giovedì, maggio 17, 2007

Prove tecniche di teocrazia


Postumi del "Family day". Il segretario Ds Fassino costretto a ricordare che lo stato italiano è laico e, nel contempo, a fare le piroette dialettiche per non turbare il sonno ai cattolici della Margherita con i quali si appresta a fare il (tradizionale?) matrimonio. Però sui Dico sembra esserci lo stop, per ora. Questa legge, normalissima nei paesi civili, viene messa alla berlina da un manipolo di politici (che sono, però, tutt'altro che mariti devoti) e da una gerarchia clericale che non ha altro da fare che preoccuparsi di queste cose. Ora, forti di una manifestazione di un milione e mezzo di cittadini convinti che esista solo la famiglia modello pubblicitario, hanno strada spianata per affossare i Dico.
Intanto, come sottolinea Augias su Repubblica di oggi, il Papa dal Brasile racconta la favola di un cristianesimo lì esportato con i guanti di velluto quando, in realtà, basta documentarsi un po', magari guardare un film come "Mission" e cercare un po' in rete per capire come siano state commesse delle atrocità nei confronti degli indios, in nome di Cristo.
Benedetto XVI, quindi, spara una balla notevole e, da uomo colto qual è, sa benissimo di mentire. Quand'è che ci emanciperemo dal Vaticano? Quando diventeremo veramente una nazione europea? Stiamo scivolando verso una forma blanda di teocrazia. Siamo indietro anni luce rispetto al resto d'Europa. Siamo un paese che, alla morte di Giovanni Paolo II (uomo eccezionale), è riuscito a produrre venti giorni di piagnisteo continuo come nemmeno in Cina alla morte di Mao si era verificato. Ed ora abbiamo una situazione paradossale, con un Papa dogmatico, colto ma rigidissimo, che continua a interferire. E, dietro, un gruppo di politici di ogni colore che agevolano la sua crociata, alla faccia della laicità dello stato. Siamo ridicoli.
Qualcuno mi spieghi come i Dico possano, concretamente, minare la famiglia tradizionale.


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