
giovedì, gennaio 24, 2008
Prodi è caduto. Viva Prodi.

mercoledì, gennaio 23, 2008
Minchia, signor Clemente

venerdì, gennaio 18, 2008
L'Istat si sveglia (forse)
Magari evitate di riflettere troppo che vi si logora il cervello. Intervenite.
La notizia delle difficoltà dei cittadini non è una notizia. Lo sappiamo da anni. La vera notizia è che finalmente anche l'Istat lo confessa. E' ammissibile una nazione dove si sventolano questi dati solo perchè un autorevole istituto lo afferma? Signori, bastava andare a chiedere alle migliaia di massaie incazzate da almeno 5 anni. E' dal 2002 che ci stanno fregando. Vediamo un po' di fatti:
1) Con l'arrivo dell'euro, il 1 gennaio del 2002, conviviamo per 2 mesi tra nuova moneta e "vecchia" lira. Poi, dal 1 marzo, la lira sparisce dalle nostre tasche. In contemporanea, svaniscono anche i centesimi (quelli che costruivano prezzi tipo 2,23 o 0,81), ritenuti "fastidiosi". I prezzi, a quel punto, impazziscono. Quello che costava 1.000 lire costerà 1 euro dopo poche settimane. I commercianti si riempiono le tasche.
2) Il governo nega. Marzano parla di "percezione". Berlusconi tira in campo la mamma al mercato. I cittadini sono allucinati. Chi ha un salario fisso si vede ridurre il potere d'acquisto del 50%. Chi può fare i prezzi, invece, inizia a comprarsi il Suv e a fare la bella vita. Si restinge lo spartiacque del ceto medio: chi si impoverisce, chi si arricchisce. I sindacati sonnecchiano.
3) A colpi di condono, il governo Berlusconi premia gli evasori e i costruttori abusivi. Nel frattempo, visto i tempi cupi, i risparmi finiscono sul mattone. Il prezzo delle case va alle stelle.
4) La ciliegina: la legge 30 permette alle imprese di costruire una nuova forma di caporalato nei confronti dei lavoratori. A pagare sono soprattutto i giovani.
5) Stranamente, i prezzi che con l'euro forte dovevano abbassarsi (tipo benzina) come sosteneva ai bei tempi Alan Friedman nelle sue lezioni economiche, continuano a levitare.
6) All'arrivo di Prodi, nulla cabia. La batosta inferta al ceto medio italiano non viene (per ora) assolutamente riparata.
Questi sono, sommariamente, i fatti. L'euro ci ha ammazzati. La legge Biagi ha fatto il resto. C'è un clima oscuro dove chi fa i soldi non fa che lamentarsi chiedendo sgravi, da scaricarsi naturalmente sulle spalle dei soliti noti. Dicono che il lavoro in Italia costa troppo e bisogna tagliare.
Signori... ci avete tagliato gli stipendi, le pensioni, la sanità, i servizi, la sicurezza di un futuro. Rimane solo che ci tagliate la gola.
giovedì, gennaio 03, 2008
Sempre con ottimismo
mercoledì, ottobre 10, 2007
In bilico
Chi sperava in questa maggioranza si sente frustrato e vorrebbe salvare il salvabile. Per questo motivo, probabilmente, il referendum tra i lavoratori darà come risultato vincente il SI. Della serie "siamo più responsabili noi di chi ci dovrebbe guidare".
Succede così in tante situazioni, dagli uffici ai cantieri. Il sistema si regge sul sacrificio dei pesci piccoli. Per quanto alta sia la torre, il peso si scarica sempre verso il basso.
Ciò non toglie che Prodi cammini perennemente su un terreno minato. Forse non cadrà da sinistra e nemmeno per colpa di Mastella o di Di Pietro. Cadrà per l'astuzia di Dini: buono buono, quatto quatto, il Rospo è riemerso dallo stagno e... gracida gracida.
tra santi e falsi dei
sorretto da
un'insensata voglia
di equilibrio
e resto qui
sul filo di un rasoio
ad asciugar
parole
che oggi ho steso
e mai dirò
(da "Estate" - Negamaro, 2005)
sabato, ottobre 06, 2007
Di nuovo con Santoro?

Così come ha fatto Santoro in "Anno zero". Commettendo un errore, però: ha trattato malissimo l'argomento, lo ha "imbarbarito" (come sostiene D'Avanzo su Repubblica). Con le conseguenze che vediamo in queste ore: dalle dichiarazioni di solidarietà verso Mastella da parte dei colleghi alle sibilline frasi di Prodi, sembra che nessuno abbia gradito il lavoro del giornalista Rai. Tutti a lamentarsi (a torto o a ragione), mentre il guardasigilli è ormai divenuto un asso nel vittimismo: sbarra gli occhioni, allunga il collo e dice incredulo che tutti ce l'hanno con lui.
Di certo è che Santoro poteva far di meglio. Poteva creare meno scompiglio, salvaguardando la limpidezza dell'informazione. Ma le sue colpe, credo, finiscano qui. Non possiamo arrivare a delle dichiarazioni ambigue, tipo quella del Professore, che critica "Anno zero" molto duramente ma chiosa: "non voglio restringerne la libertà".
Che frase è? Prodi NON PUO' restringerne a libertà. Si sta per caso berlusconizzando? Ricorderei al Prof che, qualche anno fa, ci fu il famoso "editto bulgaro" del Cavaliere contro Biagi, Luttazzi e - appunto - Santoro. Furono buttati fuori dalla Rai. Ci indignammo parlando di: attacco alla libertà, bavaglio, regime, dittatura eccetera. E ora loro che pensano di fare? Ributtare fuori Santoro? Come il centrodestra? Non ci provate, cavolo!
lunedì, ottobre 01, 2007
October Risiko

In sostanza, il governo verrebbe bastonato dai lavoratori e dalla sinistra della maggioranza.
Ma è plausibile che Diliberto, Pecoraro, Mussi e Giordano si prendano realmente la responsabilità di far cadere Prodi? Può essere ancora una volta la sinistra a far cadere il professore?
Credo sia più realista l'ipotesi dei centristi in movimento, in particolare Lamberto Dini, che ormai si sente soffocare dentro questa coalizione e avrebbe già venduto l'anima al Cavaliere. Inoltre c'è Mastella, impegnato ad intercettare i voti in uscita dalla Margherita, sgozzata sull'altare del Pd. Un gran movimento, insomma.
Sullo sfondo, una Finanziaria che non accontenta tutti ma non sembra essere la peggiore concepibile: ci sono anche alcune cose "sociali", oltre alle tradizionali concessioni a Confindustria.
Prodi naviga a vista, conscio di poter cadere da un momento all'altro, vittima di congiure di Palazzo. Berlusconi, dietro l'angolo, sogghigna ed è pronto a tornare. Ne ha ben donde: quando riprenderà il potere lo farà in grande stile e senza nessuna differenza rispetto al 2001. Il suo conflitto d'interessi è ancora lì e nessuno dei "comunisti" lo ha guarito. Che importa se poi Bossi sbraita e parla di lotte di liberazione nel Nord? Tanto, si sa, basta dire che "l'Umberto l'è fatto così".
Insomma, sopravviverà quest'esecutivo? L'agendina è fitta fitta...
Il 14 p.v. nascerà il Pd e ne assaggeremo gli esiti: prevedo un'emorragia di persone dai Ds e dai Dl.
Il 20 p.v. ci sarà la manifestazione sul Welfare di parti del governo contro il governo.
Il tutto, anticipato dagli esiti del referendum nelle aziende (a Mirafiori è già tensione).
Credo che, nei prossimi giorni, ci sarà da divertirsi. Per non piangere, ovviamente.
martedì, settembre 25, 2007
Non si cambia l'Italia, viva Miss Italia

Prodi ha deciso di provarci comunque, formando il suo governo. Dopo oltre un anno di operato, direi che due cose sono andate in porto:
- un parziale risanamento dei conti pubblici;
- l'avvio, finalmente, di una lotta all'evasione.
