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giovedì, gennaio 24, 2008

Prodi è caduto. Viva Prodi.

Il primo deja-vu è già avvenuto stasera guardando la faccia gongolante di Emilio Fede, mentre ascoltava estasiato la voce della sua divinità dissertare di quello che farà a breve, quando tornerà a Palazzo Chigi. Fede aveva i lucciconi e, con voce tremante e probabilmente le mutande bagnate, annunciava che "domani è un altro giorno". Se non appartenesse già a Vespa, poteva partire il "Tema di Tara" .
Della serie "dove eravamo rimasti?". Fede che guarda avanti e vede un radioso futuro ove Rete 4 rimarrà lontana dal satellite e, assieme alle altre televisioni del gruppo, scenderà in guerra ancora una volta per riportare il Cavaliere al governo.
Tutto come prima: nessuna riforma televisiva, nessuna legge sul conflitto di interessi. Berlusconi potrà contare sullo stesso sconfinato potere mediatico che già due volte ha permesso il suo trionfo elettorale. E allora, perchè attendere? Subito al voto, sibila. Ed ha ragione. C'è qualcuno che ha voglia di sorbirsi almeno un anno di governo tecnico che si fa i trip sul modello di voto? Almeno il Cavaliere ha un merito: vuole rivotare con la stessa porcata partorita dal suo stesso esecutivo. O è impazzito o sa per certo di far faville. Ma, mentre pensiamo a Tremonti già scalpitante nel trovare mille modi diversi per dilapidare quanto faticosamente ha messo da parte Padoa-Schioppa e piangiamo l'ennesima sconfitta dei lavoratori dipendenti che, dopo le promesse di ridistribuzione, si vedranno scippare di nuovo tutto, rinviamo le riflessioni su Berlusconi. Avremo tempo anni per farlo.
Prodi è caduto. Viva Prodi. Tra tutte i componenti di questo governo finito da poche ore, credo che il Professore sia quello che ne esce in maniera più dignitosa. Lui ce l'ha messa tutta. Ci ha creduto fino in fondo. E' stato straordinario, considerando i mezzi che aveva. E qualche risultato lui, Bersani e Padoa-Schioppa l'hanno portato a casa. Abbiamo avuto una sorta di risanamento, il recupero dell'avanzo primario, qualche liberalizzazione e un recupero dell'evasione. Buon risultato. Peccato che, proprio quando si stavano pensando forme di ridistribuzione, sia successo quello che è successo. Così, paradossalmente, nel pensiero di molti italiani (non solo in quello dei berlusconiani il cui unico fine è vedersi ridurre le tasse), Prodi verrà ricordato come quello che non ha combinato nulla.Il paradosso è che Berlusconi ora è talmente rimpianto che rivincerà. Eppure, per far torcere le budella a molta gente, basterebbe ricordare che è quello che ha permesso la più grande truffa ai cittadini della storia recente, ossia la gestione inesistente del changeover tra lira ed euro oppure quello che ha fatto la Legge 30. Ma gli italiani non hanno memoria. Al massimo ricordano qualche risultato calcistico.
Prodi è caduto e mi sento avvelenato.
Faccio quattro nomi di persone che mi stanno facendo girare i coglioni alla grande:
1) Mastella, per ovvi motivi.
2) Dini, perchè ha quasi ottant'anni e si permette di decidere le sorti del Paese come se dovesse viverci per chissà quanto ancora. Fra lui e Clemente ci dev'essere stata una certa solidarietà: hanno entrambi le mogli nei pasticci.
3) Turigliatto, perchè ha voluto essere talmente a sinistra da scivolare oltre il bordo e risbucare a destra. Ma dove l'hanno pescato? Rispetto la sua coerenza, ma credo che da oggi debba essere coerente in una stanza buia, lontano dal Senato.
4) Veltroni, perchè nel suo predicare ha combinato guai a non finire. Ha parlato a Berlusconi quando con lui neppure Fini e Casini parlavano, riportandolo di fatto al centro della Cdl. Inoltre, come ha fatto notare Rosy Bindi, ha straparlato di legge elettorale affermando pure di voler correre da solo, facendo imbufalire Mastella il quale non ha aspettato altro che la prima occasione per mandare tutto a puttane.
A questi "Fantastici 4" de noantri aggiungerei naturalmente la Chiesa che, nel mezzo di tutto questo casino, non ha perso occasione in questi giorni per continuare a dettare istruzioni per l'uso della vita per bocca di Ruini, di Bagnasco e dello stesso Ratzinger. Praticamente non c'è cazzata nel quotidiano di ciascuno di noi dove la Chiesa non si arroghi il diritto di mettere il naso. Vabbè che Dio ci vede ovunque, ma almeno quello tace. Questi sono un'autentica lagna quotidiana! Porca miseria, ma non riusciamo a regalare il Vaticano a qualcuno?
Chiudo tornando a Prodi: Prof, grazie per averci provato a rendere questo Paese un Paese normale. Ma, caro Romano, come hai visto c'è ben poco da fare. In Italia ci sono troppi Mastella. Sono milioni. Ci sovrastano. Ci inghiottono.E adesso? Beh... andiamo a votare. Nel frattempo, mi informo sulle modalità di rinnovo del passaporto. Il mio è scaduto, ma pensavo che per cinque anni potesse stare così. Invece no.

domenica, dicembre 30, 2007

Dini chi?

