lunedì, aprile 28, 2008

Il consenso

Il consenso non si crea durante una campagna elettorale.
Il consenso si crea quotidianamente, tutto l'anno, goccia a goccia, in maniera quasi invisibile. Quando il popolo si nutre essenzialmente di telegiornali per informarsi, basta controllare questi per creare consenso. E' sufficiente controllare le notizie. Enfatizzare certi temi (la sicurezza, ad esempio) e farne sparire altri (i problemi del lavoro, ad esempio), per offrire una scala di valori alla quale il cittadino medio abbocca. Goccia a goccia.
Ci sono decine di stupri tutti i giorni? Dai notizia solo se a farli sono i rumeni.
I rifiuti hanno riempito Napoli? Usa questo tema come una clava contro l'avversario politico per farlo fuori e, subito dopo, quando hai vinto, fallo sparire.
I Tg nazionali si stanno riempiendo di nuovo di tette e culi, ora che il Grande Fratello è tornato al potere.
Beppe Grillo ottiene un successo enorme con il suo V2-Day e i telegiornali non ne parlano. Non deve far notizia. Deve andare tutto bene.
Nel cuore della campagna per il Comune di Roma salta alle cronache lo stupro commesso da un rumeno ed ecco che i cittadini capitolini tremano e votano per Alemanno, che vince contro Rutelli. L'informazione è tutto. Specie se proveniente dai telegiornali. Controllàti dal Grande Fratello. Punto.
La sinistra non vincerà mai più, se non troverà un modo diverso di comunicare. In televisione, inevitabilmente, Berlusconi è imbattibile. Ha ragione Diliberto, quando afferma che Berlusconi non intercetta il senso comune: lo determina. Attraverso le televisioni ci dice cosa dobbiamo pensare. Ovviamente non lo fa lui. Ma molti lo fanno per lui. Così parliamo solo di quello che ci viene offerto come argomento.
Non ne usciremo mai. Il centrosinistra ha perso l'ultima occasione, con Prodi, di interrompere questo circolo vizioso. Ora poteva fare qualcosa di buono, magari urlando che Grillo ha ragione e che l'informazione è serva. Non l'ha fatto. E non vincerà mai più.
Alemanno diventa sindaco a Roma ed è il trionfo totale del berlusconismo e dell'Italia teledipendente. Va riconosciuta, però, una certa stoffa nel Gianni e quindi buon lavoro. D'altronde, ci si deve pur abituare. Si deve accettare. Va tutto bene. Va tutto bene.

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