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giovedì, gennaio 24, 2008

Prodi è caduto. Viva Prodi.

Il primo deja-vu è già avvenuto stasera guardando la faccia gongolante di Emilio Fede, mentre ascoltava estasiato la voce della sua divinità dissertare di quello che farà a breve, quando tornerà a Palazzo Chigi. Fede aveva i lucciconi e, con voce tremante e probabilmente le mutande bagnate, annunciava che "domani è un altro giorno". Se non appartenesse già a Vespa, poteva partire il "Tema di Tara" .
Della serie "dove eravamo rimasti?". Fede che guarda avanti e vede un radioso futuro ove Rete 4 rimarrà lontana dal satellite e, assieme alle altre televisioni del gruppo, scenderà in guerra ancora una volta per riportare il Cavaliere al governo.
Tutto come prima: nessuna riforma televisiva, nessuna legge sul conflitto di interessi. Berlusconi potrà contare sullo stesso sconfinato potere mediatico che già due volte ha permesso il suo trionfo elettorale. E allora, perchè attendere? Subito al voto, sibila. Ed ha ragione. C'è qualcuno che ha voglia di sorbirsi almeno un anno di governo tecnico che si fa i trip sul modello di voto? Almeno il Cavaliere ha un merito: vuole rivotare con la stessa porcata partorita dal suo stesso esecutivo. O è impazzito o sa per certo di far faville. Ma, mentre pensiamo a Tremonti già scalpitante nel trovare mille modi diversi per dilapidare quanto faticosamente ha messo da parte Padoa-Schioppa e piangiamo l'ennesima sconfitta dei lavoratori dipendenti che, dopo le promesse di ridistribuzione, si vedranno scippare di nuovo tutto, rinviamo le riflessioni su Berlusconi. Avremo tempo anni per farlo.
Prodi è caduto. Viva Prodi. Tra tutte i componenti di questo governo finito da poche ore, credo che il Professore sia quello che ne esce in maniera più dignitosa. Lui ce l'ha messa tutta. Ci ha creduto fino in fondo. E' stato straordinario, considerando i mezzi che aveva. E qualche risultato lui, Bersani e Padoa-Schioppa l'hanno portato a casa. Abbiamo avuto una sorta di risanamento, il recupero dell'avanzo primario, qualche liberalizzazione e un recupero dell'evasione. Buon risultato. Peccato che, proprio quando si stavano pensando forme di ridistribuzione, sia successo quello che è successo. Così, paradossalmente, nel pensiero di molti italiani (non solo in quello dei berlusconiani il cui unico fine è vedersi ridurre le tasse), Prodi verrà ricordato come quello che non ha combinato nulla.Il paradosso è che Berlusconi ora è talmente rimpianto che rivincerà. Eppure, per far torcere le budella a molta gente, basterebbe ricordare che è quello che ha permesso la più grande truffa ai cittadini della storia recente, ossia la gestione inesistente del changeover tra lira ed euro oppure quello che ha fatto la Legge 30. Ma gli italiani non hanno memoria. Al massimo ricordano qualche risultato calcistico.
Prodi è caduto e mi sento avvelenato.
Faccio quattro nomi di persone che mi stanno facendo girare i coglioni alla grande:
1) Mastella, per ovvi motivi.
2) Dini, perchè ha quasi ottant'anni e si permette di decidere le sorti del Paese come se dovesse viverci per chissà quanto ancora. Fra lui e Clemente ci dev'essere stata una certa solidarietà: hanno entrambi le mogli nei pasticci.
3) Turigliatto, perchè ha voluto essere talmente a sinistra da scivolare oltre il bordo e risbucare a destra. Ma dove l'hanno pescato? Rispetto la sua coerenza, ma credo che da oggi debba essere coerente in una stanza buia, lontano dal Senato.
4) Veltroni, perchè nel suo predicare ha combinato guai a non finire. Ha parlato a Berlusconi quando con lui neppure Fini e Casini parlavano, riportandolo di fatto al centro della Cdl. Inoltre, come ha fatto notare Rosy Bindi, ha straparlato di legge elettorale affermando pure di voler correre da solo, facendo imbufalire Mastella il quale non ha aspettato altro che la prima occasione per mandare tutto a puttane.
A questi "Fantastici 4" de noantri aggiungerei naturalmente la Chiesa che, nel mezzo di tutto questo casino, non ha perso occasione in questi giorni per continuare a dettare istruzioni per l'uso della vita per bocca di Ruini, di Bagnasco e dello stesso Ratzinger. Praticamente non c'è cazzata nel quotidiano di ciascuno di noi dove la Chiesa non si arroghi il diritto di mettere il naso. Vabbè che Dio ci vede ovunque, ma almeno quello tace. Questi sono un'autentica lagna quotidiana! Porca miseria, ma non riusciamo a regalare il Vaticano a qualcuno?
Chiudo tornando a Prodi: Prof, grazie per averci provato a rendere questo Paese un Paese normale. Ma, caro Romano, come hai visto c'è ben poco da fare. In Italia ci sono troppi Mastella. Sono milioni. Ci sovrastano. Ci inghiottono.E adesso? Beh... andiamo a votare. Nel frattempo, mi informo sulle modalità di rinnovo del passaporto. Il mio è scaduto, ma pensavo che per cinque anni potesse stare così. Invece no.

