martedì, febbraio 17, 2009

L'enorme Billionaire

E Berlusconi si è pappato pure la Sardegna. Le sue continue visite (da premier) nell'isola per far campagna elettorale per il suo pupillo Cappellacci (figlio del suo commercialista) hanno pagato: il centrodestra ha stravinto e Soru se ne torna a casa. Si tratta dell'ennesima batosta per il Pd che ormai, prendiamone atto, è fallito totalmente.
Insomma, il Cavaliere è indistruttibile. Complici il controllo dei media (tutti pro-Cappellacci) e l'innegabile capacità di fare propaganda, Egli incarna il vero Titano populista, imbattibile ora e nel futuro.
I sardi così hanno deciso, come del resto tutti gli italiani mesi fa.
Consentitemi, da uomo con origini sarde e quindi con radici profonde in quella terra, un'amara riflessione: ho paura. Paura che la Sardegna, nei prossimi cinque anni, si trasformi in un unico, enorme Billionaire. Che, sparito Soru, le sue coste vengano prese d'assalto da centinaia di costruttori che hanno già i progetti nel cassetto da anni e che attendevano solo il cambio del vento. Che nel giro di poco, oltre alla cafonissima Costa Smeralda o a Villasimius, la cementificazione tocchi posti come la Costa Verde, la spiaggia di Scivu, o Masua e Nebida. Insomma, che quel poco di incontaminato che rimane venga devastato da ricchi imprenditori con il portafogli gonfio. I sardi, assetati di lavoro, potrebbero svendere la loro terra. Ed io, da oriundo sardo, sono molto spaventato. Vedo le mani avide stringere i miei posti preferiti. E mi torna in mente il calzante paragone che De Andrè fece tra sardi ed indiani d'America: "si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura".
 

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