mercoledì, ottobre 24, 2007

Tra me e mio nonno

Mio nonno andava a lavorare a piedi. Partiva la mattina presto per giungere un paio d'ore dopo alla sua vigna, coprendo una distanza di circa cinque chilometri. Mio nonno faceva il vino per passione, consumandosi le scarpe vecchie camminando. Non viveva di questo: durante la settimana si spaccava la schiena lavorando in un cantiere. Come tanti, anche mio nonno era consumato dal lavoro, dall'alimentazione squilibrata e da una vita difficile. Mio nonno morì nel 1949 ed io non l'ho mai conosciuto. Stamattina mi è tornato in mente per il fatto che andasse a lavorare a piedi. L'ho fatto anch'io, in pratica. Un blocco del traffico pauroso e quindi eccomi giù dal pullman a camminare di fianco ai mezzi fermi. Un traffico che ci ammazza, una vita fatta di stress e amarezza. Fare il pendolare è una condanna che penso di non meritare. Odio giornate come questa e odio soprattutto che aumentino anno dopo anno.
Tra me e mio nonno non ci sono molte differenze: a piedi lui, a piedi io (tanto il pullman fa una velocità media paragonabile a quella di un buon camminatore). Ci dividono sessant'anni e un progresso che, in questi casi, è solo sulla carta.

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