mercoledì, gennaio 23, 2008

Minchia, signor Clemente

Ho scritto pochi giorni fa che, tutto sommato, provo una certa forma di simpatia per lui. Però da questo a comprendere quello che sta facendo, ce ne passa.
Eppure che ci si poteva aspettare da Clemente Mastella di Ceppaloni se non l'ennesimo cambio di casacca durante l'ultimo giro di giostra del governo Prodi?
Qualcuno ci spiegherà l'equazione apparentemente insondabile che eguaglia gli arresti domiciliari della signora Sandra Lonardo con la tenuta della maggioranza.
Qualcuno ci spiegherà perchè un politico indagato debba per forza attaccare la magistratura e non difendersi dalle accuse con atti e testimonianze.
Capiremo in poche settimane quale ruolo Mastella assumerà nel prossimo governo di centrodestra.
Clemente Mastella mi stava pure simpatico. Ho anche scritto sul suo blog. Ma questo suo comportamento rivela tutto il marcio che si nasconde in questo modo di far politica.
Mastella fa fuori il governo per puro tornaconto personale.
Mastella mi è caduto in disgrazia.
Far cadere il governo in questo modo è una sciagurata impresa. Non ho mai perdonato Bertinotti di un simile atto, figuriamoci se perdonerò lui. Buon viaggio, signor Clemente.

venerdì, gennaio 18, 2008

L'Istat si sveglia (forse)

"La notizia che mi ha più preoccupato oggi è il fatto che il 50 per cento delle famiglie italiane vive con meno di 1.900 euro al mese. L'Istat lo ha detto molto chiaramente. Penso sia la prima cosa sulla quale la politica deve riflettere e intervenire".(Walter Veltroni, 17 gennaio 2008)

Magari evitate di riflettere troppo che vi si logora il cervello. Intervenite.
La notizia delle difficoltà dei cittadini non è una notizia. Lo sappiamo da anni. La vera notizia è che finalmente anche l'Istat lo confessa. E' ammissibile una nazione dove si sventolano questi dati solo perchè un autorevole istituto lo afferma? Signori, bastava andare a chiedere alle migliaia di massaie incazzate da almeno 5 anni. E' dal 2002 che ci stanno fregando. Vediamo un po' di fatti:
1) Con l'arrivo dell'euro, il 1 gennaio del 2002, conviviamo per 2 mesi tra nuova moneta e "vecchia" lira. Poi, dal 1 marzo, la lira sparisce dalle nostre tasche. In contemporanea, svaniscono anche i centesimi (quelli che costruivano prezzi tipo 2,23 o 0,81), ritenuti "fastidiosi". I prezzi, a quel punto, impazziscono. Quello che costava 1.000 lire costerà 1 euro dopo poche settimane. I commercianti si riempiono le tasche.
2) Il governo nega. Marzano parla di "percezione". Berlusconi tira in campo la mamma al mercato. I cittadini sono allucinati. Chi ha un salario fisso si vede ridurre il potere d'acquisto del 50%. Chi può fare i prezzi, invece, inizia a comprarsi il Suv e a fare la bella vita. Si restinge lo spartiacque del ceto medio: chi si impoverisce, chi si arricchisce. I sindacati sonnecchiano.
3) A colpi di condono, il governo Berlusconi premia gli evasori e i costruttori abusivi. Nel frattempo, visto i tempi cupi, i risparmi finiscono sul mattone. Il prezzo delle case va alle stelle.
4) La ciliegina: la legge 30 permette alle imprese di costruire una nuova forma di caporalato nei confronti dei lavoratori. A pagare sono soprattutto i giovani.
5) Stranamente, i prezzi che con l'euro forte dovevano abbassarsi (tipo benzina) come sosteneva ai bei tempi Alan Friedman nelle sue lezioni economiche, continuano a levitare.
6) All'arrivo di Prodi, nulla cabia. La batosta inferta al ceto medio italiano non viene (per ora) assolutamente riparata.

Questi sono, sommariamente, i fatti. L'euro ci ha ammazzati. La legge Biagi ha fatto il resto. C'è un clima oscuro dove chi fa i soldi non fa che lamentarsi chiedendo sgravi, da scaricarsi naturalmente sulle spalle dei soliti noti. Dicono che il lavoro in Italia costa troppo e bisogna tagliare.
Signori... ci avete tagliato gli stipendi, le pensioni, la sanità, i servizi, la sicurezza di un futuro. Rimane solo che ci tagliate la gola.

giovedì, gennaio 03, 2008

Sempre con ottimismo

"Verso la catastrofe, ma sempre con ottimismo".
Così Beppe Grillo ha chiuso il tradizionale discorso di fine anno dal suo blog. Sposo in pieno la sua idea di un secondo V-Day contro l'informazione, perchè in Italia è veramente scandalosa.
Sono stato un lettore di "Repubblica" per oltre vent'anni ma, in questi ultimi mesi, fatico a leggerla e la compro con meno assiduità, preso atto del suo appiattimento verso il Partito Democratico. Mi ha nauseato la campagna a favore del dialogo tra i Poli iniziato da Veltroni.
Ma come? Un giornale che per anni ha attaccato Berlusconi, ne ha evidenziato la pericolosità democratica e lo spaventoso conflitto di interessi, oggi ne parla come di un autorevole interlocutore?
Il PD è un enigma. Lo è in queste ore, quando la Binetti fa il coro a Bondi parlando di revisione della 194. Probabilmente Walter il mago se la caverà con un "siamo con chi difende la 194 ma anche con chi la vuole superare", ennesima affermazione cerchiobottista che porta da nessuna parte.
Verso la catastrofe, dice Grillo. Si fa meno fatica a credere a lui che all'appello all'impegno che ha fatto il Presidente Napolitano, in un pur apprezzabile discorso, sobrio e lucido. L'attuale inquilino del Quirinale è assai meno retorico di Ciampi: il suo stile mi piace. In generale, ho apprezzato il suo discorso: che altro poteva dire?
Ho apprezzato però meno il suo saluto al pontefice. Era necessario? Perchè dobbiamo sempre dare l'impressione di starcene a sovranità limitata? Era necessario nominare Benedetto XVI in un discorso di fine anno del Presidente di uno stato laico?
Il giorno dopo, con cortesia, Ratzinger ricambia il saluto da Piazza San Pietro, all'Angelus. Poi partono gli scud, con Ruini che parla di 194 e via dicendo. E lo stesso papa che tesse ancora le lodi della famiglia, unica cura contro i mali del mondo. Continuano le prove tecniche di teocrazia. E' bizzarro che, tra Kenya e Pakistan, tra morti bianche e diritti umani negati, le gerarchie ecclesiastiche continuino a prestare tanta attenzione a quella parte del popolo italiano che vorrebbe qualche diritto civile in più.
Verso la catastrofe. Probabile, specie con un Prodi assediato da chiunque, incapace di trasmettere i risultati ottenuti sul fronte del risanamento e le proposte per mettere qualche euro in più nelle nostre tasche. Di tutta quest'esperienza di governo, il Professore è probabilmente uno dei pochi ai quali non riconosco colpe particolari.
Gennaio è arrivato. Il freddo è arrivato. Il 2008 è arrivato.
L'Italia annaspa ancora e profuma di spazzatura bruciata, provenienza Napoli.
Sempre con ottimismo.

mercoledì, ottobre 10, 2007

In bilico

Dal momento che il possedere un'esigua maggioranza al Senato costituisce un'attenuante ma non una giustificazione, è palese che la vera iattura dell'esecutivo del Professore è sicuramente la litigiosità dei partiti che lo sostengono, dediti più a curare la personale bottega che la collegialità.
Chi sperava in questa maggioranza si sente frustrato e vorrebbe salvare il salvabile. Per questo motivo, probabilmente, il referendum tra i lavoratori darà come risultato vincente il SI. Della serie "siamo più responsabili noi di chi ci dovrebbe guidare".
Succede così in tante situazioni, dagli uffici ai cantieri. Il sistema si regge sul sacrificio dei pesci piccoli. Per quanto alta sia la torre, il peso si scarica sempre verso il basso.
Ciò non toglie che Prodi cammini perennemente su un terreno minato. Forse non cadrà da sinistra e nemmeno per colpa di Mastella o di Di Pietro. Cadrà per l'astuzia di Dini: buono buono, quatto quatto, il Rospo è riemerso dallo stagno e... gracida gracida.
 
In bilico
tra santi e falsi dei
sorretto da
un'insensata voglia
di equilibrio
e resto qui
sul filo di un rasoio
ad asciugar
parole
che oggi ho steso
e mai dirò
(da "Estate" - Negamaro, 2005)

sabato, ottobre 06, 2007

Di nuovo con Santoro?

Le gogne mediatiche non sono la cosa migliore che si possa fare. I processi in tv sono generalmente discutibili. Attaccare ben due volte, nel giro di pochi giorni, il ministro della Giustizia Clemente Mastella, facendone l'unico esempio della degenerazione della politica non è razionale: l'uomo di Ceppaloni è solo uno dei tanti ed è assurdo imputare solo a lui le colpe. Sulla questione De Magistris, però, le cose cambiano: parliamo di tutt'altra faccenda. Qualcosa che esce dal'alveo dell'"antipolitica & co." e si sposta in quello degli scontri tra istituzioni. In questo caso è necessario tirare per la giacca Mastella e chiedergli conto delle sue azioni; è giusto, insomma, ficcare il naso nella questione che riguarda il trasferimento del pm di Catanzaro.
Così come ha fatto Santoro in "Anno zero". Commettendo un errore, però: ha trattato malissimo l'argomento, lo ha "imbarbarito" (come sostiene D'Avanzo su Repubblica). Con le conseguenze che vediamo in queste ore: dalle dichiarazioni di solidarietà verso Mastella da parte dei colleghi alle sibilline frasi di Prodi, sembra che nessuno abbia gradito il lavoro del giornalista Rai. Tutti a lamentarsi (a torto o a ragione), mentre il guardasigilli è ormai divenuto un asso nel vittimismo: sbarra gli occhioni, allunga il collo e dice incredulo che tutti ce l'hanno con lui.
Di certo è che Santoro poteva far di meglio. Poteva creare meno scompiglio, salvaguardando la limpidezza dell'informazione. Ma le sue colpe, credo, finiscano qui. Non possiamo arrivare a delle dichiarazioni ambigue, tipo quella del Professore, che critica "Anno zero" molto duramente ma chiosa: "non voglio restringerne la libertà".
Che frase è? Prodi NON PUO' restringerne a libertà. Si sta per caso berlusconizzando? Ricorderei al Prof che, qualche anno fa, ci fu il famoso "editto bulgaro" del Cavaliere contro Biagi, Luttazzi e - appunto - Santoro. Furono buttati fuori dalla Rai. Ci indignammo parlando di: attacco alla libertà, bavaglio, regime, dittatura eccetera. E ora loro che pensano di fare? Ributtare fuori Santoro? Come il centrodestra? Non ci provate, cavolo!

lunedì, ottobre 01, 2007

October Risiko

Ore difficili per il governo. La faccenda del Welfare sembra una matassa sempre più intricata.
La "sinistra antagonista", come la definisce la stampa filogovernativa (cielo, quanto è schiarata "La Repubblica"!) proprio non manda giù il protocollo firmato dai sindacati che Prodi, naturalmente, non intende modificare. Il tutto potrebbe portare ad una crisi di governo, specialmente se le consultazioni nelle aziende arriveranno a dire no all'intesa. Sarebbe la vittoria della Fiom e una sonora sberla ai sindacati, in particolar modo ad Epifani e la sua Cgil.
In sostanza, il governo verrebbe bastonato dai lavoratori e dalla sinistra della maggioranza.
Ma è plausibile che Diliberto, Pecoraro, Mussi e Giordano si prendano realmente la responsabilità di far cadere Prodi? Può essere ancora una volta la sinistra a far cadere il professore?
Credo sia più realista l'ipotesi dei centristi in movimento, in particolare Lamberto Dini, che ormai si sente soffocare dentro questa coalizione e avrebbe già venduto l'anima al Cavaliere. Inoltre c'è Mastella, impegnato ad intercettare i voti in uscita dalla Margherita, sgozzata sull'altare del Pd. Un gran movimento, insomma.
Sullo sfondo, una Finanziaria che non accontenta tutti ma non sembra essere la peggiore concepibile: ci sono anche alcune cose "sociali", oltre alle tradizionali concessioni a Confindustria.
Prodi naviga a vista, conscio di poter cadere da un momento all'altro, vittima di congiure di Palazzo. Berlusconi, dietro l'angolo, sogghigna ed è pronto a tornare. Ne ha ben donde: quando riprenderà il potere lo farà in grande stile e senza nessuna differenza rispetto al 2001. Il suo conflitto d'interessi è ancora lì e nessuno dei "comunisti" lo ha guarito. Che importa se poi Bossi sbraita e parla di lotte di liberazione nel Nord? Tanto, si sa, basta dire che "l'Umberto l'è fatto così".
Insomma, sopravviverà quest'esecutivo? L'agendina è fitta fitta...
Il 14 p.v. nascerà il Pd e ne assaggeremo gli esiti: prevedo un'emorragia di persone dai Ds e dai Dl.
Il 20 p.v. ci sarà la manifestazione sul Welfare di parti del governo contro il governo.
Il tutto, anticipato dagli esiti del referendum nelle aziende (a Mirafiori è già tensione).
Credo che, nei prossimi giorni, ci sarà da divertirsi. Per non piangere, ovviamente.

martedì, settembre 25, 2007

Non si cambia l'Italia, viva Miss Italia

C'era un programma di 281 pagine, chiamato "Per il bene dell'Italia". Era il programma con il quale l'Unione ha vinto le elezioni del 2006 con una maggioranza talmente risicata che, di fatto, qualsiasi paginetta di questo libro di buone intenzioni già era destinata a diventare sogno.
Prodi ha deciso di provarci comunque, formando il suo governo. Dopo oltre un anno di operato, direi che due cose sono andate in porto:
- un parziale risanamento dei conti pubblici;
- l'avvio, finalmente, di una lotta all'evasione.
Oggi, il premier annuncia che, date le turbolenze di mercato che derivano dalle vicende dei mutui americani, NON verranno toccate le rendite finanziarie. Questo, oltre a non aprire una nuova logorante discussione, sembra aver tranquillizzato anche Dini, un alleato che, ultimamente, ha iniziato a imbizzarrirsi.
Peccato che il portare la tassazione delle rendite a livelli europei era uno dei punti più "nobili" del programma, una cosa che finalmente avrebbe portato un po'di giustizia sociale. Anche questo punto si aggiunge alla lista delle cose (per ora?) non risolte. Tra le tante, ricordo al Professore che:
a) non è stata "superata" la Legge Biagi che, a tutti gli effetti, gode ancora di ottima salute producendo i danni arcinoti;
b) non sono state abolite le "leggi vergogna" quali la Cirami, la Cirielli e quella sul falso in bilancio che tanto indignarono l'allora opposizione;
c) non è stata superata la Legge Gasparri sul sistema delle comunicazioni, legge che continua a regalare miliardi di euro, soprattutto a Mediaset;
d) a dispetto delle sentenze della Corte Costituzionale, Rete 4 e il tribuno Fede sono ancora in onda mentre Europa 7, titolare di quelle frequenze, ancora no;
e) non è stato risolto il conflitto di interessi. Il conflitto di interessi! Quello per il quale ci siamo afflitti per 5 anni e che, a questo punto, ci terremo ancora, caso unico nel mondo democratico;
f) sul versante dell'innovazione e della ricerca c'è il buio totale.
Non siamo messi bene, considerando che queste sono solo alcune cose che mi son venute in mente scrivendo queste righe.
Capisco che al Senato si rischi ogni giorno, quindi figuriamoci trattando delle "roba" del Cavaliere. Capisco che i tanti partiti che compongono la maggioranza si dedichino specialmente al loro "particulare". Ma, signori, quando si firma un contratto bisognerebbe far di tutto per rispettarlo. Lo hanno capito anche Cecchi Paone e la Goggi.
A proposito, abbiamo la nuova Miss Italia. E' la veronese Silvia Battisti, di 18 anni.

martedì, settembre 18, 2007

Prodi torna in Tv

Rivedere Bruno Vespa in Tv non è esattamente la cosa migliore che mi possa capitare, ma sicuramente ieri sera è valsa la pena, visto che ospite del gran cerimoniere era Romano Prodi, il Presidente del Consiglio.
A conti fatti, il Professore ha confermato quanto penso di lui (e non necessariamente di tanti che gli stanno attorno): al di là del suo bofonchiare e dell'aspetto da vecchio curato, ha delle idee e le difende con coraggio. E, oserei dire, è animato da onestà intellettuale e buone intenzioni.
Tra le tante cose dette, una mi ha colpito fortemente: quando ha risposto ad una giovane che gli chiedeva conto del sentimento di antipolitica che circola nel Paese e che ha trovato in Beppe Grillo un'espressione significativa. Riferendosi ai privilegi dei quali godono i politici (ben illustrati nel successo editoriale "La Casta" di Stella e Rizzo), Prodi ha affermato: "La classe politica deve dare l'esempio, su questo ha ragione. Ma lei descrive il politico come ricercatore del proprio vantaggio e dei benefit. Purtroppo è la società italiana che è così, basta vedere i casi dei concorsi. La politica deve dare l'esempio ma non credo che la società sia meglio della sua classe politica".
Da standing ovation! In altre parole, abbiamo i politici che ci meritiamo, perchè noi italiani siamo fatti così: furbi, arraffoni e sempre pronti ad usare ogni mezzuccio per nostro tornaconto.
Come dargli torto? Prodi ha detto una cosa impopolare, ma è la verità, no?
Stamattina, naturalmente, tutti i giornali titolano sulla sua dichiarazione di non ridurre l'Irpef al momento, perchè non ci sarebbero le risorse. E, tra le cose che ha sostenuto, questa è l'unica che per i nostri media pare aver importanza. Basti pensare al sondaggio del solito Mannheimer: per gli italiani la priorità assoluta è ridurre le tasse.
Anche qui c'è da riflettere, perchè evidentemente anni di strali berlusconiani e bossiani hanno lasciato il segno, se i cittadini sognano di pagare meno al fisco più di quanto sognino città vivibili, lavoro certo per i giovani, infrastrutture moderne, cultura, scienza, sviluppo sostenibile, rispetto per l'ambiente, assistenza per i bisognosi e gli anziani, servizi sanitari e via dicendo. Pagare meno tasse è sentita come l'esigenza maggiore. Avere qualche euro in più in tasca renderebbe felici tutti.
Mi pare un inno all'egoismo. Posso capire l'imprenditore che versa il 53% del suo lavoro all'erario, ma tutti gli altri?
E' veramente la riduzione fiscale la via per rendere felice il Belpaese? Non me ne capacito.

giovedì, luglio 26, 2007

Sinistramente a destra

Piero Fassino definisce sgradevoli le parole di Bertinotti ("Niente privilegi per i parlamentari"), sostiene che i Ds non hanno nulla da nascondere e che reagiranno "colpo su colpo" agli attacchi.
Non ho particolari dubbi sull'estraneità di Fassino e di altri dalla regia delle operazioni che li vedono coinvolti. Continuo a pensare che si sia trattato solo di inopportuno interessamento.
Quello che mi pare fuori luogo è il modo isterico con il quale il segretario dei Ds sta reagendo: s'incazza con Bertinotti, attacca la Forleo, invoca la sovranità del Parlamento, vede nemici ovunque. Insomma, sembra preda della sindrome di "lesa maestà". Questo mi ricorda Berlusconi, che reagisce nello stesso modo. Forse allora non era un problema solo di Silvio: ogni potente, quando si vede sospettato di qualcosa di losco, perde il lume. Questo, in parte, ci fa guardare al Cavaliere con maggiore indulgenza.
Il povero Piero è in crisi: dovrebbe pensare al Pd e deve invece difendersi da un magistrato.
Ma intanto, nonostante questo e nonostante le mosse difensive di Mastella e l'opinabile intervento di Napolitano (ma, per definizione, non mi metto certo a discutere l'operato del Presidente della Repubblica!), la brava Clementina va avanti e le ordinanze arrivano alla Giunta per le autorizzazioni della camera. Ora vedremo che succederà.
Intanto, tira una brutta aria sul fronte del lavoro. Epifani, di fatto, ha affermato di aver accettato la riforma delle pensioni più per stampellare il governo che per altri motivi.
A questo punto c'è da chiedersi: che diavolo hanno fatto i sindacati? In pratica, nulla. Hanno preso in toto quello che il governo proponeva: l'ennesima riforma che la mette in quel posto ai lavoratori e che soddisfa i poteri forti. Quando, a fronte di un intervento sul lavoro, Confindustria e Bankitalia paiono soddisfatti, c'è di che preoccuparsi.
Ed è così: cos'è cambiato, rispetto alla riforma Maroni? Niente. A parte l'abolizione dello scalone per passare agli scalini, siamo rimasti alla stessa cosa. Alla fin fine, nel 2009 (verificare, verificare) questa riforma produrrà gli stessi esiti di quella del governo di centrodestra. La linea è la stessa: bisogna restare al lavoro il più possibile e, poi, percepire la pensione più bassa possibile. E' una chiara riforma di destra. Non è sicuramente quanto ci si aspettava da un governo di centrosinistra.
In più, è accaduta una cosa gravissima, una cosa della quale non si è parlato nei Tg: la cassa previdenziale dei lavoratori dipendenti è passata in toto nelle mani del Tesoro (Padoa-Schioppa gode), che ora non dovrà più sentire i sindacati per utilizzare l'attivo previdenziale. In altre parole, se prima gli equilibri previdenziali erano comunque nelle mani dei lavoratori che, attraverso i sindacati, vedevano i coefficienti di calcolo delle pensioni definiti dalle casse stesse del fondo, adesso è tutto in mano del Ministero. Questo potrà definire, attraverso altri parametri (andamento demografico, PIL, bilancio statale), che cosa prelevare dalle casse previdenziali! Anzichè separare l'assistenza dalla previdenza, in modo che la prima non gravasse sulla seconda (Inps), si sono date a Padoa-Schioppa le chiavi della cassaforte dalla quale potrà prelevare quanto gli serve senza rederne conto ad alcuno.
Nasce spontaneo il dubbio che le spese assistenziali, anzichè venir separate, graveranno ancora di più sulle casse delle previdenza.
I nostri contributi, quindi, sono a disposizione del Tesoro che ne potrà fare quello che vuole: basterà un decreto per rivedere i coefficienti. Quest'orrore, in aggiunta al sequestro del Tfr, completa il quadro. Dov'è la sinistra in tutto ciò? E Cgil, Cisl e Uil, la notte dell'accordo, si erano forse appisolate?
Torno all'inizio, torno a Fassino. Lo guardo e penso a Berlusconi. Penso al domani, al dopo Prodi, al Grande Centro. All'omogeneità di interessi e intenti. Tutto ciò mi turba. Cosa bolle in pentola veramente? Piero, sii sincero: mai tentato dall'idea di allearti con Forza Italia? In fin dei conti, cosa cambierebbe?

