sabato, settembre 22, 2007

Andar per mobilifici

Una delle cose che mi risultano particolarmente indigeste è andar per mobilifici.
Quando decisi di sposarmi, a causa del numero di camere, ingressi, cucine e via dicendo che mi sfilarono davanti, seguiti da sorridenti preventivi svolti con matita e righello dal commerciall di turno, rischiai una crisi di rigetto.
Oggi, dopo un bel po' di tempo, sono tornato a vedere mobili per arredare la cameretta di mia figlia. Ho esaminato un bel po' di armadi e letti per bambini: da quelli compatti ai famigerati letti a castello (che se il pupo ci precipita non so come vada a finire), dai letti "a ponte" sino alle classiche camerotte che mi rammentavano la lontana infanzia. Ho sopportato un paio di preventivi di quelli "abbiamo solo per questo periodo uno sconto del 50%: ne approfitti". Ne sono uscito frastornato e con l'esigenza di rimisurare con precisione infinitesima le dimensioni della stanza perchè, come sempre, sembra non starci nulla. Senza contare poi la classica "meglio due letti, perchè se arriva un altro bambino...".
Insomma, la tiritera per scegliere la stanza potrebbe protrarsi per settimane, di sabato in sabato (essendo il sabato l'unica giornata utile per me). So già che ne uscirò vittorioso. Prima o poi troverò la cosa che mi piace e fa per me. O, alternativamente, opterò ad un certo punto per una soluzione qualsiasi, purchè il rito dei mobilifici cessi.
Anche se, all'orizzonte, c'è un altro grande intervento: l'acquisto del salotto/soggiorno (il "living", come lo chiamano ora). E' un acquisto importante. che posticipo da anni (finora ci siamo sistemati con una cosa vecchiotta), pertanto da ponderare bene. Da misurare bene. Un fiume di preventivi. Finirò in analisi.

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