domenica, ottobre 11, 2009

Il puzzle /1

Non molto tempo fa, ho seguito un dibattito sul libro "L'agenda rossa di Paolo Borsellino", scritto da Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza. Erano ospiti anche Salvatore Borsellino, il fratello del magistrato, e Gioacchino Genchi, salito alle cronache di recente per faccende note ma, nel '92, uno dei primissimi a giungere in Via D'Amelio. E' stata una serata molto suggestiva e toccante. Più di tutti, Salvatore Borsellino è riuscito a chiarire le idee su quello che accadde meno di vent'anni fa in questo paese. Nel '92, Cosa Nostra necessitava di un cambiamento forte rispetto ai suoi referenti ed il messaggio arrivò ad Andreotti con l'uccisione di Salvo Lima: il tempo della Dc era terminato. C'era un nuovo aggancio, che passava da Vittorio Mangano.
Saltò in aria Giovanni Falcone a Capaci. Partì una trattativa tra Stato e mafia: Ciancimino trattò con i Ros Mori e De Donno. Giovedì scorso Annozero ci rivela (mediante un' intervista all'ex-ministro Claudio Martelli) che Borsellino seppe di questa cosa. Ed, evidentemente, non la poteva approvare. Borsellino salta in aria a sua volta: per mano di chi? Di Cosa Nostra davvero? E che fine fece la sua agenda rossa, dove annotava tutto? E perchè Nicola Mancino, allora ministro, nega di aver parlato con lui pochi giorni prima della fine?
In questo quadro si noti che avverranno poi degli attentati molto anomali: a Firenze, Roma, Milano. A Maurizio Costanzo. E poi tutto si placherà. In parallelo alla discesa in campo di un certo personaggio che , in primis, ringrazierà Dell'Utri per aver costruito questo nuovo partito.
Insomma, senza scendere nei dettagli, è chiaro che il puzzle si stia ricomponendo. Siamo ad un passo dalla verità. E forse capiremo come sono realmente state scavate le fondamenta delle Seconda Repubblica. E se queste fondamenta sono insanguinate.


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