mercoledì, gennaio 28, 2009

Mino, il semplice

Mino Reitano (1944-2009)

Era un tenero, Mino. Un uomo semplice, buono. Le sue umili origini e la povertà patita gli sono rimaste addosso sempre. Un italiano semplice baciato dal successo, dal grande riscatto che lui, emigrante, ottenne proprio tra gli emigranti. Una persona pulita, per la quale era impossibile non provare affetto e tenerezza. Anche quando lo prendevano di mira per le sue canzoni sentimentali, per tutte le volte in cui finiva nel melenso.
Eppure delle belle cose le ha scritte e, per qualche anno, era finito nell'olimpo dei divi di quand'ero bambino. Divideva la scena con Ranieri, Morandi, Little Tony e molti altri. Poi c'è stata, soprtattutto, la televisione, la pacchiana "Italia", molti Sanremo e qualche esperienza pure da conduttore.
Si muoveva goffamente, sempre rivolto al pubblico. Buffo, a tratti. Ma aveva cuore e voce. Già, perchè tutto si può dire, ma Mino Reitano aveva una gran voce che, usata meglio e meno violentata dai suoi impeti, avrebbe seppellito molti pseudo-cantanti di oggi.
Credo che la morte di Mino Reitano, vinto da un male incurabile, abbia rattristato un po' tutti, oggi. Anche chi ne parlava male. Credo di sapere perchè: Mino era un bonaccione, un uomo sensibile e ingenuo. Li luccicavano spesso gli occhi. La gente gli voleva bene. E quando se ne va un uomo buono ci sentiamo tutti più tristi.
In mezzo a questo cicalio di arroganti, la trasparenza di Reitano e il suo sorriso timido ci toccavano il cuore. Ciao, Mino.

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