Tra le ultime emozioni che la politica nostrana ci regala in questa fine 2007, come non rilevare l'ultimatum del Rospo al governo? Lamberto Dini, con la forza determinante dei suoi 3 (tre!!!) senatori liberaldemocratici (tra cui Fisichella), presenterà il suo programma in 7 punti che dovrà essere il nuovo faro per la navigazione dell'esecutivo: infatti o verrà accettato nella sua interezza o tutti a casa. Mi tremano le ginocchia mentre attendo di conoscere quali siano i dettagli di questi 7 punti elaborati dai liberaldemocratici e quindi dal genio irripetibile di "Lambertow". Sicuramente saranno delle cose illuminanti, dei punti da prendere come tavole della legge per "rilanciare l'economia" anzichè "ripartire le risorse e ridare potere d'acquisto ai salari". Infatti, il Rospo dice che "non è con la redistribuzione che si supera il declino, ma si lo si fa rilanciando l'economia".
Dio, che paura, caro Lambertow!
La sa una cosa? Se avessimo una maggioranza più stabile (ancora grazie, Calderoli), le istanze di 3 senatori liberaldemocratici sarebbero degne della stessa attenzione che si può dare ad una avvenente ragazzina che lascia scivolare la spallina di un reggiseno per farsi notare. E lei, Dini, non è neppure avvenente. Anche se, di farsi notare, ne ha una gran voglia.
Mi permetta un ultimo appunto: per quanto tempo volete menarcela con questa maledetta storia di rilanciare l'economia per farci tutti felici? Sono anni e anni che tirate in ballo 'sta stronzata demagogica mentre le strade sono piene di ricconi evasori in Suv e delle loro puttanelle. Sono anni e anni che ci raccontate questa fiaba mentre i prezzi sono alle stelle proprio a causa di quei furbi che fanno il mercato e quindi l'economia. Caro Lambertow, se vuole ottenere le prime pagine si inventi delle cose più originali. Di economia da rilanciare, nel paese dei furbi e cialtroni, proprio non se ne può più. Se vuol tornare a destra, lo dica chiaro e tondo.

P.S. - Dini è nato nel 1931. Quindi ha 76 anni. Perchè a decidere le sorti di questo paese sono sempre persone che, per la legge di natura, dovrebbero starsene ai giardini pubblici a dar da mangiare ai piccioni? Siamo proprio sicuri che l'allungamento della vita sia essenzialmente una cosa positiva?

lunedì, ottobre 01, 2007

October Risiko

Ore difficili per il governo. La faccenda del Welfare sembra una matassa sempre più intricata.
La "sinistra antagonista", come la definisce la stampa filogovernativa (cielo, quanto è schiarata "La Repubblica"!) proprio non manda giù il protocollo firmato dai sindacati che Prodi, naturalmente, non intende modificare. Il tutto potrebbe portare ad una crisi di governo, specialmente se le consultazioni nelle aziende arriveranno a dire no all'intesa. Sarebbe la vittoria della Fiom e una sonora sberla ai sindacati, in particolar modo ad Epifani e la sua Cgil.
In sostanza, il governo verrebbe bastonato dai lavoratori e dalla sinistra della maggioranza.
Ma è plausibile che Diliberto, Pecoraro, Mussi e Giordano si prendano realmente la responsabilità di far cadere Prodi? Può essere ancora una volta la sinistra a far cadere il professore?
Credo sia più realista l'ipotesi dei centristi in movimento, in particolare Lamberto Dini, che ormai si sente soffocare dentro questa coalizione e avrebbe già venduto l'anima al Cavaliere. Inoltre c'è Mastella, impegnato ad intercettare i voti in uscita dalla Margherita, sgozzata sull'altare del Pd. Un gran movimento, insomma.
Sullo sfondo, una Finanziaria che non accontenta tutti ma non sembra essere la peggiore concepibile: ci sono anche alcune cose "sociali", oltre alle tradizionali concessioni a Confindustria.
Prodi naviga a vista, conscio di poter cadere da un momento all'altro, vittima di congiure di Palazzo. Berlusconi, dietro l'angolo, sogghigna ed è pronto a tornare. Ne ha ben donde: quando riprenderà il potere lo farà in grande stile e senza nessuna differenza rispetto al 2001. Il suo conflitto d'interessi è ancora lì e nessuno dei "comunisti" lo ha guarito. Che importa se poi Bossi sbraita e parla di lotte di liberazione nel Nord? Tanto, si sa, basta dire che "l'Umberto l'è fatto così".
Insomma, sopravviverà quest'esecutivo? L'agendina è fitta fitta...
Il 14 p.v. nascerà il Pd e ne assaggeremo gli esiti: prevedo un'emorragia di persone dai Ds e dai Dl.
Il 20 p.v. ci sarà la manifestazione sul Welfare di parti del governo contro il governo.
Il tutto, anticipato dagli esiti del referendum nelle aziende (a Mirafiori è già tensione).
Credo che, nei prossimi giorni, ci sarà da divertirsi. Per non piangere, ovviamente.