venerdì, giugno 22, 2007

I giochi sono fatti

Dopo l'allarme del Presidente Napolitano e il si di Veltroni a candidarsi leader del nascente Partito Democratico i giochi sono fatti: Prodi deve cadere, vittima di una legislatura che non gli ha dato respiro e di un impopolarità che considero ancora inspiegabile. I fischi che riceve ovunque sono sintomo del malessere del Paese, anche se ancora non riesco a razionalizzare il motivo di questa caduta di consensi: Berlusconi ha fatto molto peggio, nel primo anno del suo esecutivo, concentrandosi soprattutto sui suoi interessi, eppure adesso sembra di nuovo il salvatore della Patria.
Prodi deve cadere perchè hanno tutti voglia di elezioni, specie la sua maggioranza, che deve mettere alla prova delle urne il PD e Sinistra Democratica, il movimento di Fabio Mussi. Come? E' tutto pronto: basta un "incidentino" al Senato, la mancanza di voti pilotata da qualche "dissidente" e il Professore va a casa. Quindi, subito dopo, con il placet del Quirinale, si fa un governo di transizione con due priorità: riforma delle pensioni (e ti pareva!) e legge elettorale (così garantiamo a Silvio di governare come un re altri cinque anni).
Ovvio che tutte le cose del programma di 281 pagine dell'Unione, tra le quali il conflitto di interesse e la riforma televisiva, finiscono nel cesso.
Finito il governo istituzionale, si va al voto nella primavera del 2008, dopo una prevedibile nuova campagna elettorale logorante incentrata su Silvio e Walter. Alè, i giochi sono fatti.
A seguito di questo, vedendo ormai le alchimie dei partiti rimanere vive e vegete, mi iscrivo virtualmente al V-Day, il Vaffanculo Day di Beppe Grillo. E' l'unica cosa sensata da fare.

lunedì, giugno 18, 2007

Istinto di conservazione

Istinto di conservazione. La nostra classe politica, mediocre all'inverosimile ed autoreferenziale, ora è messa in crisi dalle intercettazioni rese pubbliche e, poco dopo, dalle rivelazioni di Stefano Ricucci. Una bufera che trascina dentro un po' tutti, dipingendo un quadro desolante che vede persone strapagate, che dovrebbero occuparsi del nostro bene, invischiate in ambigue contrattazioni con il potere economico. Il rafforzamento del potere politico fa indubbiamente gola a questi signori e se per raggiungerlo è necessario dare il placet ad operazioni finanziarie spegiudicate, santa pazienza.Ora, beccàti con le dita dentro il vaso della marmellata, che fanno? Sottolineano che non c'è nulla di illegale, ed è vero. Ma si fermano lì: non si vergognano, non dicono che hanno fatto un figura misera e che quindi se ne andranno a casa. No. Anzi, attaccano: è una barbarie intercettarli. Ricucci delira.Secondo me c'è il fantasma del '92 che aleggia e questi si stanno pisciando sotto. E' possibile che queste cosucce siano solo il guscio e che dentro ci sia veramente molto schifo. Quindi eccoli subito a correre, che mica vogliono finire come Craxi.
Centrodestra e centrosinistra a braccetto per difendere il loro orticello, sempre più estraneo alla gente. Vogliono fare la legge sulle intercettazioni, perchè nessuno li spii più. E, udite udite, pure sulla giustizia sembra stiano trovando un accordo: separiamo le carriere e basta, così i magistrati non avranno più la forza per fare un altro '92. Il sogno di Berlusconi che si avvera grazie anche ai "comunisti".
Tutto questo è di una tristezza inaudita: l'istinto di conservazione di questa casta è al lavoro per permetterne la sopravvivenza. Perchè le cose rimangano così. Perchè, nonostante quanto sta succedendo, non hanno il fegato di farsi da parte. Vogliono essere per sempre protagonisti.
Alle prossime elezioni, dovremo essere rappresentati ancora da loro. Poi si discute ancora di antipolitica. No. Dobbiamo passare al nuovo modello: AntiQuestiPolitici.

venerdì, giugno 15, 2007

A Romano

Tutti lo vogliono mandare a casa.
Elezioni, elezioni.
Avversari e amici, industriali e chiesa.
Elezioni, elezioni.
Vogliono che si tolga dalle balle.
Elezioni, elezioni.
Striscia il biscione alle sue spalle.
Elezioni, elezioni.
Lo accusano di aver fatto nulla.
Elezioni, elezioni.
Alchimie centriste, bambini nuovi in culla.
Elezioni, elezioni.
Risultati non si vedono, la gente urla.
Elezioni, elezioni.
Intercettare è un crimine, le lobby fanno burla.
Elezioni, elezioni.
 
Romano, non mollare. Insisti ancora. Incazzati.
Se molli, sei finito. Allora, muoia Sansone e
tutti i filistei. Trascina il sistema con te.
Non dargli la legge elettorale.
E' tutto un trappolone.
Vai avanti. Adagio adagio, come dici tu. Ma a muso duro.

giovedì, giugno 07, 2007

Veleni su veleni


Il governo ha retto al Senato e per il momento tiene botta.
Prodi lamenta il fatto che l'agenda politica venga dettata dall'opposizione e che si debba cambiare rotta. E' una considerazione sacrosanta ma ci si chiede come si possa uscire da questa situazione. Sono anni, ormai, che Berlusconi determina di cosa si deve discutere in Italia, guadagnando sistematicamente le prime pagine. Inoltre, grazie alle inchieste di Bonini e D'Avanzo si sta profilando sempre più nettamente un meccanismo strisciante che mira sistematicamente alla demolizione del centrosinistra attraverso la messa alla berlina dei suoi dirigenti.
E' una commistione di poteri: i giornali del leader dell'opposizione, schegge dei servizi segreti (anche se Nicolò Pollari non è proprio una scheggia), le intercettazioni Telecom e via dicendo. In questi anni abbiamo assistito a numerosi episodi di questo genere, dei quali la vicenda Visco-Gdf sembra essere (per ora) solo l'ultimo.
Abbiamo avuto:
- il dossier Mitrokhin sui conti segreti a favore dell'ex-Pci per il quale la Cdl, quando era maggioranza, istituì una commissione d'inchiesta contro l'opposizione (episodio senza precedenti) diretta da Paolo Guzzanti;
- il caso Telecom-Serbia alimentato dalle rivelazioni dell'ambiguo Igor Marini che parlò di tangenti a favore di Prodi (Mortadella), Dini (Ranocchio) e Fassino (Cicogna). La vicenda fu montata a dismisura, con relativa commissione presieduta da Trantino che dominò le cronache politiche per settimane, gettando veleni su veleni per poi finire in un nulla di fatto, visto che Marini era solo la punta dell'iceberg di un complotto ordito da personaggi oscuri quali un certo Volpe;
- le intercettazioni di Fassino nella faccenda Unipol-Consorte che portarono il segretario Ds nell'occhio del ciclone proprio nel periodo elettorale. Il partito venne accusato di ingerenza nell'economia e sottoposto ad ogni genere di critiche;
- la fuga di notizie sul patrimonio personale di Prodi e dei suoi lasciti ai figli.
Tutto questo, incluso le faccenda di Abu Omar (Prodi ha fatto peggio di Berlusconi ponendo il segreto di Stato) e del Nigergate (fu la pistola fumante per la guerra in Iraq) nelle quali i servizi segreti paiono aver svolto un ruolo decisivo, non fa altro che confermare i sospetti circa l'esistenza di una "fabbrica di scandali" montati ad arte per creare tensioni nel Paese.
Ora, se trattasi di nuova P2 non è chiaro ma certo non c'è di che ridere.
Anche perchè, proprio mentre scema la faccenda di Speciale, il generale che ha lanciato delle accuse pesantissime al viceministro Visco, si profila il nuovo affaire: le nuovo intercettazioni sul caso Unipol e certi conticini sudamericani di D'Alema...

domenica, giugno 03, 2007

Vogliamo soffrire! Ridateci Silvio!


Prodi contestato a Trento da un gruppo di manifestanti contro la base di Vicenza. Il premier è stato costretto ad interrompere la sua relazione al Festival dell'Economia. Al termine, il Professore deve andarsene scortato dalla celere.Intanto, Fini accusa Napolitano: non può dire che la destituzione del comandante della Gdf non è di sua competenza. E, da Pontida, Bossi tuona: "La gente vuole le elezioni politiche, il paese è in grave difficoltà, mi rivolgo al presidente della Repubblica".La Cdl sta quindi facendo pressing sul Capo dello Stato mentre l'impopolarità del governo esplode in tutta la sua violenza. Signori, probabilmente ci siamo: Prodi sta per andare a casa. Ed è bizzarro, ma certo non soprendente, che la vera spallata al governo la stia dando il popolo di centrosinistra: siamo talmente intransigenti e votati all'autolesionismo che non possiamo mai turarci il naso e dare un po' di tempo a chi ci rappresenta. Siamo degli abili strateghi: grazie ai nostri mal di pancia stiamo mandando dei segnali importanti a Roma, no? Stiamo chiedendo a questi di farsi da parte. Perchè noi vogliamo soffrire: rivogliamo Berlusconi e la sua banda. Vuoi mettere come ci appassionavamo con lui? Vuoi mettere il piacere sadomaso di poterlo criticare, di non dormirci la notte, di imprecare contro le sue scelte? Anche perchè, quelli di destra, mica si lamentano mai del "loro" governo! Avete mai sentito uno di loro che abbia sparato a zero su Berlusconi, o su Fini o, perlomeno, su Calderoli? Io mai. Loro mai metterebbero fuoco sotto il culo ai loro eletti! Invece noi siamo tutti d'un pezzo, democratici e puri. Se Prodi non ci piace più è giusto che vada a casa... meglio così, pittosto che sentire un leggero fastidio quando lo vediamo. Rivogliamo Silvio... sperando che stavolta riesca anche nel nostro peggior incubo: mettere il simbolo del biscione nello stemma della Repubblica Italiana.

giovedì, maggio 31, 2007

AntiQuestiPolitici


Faccio difficoltà a commentare i risultati delle ultime elezioni amministrative. Posto che nel mio Comune si va al ballottaggio e che i giochi sono ancora aperti, è evidente che quanto è successo sia una sonora sberla al centrosinistra che da un anno governa anche a livello nazionale. Il Nord ha punito fortemente tutti i suoi candidati ed è inevitabile fare riferimenti a Prodi e gli altri. Al di là della semplica evidenza che chi governa viene tendenzialmente punito a tutte le consultazioni di "mid-term" (anche se, mi chiedo, ciò non succederebbe se governasse bene) siamo decisamente ad un punto di rottura. Il governo Prodi è già bollito. Diciamo pure che è nato bollito, causa il "porcellum" di Calderoli e/o altre cose strane (perchè nessuno ha preso sul serio Deaglio?). Ma se un anno fa l'aver battuto Berlusconi per un pugno di voti costituiva comunque una mezza spinta a governare, oggi ogni entusiasmo si è spento. Finito. Lo testimoniano le manovre dei singoli partiti, dediti solo a definire i tatticismi del dopo-Prodi: l'irrequietezza di Mastella, la nascita di Sinistra Democratica, il cantiere del Partito Democratico, la ricollocazione dell'Udc, i fermenti nella Lega, i proclami di Montezemolo e via dicendo.
Quest'esperienza, che dalla Fabbrica del Programma di Bologna in poi doveva portare a un'Italia nuova, libera da Berlusconi e propulsiva per il rilancio del sistema Paese, è morta sulla culla.
Perchè? Beh... è evidente che il tutto sia legato al Senato, dove il governo Prodi ha il terrore di andare in minoranza ogni volta che porta qualche legge, anche la più innocua. Per cui, per galleggiare, per non dover tornare al Quirinale, l'esecutivo evita ogni rischio. E' una sorta di equilibrismo che, pur mantenendo in piedi questa maggioranza, di fatto la blocca in ogni scelta e la priva di qualsiasi spinta. Il programma dell'Unione, quello di 281 pagine, non sarà quindi mai realizzato. Punto.
Eppure, qualcosa è stato fatto, all'inizio: le liberalizzazioni di Bersani sembravano un buon punto di partenza per modernizzare questa nazione, incatenata dai mille privilegi delle lobbies. Sembrava una svolta epocale. Poi, per paura di pestare troppi piedi, le liberalizzazioni in realtà stanno oggi molto più sulla carta che nei fatti.
Altro argomento positivo, il risanamento (mortificato oggi da quella parola da fumetto, il "tesoretto", che ridicolizza ogni risultato) che si è di fatto avviato. Merito di Prodi, di Padoa-Schioppa e, forse maggiormente, della congiuntura internazionale. Risanamento ottenuto con una legge finanziaria difficile, dura: una finanziaria che la gente ha percepito come ennesima violenza alle proprie tasche. E, se Prodi se ne andrà presto, non ci sarà il tempo per fare qualcosa che compensi la percezione di quella finanziaria ed il suo governo, più che per il risanamento, sarà facile bersaglio per i berluscones che lo chiameranno, ancora una volta, "il governo delle tasse".
Vuoi mettere la faciloneria di bilancio di un Tremonti, che già scalpita per tornare all'economia al fine di papparsi tutto quello che è stato aggiustato in questi mesi?
Tornando agli eventi, qualcosa si frantuma definitivamente a Febbraio di quest'anno, quando il governo si dimette (per poi avere il rinvio alle Camere) dopo la faccenda del voto sull'Afghanistan (ringraziamo ancora Rossi e Turigliatto): Prodi capisce che non può governare, svegliandosi dall'illusione che si era regalato. E inizia il vivacchiare, l'animazione sospesa dell'esecutivo.
Pensando a quello che non è stato fatto e che non si farà c'è da rabbrividire: la legge Biagi è ancora lì, con i sindacati che non strepitano più ma sembrano considerarla un dato di fatto; il conflitto di interessi non è stato risolto; non sono stati presi dei provvedimenti che liberino la Rai dall'influenza dei partiti e nemmeno esiste ora una riforma del sistema televisivo che superi l'infame legge Gasparri. Per non parlare del sistema giudiziario in toto, di cui nessuno si è più occupato. O della famigerata legge 40 del 2004 sulla procreazione assistita che, fallito il referendum, ancora è la spina nel fianco di tante coppie italiane.
Insomma, tutti i nodi che hanno fatto indignare metà degli italiani per cinque anni sono ancora lì. E lo saranno al ritorno di Berlusconi. Lui, che tornerà con una legge elettorale seria che non lo metterà nello stesso pantano di Prodi, un pantano che si chiama ingovernabilità.


Ecco perchè alle amministrative il centrosinistra perde: perchè ha deluso, perchè non riesce a governare, perchè Calderoli lo ha strangolato nella culla quando è tornato al governo. Perchè, poi, i suoi rappresentati dovrebbero seriamente pensare a far qualcos'altro, nella vita. Più che antipolitici, bisognerebbe diventare antiquestipolitici.

venerdì, maggio 04, 2007

Silvio, mi mancavi




Fresche fresche le reazioni di Silvio Berlusconi riguardo le dichiarazioni di Prodi sul ddl sul conflitto di interessi. Sono meravigliose. Certe perle mi mancavano, lo confesso:
"E' un provvedimento di killeraggio nei confronti degli oppositori" (perchè ti toccano la "roba"? Che c'entra con l'opposizione? Fini, ci dica, è roba anche sua? E’ socio?)
"Questo ddl sarebbe l'ulteriore dimostrazione della volontà di eliminare il più pericoloso concorrente, cioè il leader dell'opposizione" (no, forse si tenta di essere un po' meno repubblica delle banane. E poi perché eliminare il concorrente? Cos’è, un reality?).
"Credo che farà molto male alla sinistra questa volontà, se attuata sino in fondo, perché gli italiani si renderanno conto di come questa sinistra vuole agire per eliminare gli avversari politici" (agire? La sinistra? Eliminarti? Ma se il massimo che hanno fatto è stata una Bicamerale che comandavi tu e che poi hai buttato all'aria?)
"Ci ritentano con questo provvedimento che impedisce a chiunque abbia un'impresa, e abbia perciò fatto bene nella vita, anche dando lavoro agli altri, di dedicarsi alla politica e di dare il suo apporto al governo del Paese". (direi che l'apporto l'hai dato alle tue tasche, soprattutto. E basta dire che chi ha un'impresa è un filantropo!)
"Quello che loro mettono come soglia al di là della quale uno dovrebbe prendere tutto e affidarsi ad un signore che possa fare delle sue sostanze ciò che vuole è una cosa che non sta nè in cielo nè in terra" (ma come? Gli italiani ti hanno dato addirittura l'Italia e tu ne hai fatto il cazzo che hai voluto!)
Quando gli dicono che in America è così, Berlusconi dà il meglio: "Ma noi non siamo in America, siamo in Italia e le cose funzionano in modo diverso" (questa è una risposta da terza elementare. Ma non adoravi la terra della “democracy” e della “freedom”? Diciamo che in America le cose funzionano e qui fanno schifo, ecco).

Silvio, Silvio... non so se incazzarmi come ai bei tempi in cui eri premier o innamorarmi di te. Comunque non temere. E' un teatrino... non faranno niente. Ma non vedi che sono anni che ti lasciano fare tutto quello che vuoi? Non vedi che Rete4 è ancora lì? Stai tranquillo. Tra un po' torni e sistemi tutto.