lunedì, settembre 17, 2007

L'uccisione di Capitan America

Nel corso di questi ultimi mesi, anche in Italia abbiamo visto pubblicata la saga "Civil War" della Marvel, ossia il grande crossover che coinvolge preticamente tutti i personaggi partoriti dalla mente di Stan Lee e compagnia.
I supereroi, in questa vicenda, si sono divisi in due gruppi: favorevoli e contrari al nuovo Atto di Registrazione del governo americano che impone a tutti loro di rivelare le proprie identità segrete.
"Civil War" vede lo scontro diretto tra le due fazioni, la "pro" capitanata da Iron Man e Mr.Fantastic (che per questo arriva alla rottura del suo matrimonio) e la "contro" guidata appunto da Capitan America. La vicenda si snoda in un vasto numero di albi Marvel ed ha ripercussioni significative, tra le quali lo scioglimento dei Fantastici Quattro e la rivelazione ai media dell'identità dell'Uomo Ragno, ossia Peter Parker. Il progetto di una sorta di prigione per i dissidenti situata nella Zona Negativa e chiamata semplicemente "42" è chiaramente un riferimento a ben note faccende umane.
Al termine del crossover sta per arrivare l'evento più atteso (in Usa avvenuto lo scorso Marzo), lo shoccante epilogo di "Civil War": la morte di Capitan America.
L'amatissimo eroe, infatti, viene assassinato da un cecchino sulla scalinata d'ingresso del Palazzo di Giustizia di New York dove, dopo la sua resa, deve essere processato per i presunti reati commessi come leader degli oppositori alla registrazione.
Addio ad un'icona del fumetto, quindi. O no? Il mondo dei supereroi ci ha abituati da sempre alle morti e resurrezioni al punto che possiamo dare per scontato il fatto che, prima o poi, il buon Capitano tornerà in scena. D'altra parte, non è stato così anche per Jean Grey/Fenice degli X-Men, morta e resuscitata un sacco di volte (infatti, attualmente, è di nuovo defunta), per Colosso (sempre degli X-Men,) per Reed Richards dei Fantastici Quattro, per Superman e per molti altri?
C'è chi ha letto nella morte di Capitan America la conseguenza della morte del sogno americano e dell'innocenza di questa grande nazione che, mediante Bush e Cheney, ha smarrito molta della sua identità. A mio giudizio, si tratta solo di un fumetto: Steve Rogers è andato ma, con tutta probabilità, riapparirà.

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