Oggi, il premier annuncia che, date le turbolenze di mercato che derivano dalle vicende dei mutui americani, NON verranno toccate le rendite finanziarie. Questo, oltre a non aprire una nuova logorante discussione, sembra aver tranquillizzato anche Dini, un alleato che, ultimamente, ha iniziato a imbizzarrirsi.
Peccato che il portare la tassazione delle rendite a livelli europei era uno dei punti più "nobili" del programma, una cosa che finalmente avrebbe portato un po'di giustizia sociale. Anche questo punto si aggiunge alla lista delle cose (per ora?) non risolte. Tra le tante, ricordo al Professore che:
a) non è stata "superata" la Legge Biagi che, a tutti gli effetti, gode ancora di ottima salute producendo i danni arcinoti;
b) non sono state abolite le "leggi vergogna" quali la Cirami, la Cirielli e quella sul falso in bilancio che tanto indignarono l'allora opposizione;
c) non è stata superata la Legge Gasparri sul sistema delle comunicazioni, legge che continua a regalare miliardi di euro, soprattutto a Mediaset;
d) a dispetto delle sentenze della Corte Costituzionale, Rete 4 e il tribuno Fede sono ancora in onda mentre Europa 7, titolare di quelle frequenze, ancora no;
e) non è stato risolto il conflitto di interessi. Il conflitto di interessi! Quello per il quale ci siamo afflitti per 5 anni e che, a questo punto, ci terremo ancora, caso unico nel mondo democratico;
f) sul versante dell'innovazione e della ricerca c'è il buio totale.
Non siamo messi bene, considerando che queste sono solo alcune cose che mi son venute in mente scrivendo queste righe.
Capisco che al Senato si rischi ogni giorno, quindi figuriamoci trattando delle "roba" del Cavaliere. Capisco che i tanti partiti che compongono la maggioranza si dedichino specialmente al loro "particulare". Ma, signori, quando si firma un contratto bisognerebbe far di tutto per rispettarlo. Lo hanno capito anche Cecchi Paone e la Goggi.
A proposito, abbiamo la nuova Miss Italia. E' la veronese Silvia Battisti, di 18 anni.
martedì, settembre 18, 2007
Prodi torna in Tv

A conti fatti, il Professore ha confermato quanto penso di lui (e non necessariamente di tanti che gli stanno attorno): al di là del suo bofonchiare e dell'aspetto da vecchio curato, ha delle idee e le difende con coraggio. E, oserei dire, è animato da onestà intellettuale e buone intenzioni.
Tra le tante cose dette, una mi ha colpito fortemente: quando ha risposto ad una giovane che gli chiedeva conto del sentimento di antipolitica che circola nel Paese e che ha trovato in Beppe Grillo un'espressione significativa. Riferendosi ai privilegi dei quali godono i politici (ben illustrati nel successo editoriale "La Casta" di Stella e Rizzo), Prodi ha affermato: "La classe politica deve dare l'esempio, su questo ha ragione. Ma lei descrive il politico come ricercatore del proprio vantaggio e dei benefit. Purtroppo è la società italiana che è così, basta vedere i casi dei concorsi. La politica deve dare l'esempio ma non credo che la società sia meglio della sua classe politica".
Da standing ovation! In altre parole, abbiamo i politici che ci meritiamo, perchè noi italiani siamo fatti così: furbi, arraffoni e sempre pronti ad usare ogni mezzuccio per nostro tornaconto.
Come dargli torto? Prodi ha detto una cosa impopolare, ma è la verità, no?
Stamattina, naturalmente, tutti i giornali titolano sulla sua dichiarazione di non ridurre l'Irpef al momento, perchè non ci sarebbero le risorse. E, tra le cose che ha sostenuto, questa è l'unica che per i nostri media pare aver importanza. Basti pensare al sondaggio del solito Mannheimer: per gli italiani la priorità assoluta è ridurre le tasse.
