martedì, marzo 24, 2009

L'ultima fortezza papale

Francia, Germania e altri paesi possono criticare il Papa per la frase sul preservativo, gaffe pesantuccia in un paese come l'Africa, dove la piaga dell'Aids è una delle maggiori cause di morte. Dall'alto del suo intelletto, Benedetto XVI ha fatto un'altra delle sue uscite che, pur se contestualizzate in un nobile discorso, in pratica non favoriscono la diffusione del condom. Le repliche piccate, le critiche aspre e le prese in giro da parte di mezzo mondo non sono piaciute alle gerarchie vaticane che, dalla tonante voce di monsignor Bagnasco, chiedono di piantarla con l'irrisione al Santo Padre. Risultato: la Francia ribadisce le sue critiche e così faranno tutti gli altri. Tutti tranne l'Italia, ovviamente. Qui, di criticare un pontefice non se ne parla. Anzi. Ci si erige a difensori dell'autorità. Facciamo due più due, come dice anche Rodotà su Repubblica: in generale, la Chiesa cattolica non se la passa tanto bene. Ratzinger non gode di molti fans, nel mondo. Così, rendendosi conto che la sua espansione planetaria è, quanto meno, rimandata, ecco che il Vaticano si chiude a riccio e decide di governare l'unico paesello che ancora si prostra ai suoi piedi: l'Italia. "Subito la legge sul testamento biologico", comandano i prelati. E il Parlamento, ovviamente, obbedirà. Siamo l'ultima fortezza papale. Tutte le sue attenzioni, ormai, riguardano noi. Dalla scuola, al fine vita, alla ricerca, alla scienza, alla sessualità. Saremo sempre sotto osservazione e costantemente giudicati. Se il Papa non ha altri territori, si prenderà il nostro. Una piccola teocrazia occidentale.

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