero di televotanti nazional-popolari non raggiunga la massa critica capace di spedire a casa Ruggeri per tenere il Trio? E, a questo punto, il Principe e amici come si piazzaranno nella classifica finale?

venerdì, febbraio 19, 2010

Sanremo 2010 - Terza serata

Credo che il Sanremo formato Clerici possa insegnare a tutti quelli che verranno come dovrebbe essere un Festival: dedicato esclusivamente alla musica. La sua conduzione, sebbene a volte pasticciata, è veramente innovativa: Antonella è sempre sola sul palco, non ha valletti o spalle e si limita all'essenziale, ossia a guidare la serata annunciando le canzoni. Sono lontani anni luce i protagonismi baudiani, gli inutili commenti sui vestiti della mora/bionda di turno, la presenza di divetti di vario genere o di comici succhiaminuti. C'è pure meno pubblicità. Evitando il superfluo, finalmente rimane solo la musica. E, nonostante la tanta carne al fuoco, si riesce a terminare pochi minuti prima dell'una: un record, visto il numero di presenze. Ci fosse stato Baudo, si finiva oltre le due. Serata piacevole, anche se non sublime. Alle 21.50 hanno già cantato i cinque big eliminati, ossia Cutugno (stonato più che mai, forse per la presenza di Belèn Rodriguez), Valerio Scanu (con l'Amica Alessandra Amoroso), il trio Pupo-Principe-Tenore (con le Divas), Nino D'Angelo e Maria Nazionale (con Sparagna e le Voci del Sud) e i Sonohra (con Dodi Battaglia). Via al televoto, il cui esito sarà agghiacciante.
Il cuore della serata, ovviamente, sono le esibizioni dei sette grandi nomi della musica: Elisa (strepitosa), Miguel Bosè, Fiorella Mannoia, Edoardo Bennato (che bel momento!), Carmen Consoli (che commuove, specie per la presenza della Regina 91-enne Nilla Pizzi), Riccardo Cocciante (straripante, troppo) e Francesco Renga (il solito antipatico). Tutto scorre bene, concluso poi dal duetto Elisa-Mannoia in "Almeno tu nell'universo", che riporta il ricordo di Mimì all'Ariston. Teatro che omaggia, naturalmente, anche la vecchia Nilla Pizzi, stralunata e acciaccata, vittima dell'età avanzata ma ancora in grado di cantare, intonatissima, la sua "Vola colomba". Onore alla Regina.
Si corre poi, che è tardi, troppo tardi. E, infatti, la prima dei giovani è minorenne ed è già passata la mezzanotte: niente diretta per lei ma un triste video delle prove. E' panico e successiva polemica. Giudizi:

Jessica Brando - Dove non ci sono ore: presenza virtuale, canzone caruccia (6.5)
Nicolas Bonazzi - Dirsi che è normale: passabile (6-)
La Fame di Camilla - Buio e luce: non mi piace (5)
Tony Maiello - Il linguaggio della resa: il bellino di X-Factor non mi convince (5)
Romeus - Come l'autunno: buono l'arrangiamento (6.5)

Niente di che, tra le nuove leve. Passano la Brando (per ricompensarla della beffa?) e Maiello (eccheppalle, con 'sti volti tv!).
Dopo gli esiti dela Nuova Generazione, la busta si apre per i recuperi, ed ecco lo shock, anche se è quasi l'una: ritorna in gara Scanu (l'esercito di Amici inizia a farsi sentire, speriamo non fino alla finale) ed era previsto. Ma, orrore, torna in gara anche il trio Pupo-Principe-Tenore, il che è scandaloso, visto che è la canzone più brutta in assoluto di questo Festival e probabilmente tra le più atroci dell'intera storia sanremese. Chi diavolo li ha votati? E perchè?
Con questo dubbio, vado a nanna. Stamattina, scopriamo che gli ascolti tengono molto bene, con il 46% di share. La Clerici ha superato l'esame.

giovedì, febbraio 18, 2010

Sanremo 2010 - Seconda serata

Ad Antonella Clerici va riconosciuto il merito di chiudere anche la seconda serata in orario umano. Ringraziamo lo scampato pericolo di fare i nottambuli anche quest'anno.
Si apre col can-can parigino, si rimane incantati dinanzi alla bellezza e alla classe di Rania di Giordania, si sorvola sui tre tenorini diventati piccole star in Usa, complice Quincy Jones e il dubbio remake di "We are the world". Antonellina se la cava bene e molto meglio dell'esordio. Ci scappa anche la gaffe (?), prima di lanciare la pubblicità: "adesso la do!". Ma va benissimo, sdrammatizza il rito. C'è anche la Hollywood di "Avatar" con Michelle Rodriguez, nota anche come la Ana Lucia della seconda stagione di Lost. C'è pure la musica, nel Festival della canzone.
Scorrono tutti i big e il riascolto giova ad alcuni, meno ad altri.
Verso la fine, è il turno dei primi cinque giovani, votati poi dai musicisti e dall'immancabile televoto. I miei giudizi:

Nina Zilli (L'uomo che amava le donne) - (8)
Broken Heart College (Mesi) - (4)
Mattia De Luca (Non parlare piu') - (6)
Jacopo Ratini (Su questa panchina) - (7)
Luca Marino (Non mi dai pace) - (6--)

Passa la Zilli e mi va bene. Passa il noioso Marino, al quale avrei preferito di gran lunga il più originale Ratini. Ma tant'è.
Finale di serata con i nomi degli altri due esclusi dei big: Sonohra e, udite udite, Valerio Scanu. L'effetto "Amici" dell'anno scorso potrebbe non funzionare stavolta. Però, se per i Sonohra potrebbe essere finita qui (c'è un Nino D'Angelo che potrebbe rientrare), sicuramente Scanu sarà recuperato stasera. E magari, poi, finire sul podio. Non al primo posto, però. Oramai si sa l'esito, guardando la tracklist della compilation che esce domani: quest'anno vincerà un donna. E, precisamente, Irene Grandi.

mercoledì, febbraio 17, 2010

Sanremo 2010 - Prima serata

Sembrava di essere tornati all'anno scorso, quando Bonolis-Laurenti hanno aperto il 60° Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Ma è stato solo un (lungo) avvio e il testimone è passato subito alla quarta conduttrice donna della storia del Festival, Antonella Clerici. Devo dire che, complessivamente, non mi è piaciuta. Sicuramente emozionata ma molto contenuta e precisina. Ed è stato questo il problema: troppo dimessa, troppo "capitata a caso" sul palco dell'Ariston. E, quindi, di dubbia efficacia. Come sempre, però, il debutto non è mai semplice, per nessuno (Baudo a parte).
Che c'entrasse Cassano lo devo ancora capire. Inno all'ignoranza? Inno al miliardario sbruffone? Che cosa?
Susan Boyle fa la sua parte, facendosi conoscere anche a buona parte del pubblico italiano che ne ignorava l'esistenza.
Il finale di Dita Von Teese è capace di risvegliare chiunque dell'abbiocco.
Veniamo alle canzoni:

Irene Grandi - La cometa di Halley - si comincia bene, anche se la voce si sente male. Buon pezzo, funziona. (8)

Valerio Scanu - Per tutte le volte che - brano mediocre, che non decolla mai (6).

Toto Cutugno - Aeroplani - mi fa piacere vedere che Toto sta meglio. Però la canzone è brutta e lui stona terribilmente. (4)

Arisa - Malamorenò - divertente, spensierata. Un brano retrò che conferma un personaggio interessante. (7)

Nino D’Angelo e Maria Nazionale - Jammo jà - Questa taranta non è male, ma D'Angelo ha fatto di meglio. Troppo radicata nel dialetto. (6.5)

Marco Mengoni - Credimi ancora - Deludente. Un brano quasi psichedelico, una gran voce che rimane chiusa in un baccano inutile. (5.5)

Simone Cristicchi - Meno male - Intelligente, sfrontata. Altra conferma per Cristicchi. (7.5)

Malika Ayane - Ricomincio da qui - Lei è bravissima, la canzone è difficile e va riascoltata. (8)

Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici - Italia amore mio - Imbarazzante, impresentabile. Un testo nauseante. Si salva il tenore. (3)

Enrico Ruggeri - La notte delle fate - Banale. Un brano minore per un qualsiasi album di Ruggeri. (6--)

Sonohra - Baby - Li hanno linciati. Io non l'ho trovata così orribile, anche se mi ricorda tante altre cose. (6)

Povia - La verità - Tanto baccano per una canzone che poi è, tutto sommato, gradevole e priva di polemiche. (7)

Irene Fornaciari e Nomadi - Il mondo piange - Mi chiedo che di facciano i Nomadi. Il brano regge (6+).

Noemi - Per tutta la vita - Mi aspettavo di meglio. Discreta. (6+)

Fabrizio Moro - Non è una canzone - Non l'ho capita, probabilmente. (5.5).


La commedia sugli eliminati è stata ridicola: hanno infatti seguito la scaletta delle esibizioni della serata e bastava avere l'ordine sott'occhio (c'era su Televideo, ad esempio), per capire con largo anticipo sulla busta che Cutugno, D'Angelo e il Trio erano fuori.Serata sottotono, canzoni mediocri: Sanremo, insomma. L'unica novità è il fatto che è finito presto, contrariamente alle serate-fiume del passato. Gli ascolti di questa prima serata volano attorno agli 11 milioni, il che farà felice la Rai