Anche qui c'è da riflettere, perchè evidentemente anni di strali berlusconiani e bossiani hanno lasciato il segno, se i cittadini sognano di pagare meno al fisco più di quanto sognino città vivibili, lavoro certo per i giovani, infrastrutture moderne, cultura, scienza, sviluppo sostenibile, rispetto per l'ambiente, assistenza per i bisognosi e gli anziani, servizi sanitari e via dicendo. Pagare meno tasse è sentita come l'esigenza maggiore. Avere qualche euro in più in tasca renderebbe felici tutti.
Mi pare un inno all'egoismo. Posso capire l'imprenditore che versa il 53% del suo lavoro all'erario, ma tutti gli altri?
E' veramente la riduzione fiscale la via per rendere felice il Belpaese? Non me ne capacito.
giovedì, luglio 26, 2007
Sinistramente a destra

Non ho particolari dubbi sull'estraneità di Fassino e di altri dalla regia delle operazioni che li vedono coinvolti. Continuo a pensare che si sia trattato solo di inopportuno interessamento.
Quello che mi pare fuori luogo è il modo isterico con il quale il segretario dei Ds sta reagendo: s'incazza con Bertinotti, attacca la Forleo, invoca la sovranità del Parlamento, vede nemici ovunque. Insomma, sembra preda della sindrome di "lesa maestà". Questo mi ricorda Berlusconi, che reagisce nello stesso modo. Forse allora non era un problema solo di Silvio: ogni potente, quando si vede sospettato di qualcosa di losco, perde il lume. Questo, in parte, ci fa guardare al Cavaliere con maggiore indulgenza.
Il povero Piero è in crisi: dovrebbe pensare al Pd e deve invece difendersi da un magistrato.
Ma intanto, nonostante questo e nonostante le mosse difensive di Mastella e l'opinabile intervento di Napolitano (ma, per definizione, non mi metto certo a discutere l'operato del Presidente della Repubblica!), la brava Clementina va avanti e le ordinanze arrivano alla Giunta per le autorizzazioni della camera. Ora vedremo che succederà.
Intanto, tira una brutta aria sul fronte del lavoro. Epifani, di fatto, ha affermato di aver accettato la riforma delle pensioni più per stampellare il governo che per altri motivi.
A questo punto c'è da chiedersi: che diavolo hanno fatto i sindacati? In pratica, nulla. Hanno preso in toto quello che il governo proponeva: l'ennesima riforma che la mette in quel posto ai lavoratori e che soddisfa i poteri forti. Quando, a fronte di un intervento sul lavoro, Confindustria e Bankitalia paiono soddisfatti, c'è di che preoccuparsi.
Ed è così: cos'è cambiato, rispetto alla riforma Maroni? Niente. A parte l'abolizione dello scalone per passare agli scalini, siamo rimasti alla stessa cosa. Alla fin fine, nel 2009 (verificare, verificare) questa riforma produrrà gli stessi esiti di quella del governo di centrodestra. La linea è la stessa: bisogna restare al lavoro il più possibile e, poi, percepire la pensione più bassa possibile. E' una chiara riforma di destra. Non è sicuramente quanto ci si aspettava da un governo di centrosinistra.
In più, è accaduta una cosa gravissima, una cosa della quale non si è parlato nei Tg: la cassa previdenziale dei lavoratori dipendenti è passata in toto nelle mani del Tesoro (Padoa-Schioppa gode), che ora non dovrà più sentire i sindacati per utilizzare l'attivo previdenziale. In altre parole, se prima gli equilibri previdenziali erano comunque nelle mani dei lavoratori che, attraverso i sindacati, vedevano i coefficienti di calcolo delle pensioni definiti dalle casse stesse del fondo, adesso è tutto in mano del Ministero. Questo potrà definire, attraverso altri parametri (andamento demografico, PIL, bilancio statale), che cosa prelevare dalle casse previdenziali! Anzichè separare l'assistenza dalla previdenza, in modo che la prima non gravasse sulla seconda (Inps), si sono date a Padoa-Schioppa le chiavi della cassaforte dalla quale potrà prelevare quanto gli serve senza rederne conto ad alcuno.
