lunedì, settembre 24, 2007

Il 200

Questo è il mio post nr. 200! Non ci credevo proprio, quando cominciai, che sarei riuscito a tenere in vita il mio blog per tutto questo tempo. Invece, da alcuni mesi a questa parte, ho iniziato a scrivere con regolarità (e senza prendere Activia).
Da un'analisi veloce dei temi che ho trattato in questi miei scritti, si evince una cosa in particolare: la discontinuità. Parlo di prezzi, di politica, di televisione, di qualche faccenda personale, di lavoro, di traffico, di libri e via dicendo. Il tutto senza un filo conduttore. Ma sono contento così: credo che un blog, se non dichiaratamente specializzato, serva proprio ad affrontare tutte le cose che interessano o coinvolgono il suo autore, liberandolo da vincoli predefiniti. Spazio libero, quindi.
Se qualcosa manca, in maniera evidente, sono i temi tecnici. Essendo un informatico, potrei teoricamente affrontare anche discorsi inerenti la programmazione, l'analisi del software, le recensioni di prodotti, eccetera. Se non lo faccio è, probabilmente, per non far entrare il lavoro in uno spazio che sento solo mio. Ma temo che questo boicottaggio possa anche essere provocato da una certa nausea che ho non tanto per l'informatica quale scienza, quanto per come essa sia stata ridotta all'interno del mercato italiano. Torno a un discorso vecchio, dannazione.
La domanda per me è sempre la stessa: ha senso fare l'informatico in Italia? E' una professione che paga? Esiste ancora qualche forma di gratificazione nell'esercitare la professione di analista programmatore? O, in forma più generica, esiste concretamente, in Italia, la professione di informatico?

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