Rivedere Bruno Vespa in Tv non è esattamente la cosa migliore che mi possa capitare, ma sicuramente ieri sera è valsa la pena, visto che ospite del gran cerimoniere era Romano Prodi, il Presidente del Consiglio.A conti fatti, il Professore ha confermato quanto penso di lui (e non necessariamente di tanti che gli stanno attorno): al di là del suo bofonchiare e dell'aspetto da vecchio curato, ha delle idee e le difende con coraggio. E, oserei dire, è animato da onestà intellettuale e buone intenzioni.
Tra le tante cose dette, una mi ha colpito fortemente: quando ha risposto ad una giovane che gli chiedeva conto del sentimento di antipolitica che circola nel Paese e che ha trovato in Beppe Grillo un'espressione significativa. Riferendosi ai privilegi dei quali godono i politici (ben illustrati nel successo editoriale "La Casta" di Stella e Rizzo), Prodi ha affermato: "La classe politica deve dare l'esempio, su questo ha ragione. Ma lei descrive il politico come ricercatore del proprio vantaggio e dei benefit. Purtroppo è la società italiana che è così, basta vedere i casi dei concorsi. La politica deve dare l'esempio ma non credo che la società sia meglio della sua classe politica".
Da standing ovation! In altre parole, abbiamo i politici che ci meritiamo, perchè noi italiani siamo fatti così: furbi, arraffoni e sempre pronti ad usare ogni mezzuccio per nostro tornaconto.
Come dargli torto? Prodi ha detto una cosa impopolare, ma è la verità, no?
Stamattina, naturalmente, tutti i giornali titolano sulla sua dichiarazione di non ridurre l'Irpef al momento, perchè non ci sarebbero le risorse. E, tra le cose che ha sostenuto, questa è l'unica che per i nostri media pare aver importanza. Basti pensare al sondaggio del solito Mannheimer: per gli italiani la priorità assoluta è ridurre le tasse.
Anche qui c'è da riflettere, perchè evidentemente anni di strali berlusconiani e bossiani hanno lasciato il segno, se i cittadini sognano di pagare meno al fisco più di quanto sognino città vivibili, lavoro certo per i giovani, infrastrutture moderne, cultura, scienza, sviluppo sostenibile, rispetto per l'ambiente, assistenza per i bisognosi e gli anziani, servizi sanitari e via dicendo. Pagare meno tasse è sentita come l'esigenza maggiore. Avere qualche euro in più in tasca renderebbe felici tutti.
Mi pare un inno all'egoismo. Posso capire l'imprenditore che versa il 53% del suo lavoro all'erario, ma tutti gli altri?
E' veramente la riduzione fiscale la via per rendere felice il Belpaese? Non me ne capacito.





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