Nasce spontaneo il dubbio che le spese assistenziali, anzichè venir separate, graveranno ancora di più sulle casse delle previdenza.
I nostri contributi, quindi, sono a disposizione del Tesoro che ne potrà fare quello che vuole: basterà un decreto per rivedere i coefficienti. Quest'orrore, in aggiunta al sequestro del Tfr, completa il quadro. Dov'è la sinistra in tutto ciò? E Cgil, Cisl e Uil, la notte dell'accordo, si erano forse appisolate?
Torno all'inizio, torno a Fassino. Lo guardo e penso a Berlusconi. Penso al domani, al dopo Prodi, al Grande Centro. All'omogeneità di interessi e intenti. Tutto ciò mi turba. Cosa bolle in pentola veramente? Piero, sii sincero: mai tentato dall'idea di allearti con Forza Italia? In fin dei conti, cosa cambierebbe?
venerdì, giugno 22, 2007
I giochi sono fatti
lunedì, giugno 18, 2007
Istinto di conservazione

venerdì, giugno 15, 2007
A Romano
Elezioni, elezioni.
Avversari e amici, industriali e chiesa.
Elezioni, elezioni.
Vogliono che si tolga dalle balle.
Elezioni, elezioni.
Striscia il biscione alle sue spalle.
Elezioni, elezioni.
Lo accusano di aver fatto nulla.
Elezioni, elezioni.
Alchimie centriste, bambini nuovi in culla.
Elezioni, elezioni.
Risultati non si vedono, la gente urla.
Elezioni, elezioni.
Intercettare è un crimine, le lobby fanno burla.
Elezioni, elezioni.
Se molli, sei finito. Allora, muoia Sansone e
tutti i filistei. Trascina il sistema con te.
Non dargli la legge elettorale.
E' tutto un trappolone.
Vai avanti. Adagio adagio, come dici tu. Ma a muso duro.
giovedì, giugno 07, 2007
Veleni su veleni

domenica, giugno 03, 2007
Vogliamo soffrire! Ridateci Silvio!

Prodi contestato a Trento da un gruppo di manifestanti contro la base di Vicenza. Il premier è stato costretto ad interrompere la sua relazione al Festival dell'Economia. Al termine, il Professore deve andarsene scortato dalla celere.Intanto, Fini accusa Napolitano: non può dire che la destituzione del comandante della Gdf non è di sua competenza. E, da Pontida, Bossi tuona: "La gente vuole le elezioni politiche, il paese è in grave difficoltà, mi rivolgo al presidente della Repubblica".La Cdl sta quindi facendo pressing sul Capo dello Stato mentre l'impopolarità del governo esplode in tutta la sua violenza. Signori, probabilmente ci siamo: Prodi sta per andare a casa. Ed è bizzarro, ma certo non soprendente, che la vera spallata al governo la stia dando il popolo di centrosinistra: siamo talmente intransigenti e votati all'autolesionismo che non possiamo mai turarci il naso e dare un po' di tempo a chi ci rappresenta. Siamo degli abili strateghi: grazie ai nostri mal di pancia stiamo mandando dei segnali importanti a Roma, no? Stiamo chiedendo a questi di farsi da parte. Perchè noi vogliamo soffrire: rivogliamo Berlusconi e la sua banda. Vuoi mettere come ci appassionavamo con lui? Vuoi mettere il piacere sadomaso di poterlo criticare, di non dormirci la notte, di imprecare contro le sue scelte? Anche perchè, quelli di destra, mica si lamentano mai del "loro" governo! Avete mai sentito uno di loro che abbia sparato a zero su Berlusconi, o su Fini o, perlomeno, su Calderoli? Io mai. Loro mai metterebbero fuoco sotto il culo ai loro eletti! Invece noi siamo tutti d'un pezzo, democratici e puri. Se Prodi non ci piace più è giusto che vada a casa... meglio così, pittosto che sentire un leggero fastidio quando lo vediamo. Rivogliamo Silvio... sperando che stavolta riesca anche nel nostro peggior incubo: mettere il simbolo del biscione nello stemma della Repubblica Italiana.
giovedì, maggio 31, 2007
AntiQuestiPolitici

Faccio difficoltà a commentare i risultati delle ultime elezioni amministrative. Posto che nel mio Comune si va al ballottaggio e che i giochi sono ancora aperti, è evidente che quanto è successo sia una sonora sberla al centrosinistra che da un anno governa anche a livello nazionale. Il Nord ha punito fortemente tutti i suoi candidati ed è inevitabile fare riferimenti a Prodi e gli altri. Al di là della semplica evidenza che chi governa viene tendenzialmente punito a tutte le consultazioni di "mid-term" (anche se, mi chiedo, ciò non succederebbe se governasse bene) siamo decisamente ad un punto di rottura. Il governo Prodi è già bollito. Diciamo pure che è nato bollito, causa il "porcellum" di Calderoli e/o altre cose strane (perchè nessuno ha preso sul serio Deaglio?). Ma se un anno fa l'aver battuto Berlusconi per un pugno di voti costituiva comunque una mezza spinta a governare, oggi ogni entusiasmo si è spento. Finito. Lo testimoniano le manovre dei singoli partiti, dediti solo a definire i tatticismi del dopo-Prodi: l'irrequietezza di Mastella, la nascita di Sinistra Democratica, il cantiere del Partito Democratico, la ricollocazione dell'Udc, i fermenti nella Lega, i proclami di Montezemolo e via dicendo.
Quest'esperienza, che dalla Fabbrica del Programma di Bologna in poi doveva portare a un'Italia nuova, libera da Berlusconi e propulsiva per il rilancio del sistema Paese, è morta sulla culla.
Perchè? Beh... è evidente che il tutto sia legato al Senato, dove il governo Prodi ha il terrore di andare in minoranza ogni volta che porta qualche legge, anche la più innocua. Per cui, per galleggiare, per non dover tornare al Quirinale, l'esecutivo evita ogni rischio. E' una sorta di equilibrismo che, pur mantenendo in piedi questa maggioranza, di fatto la blocca in ogni scelta e la priva di qualsiasi spinta. Il programma dell'Unione, quello di 281 pagine, non sarà quindi mai realizzato. Punto.
Eppure, qualcosa è stato fatto, all'inizio: le liberalizzazioni di Bersani sembravano un buon punto di partenza per modernizzare questa nazione, incatenata dai mille privilegi delle lobbies. Sembrava una svolta epocale. Poi, per paura di pestare troppi piedi, le liberalizzazioni in realtà stanno oggi molto più sulla carta che nei fatti.
Altro argomento positivo, il risanamento (mortificato oggi da quella parola da fumetto, il "tesoretto", che ridicolizza ogni risultato) che si è di fatto avviato. Merito di Prodi, di Padoa-Schioppa e, forse maggiormente, della congiuntura internazionale. Risanamento ottenuto con una legge finanziaria difficile, dura: una finanziaria che la gente ha percepito come ennesima violenza alle proprie tasche. E, se Prodi se ne andrà presto, non ci sarà il tempo per fare qualcosa che compensi la percezione di quella finanziaria ed il suo governo, più che per il risanamento, sarà facile bersaglio per i berluscones che lo chiameranno, ancora una volta, "il governo delle tasse".
Vuoi mettere la faciloneria di bilancio di un Tremonti, che già scalpita per tornare all'economia al fine di papparsi tutto quello che è stato aggiustato in questi mesi?
Tornando agli eventi, qualcosa si frantuma definitivamente a Febbraio di quest'anno, quando il governo si dimette (per poi avere il rinvio alle Camere) dopo la faccenda del voto sull'Afghanistan (ringraziamo ancora Rossi e Turigliatto): Prodi capisce che non può governare, svegliandosi dall'illusione che si era regalato. E inizia il vivacchiare, l'animazione sospesa dell'esecutivo.
Pensando a quello che non è stato fatto e che non si farà c'è da rabbrividire: la legge Biagi è ancora lì, con i sindacati che non strepitano più ma sembrano considerarla un dato di fatto; il conflitto di interessi non è stato risolto; non sono stati presi dei provvedimenti che liberino la Rai dall'influenza dei partiti e nemmeno esiste ora una riforma del sistema televisivo che superi l'infame legge Gasparri. Per non parlare del sistema giudiziario in toto, di cui nessuno si è più occupato. O della famigerata legge 40 del 2004 sulla procreazione assistita che, fallito il referendum, ancora è la spina nel fianco di tante coppie italiane.
Insomma, tutti i nodi che hanno fatto indignare metà degli italiani per cinque anni sono ancora lì. E lo saranno al ritorno di Berlusconi. Lui, che tornerà con una legge elettorale seria che non lo metterà nello stesso pantano di Prodi, un pantano che si chiama ingovernabilità.
Ecco perchè alle amministrative il centrosinistra perde: perchè ha deluso, perchè non riesce a governare, perchè Calderoli lo ha strangolato nella culla quando è tornato al governo. Perchè, poi, i suoi rappresentati dovrebbero seriamente pensare a far qualcos'altro, nella vita. Più che antipolitici, bisognerebbe diventare antiquestipolitici.
venerdì, maggio 04, 2007
Silvio, mi mancavi

"E' un provvedimento di killeraggio nei confronti degli oppositori" (perchè ti toccano la "roba"? Che c'entra con l'opposizione? Fini, ci dica, è roba anche sua? E’ socio?)
"Questo ddl sarebbe l'ulteriore dimostrazione della volontà di eliminare il più pericoloso concorrente, cioè il leader dell'opposizione" (no, forse si tenta di essere un po' meno repubblica delle banane. E poi perché eliminare il concorrente? Cos’è, un reality?).
"Credo che farà molto male alla sinistra questa volontà, se attuata sino in fondo, perché gli italiani si renderanno conto di come questa sinistra vuole agire per eliminare gli avversari politici" (agire? La sinistra? Eliminarti? Ma se il massimo che hanno fatto è stata una Bicamerale che comandavi tu e che poi hai buttato all'aria?)
"Ci ritentano con questo provvedimento che impedisce a chiunque abbia un'impresa, e abbia perciò fatto bene nella vita, anche dando lavoro agli altri, di dedicarsi alla politica e di dare il suo apporto al governo del Paese". (direi che l'apporto l'hai dato alle tue tasche, soprattutto. E basta dire che chi ha un'impresa è un filantropo!)
"Quello che loro mettono come soglia al di là della quale uno dovrebbe prendere tutto e affidarsi ad un signore che possa fare delle sue sostanze ciò che vuole è una cosa che non sta nè in cielo nè in terra" (ma come? Gli italiani ti hanno dato addirittura l'Italia e tu ne hai fatto il cazzo che hai voluto!)
Quando gli dicono che in America è così, Berlusconi dà il meglio: "Ma noi non siamo in America, siamo in Italia e le cose funzionano in modo diverso" (questa è una risposta da terza elementare. Ma non adoravi la terra della “democracy” e della “freedom”? Diciamo che in America le cose funzionano e qui fanno schifo, ecco).
Silvio, Silvio... non so se incazzarmi come ai bei tempi in cui eri premier o innamorarmi di te. Comunque non temere. E' un teatrino... non faranno niente. Ma non vedi che sono anni che ti lasciano fare tutto quello che vuoi? Non vedi che Rete4 è ancora lì? Stai tranquillo. Tra un po' torni e sistemi tutto.