venerdì, ottobre 12, 2007

Studenti in piazza

Oggi gli studenti italiani, sia delle università che delle superiori, sono in piazza per una serie di motivi che mi sento generalmente di condividere. Al di là dell'esperienza catartica di uno sciopero da studente (cosa che ricordo molto volentieri, avendolo praticato più volte), mi pare che ci siano buoni temi sui quali riflettere. I ragazzi chiedono:
1) Più soldi alla scuola pubblica. Come non condividere? Io direi SOLO per la scuola pubblica. Le private, in quanto tali, dovrebbero autofinanziarsi, anzichè ricevere congrui contributi dallo Stato grazie a premurosi ministri come la Moratti;
2) Il non ripristino degli esami di riparazione. Su questo, avendo studiato quando c'erano ed avendo anche provato l'esperienza di essere "rimandato a Settembre", sono invece per riportarli in vita: il sistema dei crediti/debiti non consente un recupero paragonabile alle vecchie estati sui libri per "riparare". Concordo però sul fatto che questo sistema gonfi le tasche (in nero) di professori in vacanza: dovrebbero essere le scuole stesse a tenere corsi di recupero, soffocando questo mercato sotterraneo;
3) No al numero chiuso nelle Università. Concordo, specie dopo le vicende note sui concorsi truccati. Meglio il libero accesso e, magari, smettiamola di aumentare le rette. Lo studio è un diritto per tutti;
4) Maggiori investimenti per la ricerca. Vecchia vicenda che, se fosse affrontata, ridurrebbe il provincialismo italiano di un bel po'.

In sostanza, avessi qualche anno in meno e uno zainetto sulle spalle, sarei in piazza con loro.

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