martedì, agosto 04, 2009

Tanta carne al fuoco

E' legittimo chiedersi, come ha fatto Eugenio Scalfari, a che cosa siano stati destinati i 35 milioni di euro in più di fabbisogno statale. Ma non credo che arriveranno delle risposte. Tremonti non è abituato a darle. E' sempre intento ad inventare nuove formule per tenere in piedi una baracca che non si regge più, quindi è inutile sperare che trovi le parole per dirci perchè nei conti pubblici si sia ormai creata una voragine dove, crisi o non crisi, precipiterà l'azienda Italia. D'altro canto, quando mai il baldo Giulio non ha mandato in tilt le finanze dello Stato? E quando mai ci ha risparmiato le sue alchimie contabili, culminate attualmente in un fantomatico decreto anti-crisi del quale si capisce gran poco?
Mentre si faranno rientrare i capitali sporchi facendo pagare poco più di una mancia e garantendo l'anonimato, cosa impensabile altrove, l'Italia spera di rilanciarsi nell'ennesima colata di cemento che devasterà quel poco di spazio che rimane tra un edificio vuoto e un edificio sfitto.
Questo ballo sul Titanic continua più del previsto solo grazie ai silenzi che sono calati sull'entità del disastro, sulla devastazione sociale e sulle vere emergenze . In questo, Tremonti e il suo principale non li batte nessuno.
Ben 4 miliardi finiranno alla Sicilia: ennesimo pizzo pagato ad una regione che scalpita, che manda segnali che possono ricordare tempi andati. Dietro le proteste di Miccichè e Lombardo si nasconde un messaggio palese: l'isola pretende un cambiamento, un nuovo referente romano. I segnali ci sono tutti, cominciando dal concreto appannamento dell'appeal del Cavaliere. Quindi, in Sicilia si guarda già oltre e il fiume di denaro che ci arriverà non farà altro che posticipare la resa dei conti. Altri hanno già avuto lo stesso trattamento, in primis Belzebù che, di colpo, perse il ruolo che da decenni aveva per una certa Sicilia. Lo perse in modo più cruento e sulla pelle di Salvo Lima. Oggi i metodi sono, diciamo, più sottili.
4 miliardi alla Sicilia sono un affronto per il resto della nazione. Lo percepisce la Lega, che fatica a giustificare questa faccenda con la sua gente.
Così funziona, questo governo. Con Papi sempre più in difficoltà, stretto tra Bossi e il Sud che scalpita, tra la sputtanata delle escort e le (timide) bacchettate della Chiesa, tra i conti in rosso e le promesse che non potrà mantenere.
Per ora tiene botta, salvato dalle televisioni che ormai sono solo delle spudorate veline di partito e da un Parlamento che non fa altro che porre fiducie. Ma di certo, mettendo il naso fuori dai confini, gli italiani potrebbero capire che il resto del mondo si chiede sbigottito come possa essere ancora al suo posto un uomo che frequenta le prostitute e le mette poi nei posti di potere.
Chi pagherà tutto questo? Chi pagherà i danni di Tremonti, che già conosce la verità e cerca di utilizzare i forzieri di Bankitalia, tassando le plusvalenze, per raccogliere qualche soldo?
L'Agosto italiano ci permetterà di tirare a campare ancora un po', ci farà digerire il fatto che la Rai scenda da Sky per salire con Mediaset su TivùSat rimettendoci 150 milioni di euro, costretta dagli interessi delle aziende del Cavaliere, pronte a tutto pur di annichilire Murdoch, ormai il nemico numero uno. Il conflitto di interessi esiste, bellezza. Da sempre. Se a Berlusconi riduci Mediaset, immediatamente lo annienti e lui non lo permetterà.
Credo di aver scritto di troppe cose in poche righe, ma la carne al fuoco è talmente tanta che si perde di vista il tutto. Chiuderei con un ultimo appunto sulla Chiesa: state facendo un casino sulla Ru486 e, vista con i vostri occhi, ci sta. Ma è possibile che, sulla vicenda escort, vi siate limitati a qualche rimbrotto? Dov'è la morale, eminenze?

Nessun commento: