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venerdì, gennaio 18, 2008

L'Istat si sveglia (forse)

"La notizia che mi ha più preoccupato oggi è il fatto che il 50 per cento delle famiglie italiane vive con meno di 1.900 euro al mese. L'Istat lo ha detto molto chiaramente. Penso sia la prima cosa sulla quale la politica deve riflettere e intervenire".(Walter Veltroni, 17 gennaio 2008)

Magari evitate di riflettere troppo che vi si logora il cervello. Intervenite.
La notizia delle difficoltà dei cittadini non è una notizia. Lo sappiamo da anni. La vera notizia è che finalmente anche l'Istat lo confessa. E' ammissibile una nazione dove si sventolano questi dati solo perchè un autorevole istituto lo afferma? Signori, bastava andare a chiedere alle migliaia di massaie incazzate da almeno 5 anni. E' dal 2002 che ci stanno fregando. Vediamo un po' di fatti:
1) Con l'arrivo dell'euro, il 1 gennaio del 2002, conviviamo per 2 mesi tra nuova moneta e "vecchia" lira. Poi, dal 1 marzo, la lira sparisce dalle nostre tasche. In contemporanea, svaniscono anche i centesimi (quelli che costruivano prezzi tipo 2,23 o 0,81), ritenuti "fastidiosi". I prezzi, a quel punto, impazziscono. Quello che costava 1.000 lire costerà 1 euro dopo poche settimane. I commercianti si riempiono le tasche.
2) Il governo nega. Marzano parla di "percezione". Berlusconi tira in campo la mamma al mercato. I cittadini sono allucinati. Chi ha un salario fisso si vede ridurre il potere d'acquisto del 50%. Chi può fare i prezzi, invece, inizia a comprarsi il Suv e a fare la bella vita. Si restinge lo spartiacque del ceto medio: chi si impoverisce, chi si arricchisce. I sindacati sonnecchiano.
3) A colpi di condono, il governo Berlusconi premia gli evasori e i costruttori abusivi. Nel frattempo, visto i tempi cupi, i risparmi finiscono sul mattone. Il prezzo delle case va alle stelle.
4) La ciliegina: la legge 30 permette alle imprese di costruire una nuova forma di caporalato nei confronti dei lavoratori. A pagare sono soprattutto i giovani.
5) Stranamente, i prezzi che con l'euro forte dovevano abbassarsi (tipo benzina) come sosteneva ai bei tempi Alan Friedman nelle sue lezioni economiche, continuano a levitare.
6) All'arrivo di Prodi, nulla cabia. La batosta inferta al ceto medio italiano non viene (per ora) assolutamente riparata.

Questi sono, sommariamente, i fatti. L'euro ci ha ammazzati. La legge Biagi ha fatto il resto. C'è un clima oscuro dove chi fa i soldi non fa che lamentarsi chiedendo sgravi, da scaricarsi naturalmente sulle spalle dei soliti noti. Dicono che il lavoro in Italia costa troppo e bisogna tagliare.
Signori... ci avete tagliato gli stipendi, le pensioni, la sanità, i servizi, la sicurezza di un futuro. Rimane solo che ci tagliate la gola.

martedì, settembre 25, 2007

Non si cambia l'Italia, viva Miss Italia

C'era un programma di 281 pagine, chiamato "Per il bene dell'Italia". Era il programma con il quale l'Unione ha vinto le elezioni del 2006 con una maggioranza talmente risicata che, di fatto, qualsiasi paginetta di questo libro di buone intenzioni già era destinata a diventare sogno.
Prodi ha deciso di provarci comunque, formando il suo governo. Dopo oltre un anno di operato, direi che due cose sono andate in porto:
- un parziale risanamento dei conti pubblici;
- l'avvio, finalmente, di una lotta all'evasione.
Oggi, il premier annuncia che, date le turbolenze di mercato che derivano dalle vicende dei mutui americani, NON verranno toccate le rendite finanziarie. Questo, oltre a non aprire una nuova logorante discussione, sembra aver tranquillizzato anche Dini, un alleato che, ultimamente, ha iniziato a imbizzarrirsi.
Peccato che il portare la tassazione delle rendite a livelli europei era uno dei punti più "nobili" del programma, una cosa che finalmente avrebbe portato un po'di giustizia sociale. Anche questo punto si aggiunge alla lista delle cose (per ora?) non risolte. Tra le tante, ricordo al Professore che:
a) non è stata "superata" la Legge Biagi che, a tutti gli effetti, gode ancora di ottima salute producendo i danni arcinoti;
b) non sono state abolite le "leggi vergogna" quali la Cirami, la Cirielli e quella sul falso in bilancio che tanto indignarono l'allora opposizione;
c) non è stata superata la Legge Gasparri sul sistema delle comunicazioni, legge che continua a regalare miliardi di euro, soprattutto a Mediaset;
d) a dispetto delle sentenze della Corte Costituzionale, Rete 4 e il tribuno Fede sono ancora in onda mentre Europa 7, titolare di quelle frequenze, ancora no;
e) non è stato risolto il conflitto di interessi. Il conflitto di interessi! Quello per il quale ci siamo afflitti per 5 anni e che, a questo punto, ci terremo ancora, caso unico nel mondo democratico;
f) sul versante dell'innovazione e della ricerca c'è il buio totale.
Non siamo messi bene, considerando che queste sono solo alcune cose che mi son venute in mente scrivendo queste righe.
Capisco che al Senato si rischi ogni giorno, quindi figuriamoci trattando delle "roba" del Cavaliere. Capisco che i tanti partiti che compongono la maggioranza si dedichino specialmente al loro "particulare". Ma, signori, quando si firma un contratto bisognerebbe far di tutto per rispettarlo. Lo hanno capito anche Cecchi Paone e la Goggi.
A proposito, abbiamo la nuova Miss Italia. E' la veronese Silvia Battisti, di 18 anni.

sabato, maggio 05, 2007

Case & Chiesa


Mi è capitato di vedere ieri sera su La7 (una tv che sta crescendo proponendo delle buone alternative alla noia mortale delle solite reti) una parte del programma di Ilaria D’Amico, “Exit”. Si parlava di case: dai prezzi degli affitti a quelli delle vendite, rapportando il tutto alle disponibilità economiche della classica coppia di giovani che desiderano “metter su famiglia”. Il quadro dipinto è stato sconsolante: anche nelle periferie, ormai, per comperare un appartamento ci si deve praticamente impiccare ad un mutuo a vita, obbligati poi a dare alla banca delle garanzie imbarazzanti. I prezzi delle case, specie dopo l’avvento dell’euro, sono assolutamente fuori da ogni logica e puntano solo alle speculazioni.
Sentire poi che, per un autentico “buco” di 14 metri quadri, si chiedano 500 euro al mese in nero o che per un appartamentino di 45 metri quadri qualcuno abbia la faccia di chiedere 900 euro mi ha fatto venire il voltastomaco. Della logica di mercato me ne sbatto! Viva l’equo canone dei bei tempi! Porca miseria! Ma come fa un italiano medio a pagare certe cifre, con lo schifo di stipendi che ci sono in questo paese? Stipendi bassi (tra i più bassi d’Europa) e poi, perché siamo fighi, i prezzi più alti. Senza contare che un giovane non ha più la certezza di poter pagare la rata del mutuo, visto che la bellissima Legge Biagi (a proposito, Professore, soffre di amnesie, recentemente?) ha devastato ogni prospettiva, riportando il caporalato nel nostro paese.
Da tutto questo se ne deduce che metter su famiglia è diventato quasi impossibile.
Famiglia. Famiglia? Ma guarda un po’... a questo punto mi sono tornati in mente alcuni personaggi verso i quali un sacco di politici si inchinano… chessò, Ruini. O Bagnasco. O, accipicchia, Ratzinger. Loro parlano sempre di famiglia. “Difendere la famiglia”, dicono. Quella tradizionale. Il cuore della società. La famiglia.
Posso permettermi di suggerire una cosa? Se volete veramente difendere la famiglia, piantatela di fare le crociate contro i Dico. Dite una parolina, qualche volta, su quello che mina veramente la famiglia, o meglio il suo nascere: questo mercato del lavoro selvaggio e questo mercato dei beni fondamentali (la casa) che sfocia quasi nell’illegalità. Dite una parolina su questi temi, qualche volta. Dite che ci sono troppi furbi in giro. Troppa gente che affama il prossimo. Gente che poi magari viene a baciare i vostri anelli.
Fosse per me, abolirei il Concordato e smetterei di mettere in prima pagina ogni idiozia che vi riguarda. Ma, dal momento che siamo “terra di fedeli” (anche i mafiosi vanno in chiesa), devo rassegnarmi a continuare così. Ma almeno dite, in questi casi, anche qualcosa di utile.