martedì, settembre 18, 2007

Prodi torna in Tv

Rivedere Bruno Vespa in Tv non è esattamente la cosa migliore che mi possa capitare, ma sicuramente ieri sera è valsa la pena, visto che ospite del gran cerimoniere era Romano Prodi, il Presidente del Consiglio.
A conti fatti, il Professore ha confermato quanto penso di lui (e non necessariamente di tanti che gli stanno attorno): al di là del suo bofonchiare e dell'aspetto da vecchio curato, ha delle idee e le difende con coraggio. E, oserei dire, è animato da onestà intellettuale e buone intenzioni.
Tra le tante cose dette, una mi ha colpito fortemente: quando ha risposto ad una giovane che gli chiedeva conto del sentimento di antipolitica che circola nel Paese e che ha trovato in Beppe Grillo un'espressione significativa. Riferendosi ai privilegi dei quali godono i politici (ben illustrati nel successo editoriale "La Casta" di Stella e Rizzo), Prodi ha affermato: "La classe politica deve dare l'esempio, su questo ha ragione. Ma lei descrive il politico come ricercatore del proprio vantaggio e dei benefit. Purtroppo è la società italiana che è così, basta vedere i casi dei concorsi. La politica deve dare l'esempio ma non credo che la società sia meglio della sua classe politica".
Da standing ovation! In altre parole, abbiamo i politici che ci meritiamo, perchè noi italiani siamo fatti così: furbi, arraffoni e sempre pronti ad usare ogni mezzuccio per nostro tornaconto.
Come dargli torto? Prodi ha detto una cosa impopolare, ma è la verità, no?
Stamattina, naturalmente, tutti i giornali titolano sulla sua dichiarazione di non ridurre l'Irpef al momento, perchè non ci sarebbero le risorse. E, tra le cose che ha sostenuto, questa è l'unica che per i nostri media pare aver importanza. Basti pensare al sondaggio del solito Mannheimer: per gli italiani la priorità assoluta è ridurre le tasse.
Anche qui c'è da riflettere, perchè evidentemente anni di strali berlusconiani e bossiani hanno lasciato il segno, se i cittadini sognano di pagare meno al fisco più di quanto sognino città vivibili, lavoro certo per i giovani, infrastrutture moderne, cultura, scienza, sviluppo sostenibile, rispetto per l'ambiente, assistenza per i bisognosi e gli anziani, servizi sanitari e via dicendo. Pagare meno tasse è sentita come l'esigenza maggiore. Avere qualche euro in più in tasca renderebbe felici tutti.
Mi pare un inno all'egoismo. Posso capire l'imprenditore che versa il 53% del suo lavoro all'erario, ma tutti gli altri?
E' veramente la riduzione fiscale la via per rendere felice il Belpaese? Non me ne capacito.

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