lunedì, maggio 18, 2009

I voti della Lega

Non è che lo si scopra oggi che abbiamo gli stipendi tra i più bassi d'Europa. Fa un po' male vederselo sbattere in faccia dall'Ocse. E ancora peggio sentire Sacconi che pontifica dicendo di legare i salari agli utili delle imprese, considerando il nero che viene prodotto in questo paese. Siamo proprio una nazione strana, dove le aziende chiedono continuamente sgravi ed aiuti e dove i lavoratori dipendenti sono continuamente presi a mazzate con aumenti ridicoli. Se poi consideriamo che abbiamo un numero spropositato di rappresentanti sindacali c'è da chiedersi a che servano.
Intanto, il ministro La Russa dichiara guerra all'Onu, aggredendo verbalmente una sua rappresentate italiana, e gli fa il coro l'ineffabile Gasparri. Il tutto condito in salsa leghista: siamo proprio in campagna elettorale (ma quando mai non c'è, da noi?). Certo che c'è da rimanere sbigottiti ad osservare la parabola della Lega: dalla guerra ai terroni, è passata da anni alla battaglia contro gli stranieri e, specie in questi giorni, deve mostrare al proprio elettorato di avercelo ancora duro. Già. D'altra parte, in tanti anni di esercizio di potere romano, che cos'ha portato di veramente sensato al Nord il partito di Bossi? Zero. Solo slogan di stile xenofobo. I soldi sono andati a Catania e a Roma. Dopo tutto il casino Alitalia, Malpensa è stata fatta fuori. L'Expo è fermo. L'Ici, unica tassa federale, non c'è più e i comuni del Nord non hanno più un quattrino. E allora Bobo Maroni non può far altro che prendersela con gli ultimi, con gli immigrati, con i senzatetto, con i rom e via dicendo. Impronte digitali, respingimento dei barconi senza valutare gli obblighi d'asilo, reato di clandestinità e pacchetto sicurezza che ricalca essenzialmente il solito "paròni a casa nostra, zio càn!" e nel quale è assente qualsiasi idea di integrazione ma ben presenti l'intolleranza e la repressione. Ora, è chiaro che non si può cavalcare l'altrettanto sbagliata idea dell'accoglienza senza regole e senza limiti. Ma non è ponendo gli stranieri in posizione di ricattabilità che si risolvono le cose. La politica deve governare i problemi e non incarnare le peggiori pulsioni dei cittadini. E, purtroppo, la Lega queste pulsioni le incarna proprio bene. Va anche oltre. Fa la faccia arrabbiata fingendo di non sapere che i suoi tanti elettori, al Nord, spesso hanno delle aziendine (con molto nero) nelle quali lavorano decine di immigrati non regolari, sottopagati e minacciati. Elettori alla quale l'unica sicurezza che interessa è quella di gonfiarsi le tasche sulla pelle degli altri. Che l'Italia passi all'estero per una nazione razzista solo per aumentare i voti di Bossi, Maroni, Castelli e Calderoli non è uno scambio equo. Specie per il Nord.

Nessun commento: