sabato, aprile 25, 2009

25 Aprile 2009

25 Aprile. Partigiani e repubblichini. Ogni volta si tira fuori questa storia. Equivalenti? No. C'è un giusto e uno sbagliato e, specie in questi tempi, non vanno confusi.

Ma Che Bella Giornata Di Sole (A. Venditti, 1988)
Ma che bella giornata di sole
Quanta gente per le strade nuove
Quanti treni alla stazione
Ma per tornare a casa
E la chiamano liberazione
Questa giornata senza morti
Questo profumo di limoni
Dalle finestre aperte
E mio padre vivrà
Solo il sogno di questa terra
Perché quello che ha è ancora guerra.
E mia madre amerà questo sogno di prigioniero
Perché quello che avrà è il mondo intero.
E' una barca che naviga sulle onde del mare
Questo giorno di libertà
Tu non lasciarlo andare.
Questa terra sarà oggi e sempre nelle tue mani
Questo mondo vivrà nelle tue mani.
Oh, oh, oh… Ma che bella giornata di sole
Questa giornata senza morti
Questo profumo di limoni
Giù per le strade.

giovedì, aprile 23, 2009

In questa sarabanda di donazioni per l'Abruzzo

La solidarietà, purtroppo, ce la diamo sempre tra noi poveracci. Le carogne ci campano.

lunedì, aprile 20, 2009

Beccucci e il riscatto dei "vecchietti"

Ho accuratamente evitato di scrivere, in questi giorni. La vicenda "terremoto in Abruzzo" avrebbe offerto un sacco di spunti, passando anche per la vicenda Annozero e Vauro. Ma mi voglio occupare di argomenti più leggeri. Tipo X-Factor.
Sono molto contento per la vittoria di Matteo Beccucci, trionfatore della seconda edizione del talent-show targato Raidue. Sebbene i Bastards sons of Dioniso siano molto più innovativi, la vittoria del bel canto del toscano rappresenta il riscatto di noi quarantenni o poco meno. A 38 anni suonati, Matteo è riuscito a portare a casa il primo posto, chiudendo (forse) con la sua vita da impiegato. E questo è un bel segnale. Ho tifato Matteo per questioni anagrafiche: è mio coetaneo, conosce la musica e tiene famiglia. Da impiegato a star. Che bella cosa. Come si dice, in questi casi? Non è mai troppo tardi.

lunedì, aprile 06, 2009

Terremoto in Abruzzo

Nessuna polemica. Oggi si deve tacere perchè è un gran brutto giorno per il nostro Paese.
Un abbraccio forte agli abruzzesi. Con un nodo in gola.

sabato, aprile 04, 2009

L'inarrivabile

Nemmeno nelle nostre fantasie più estreme potremmo inventarci una tale combinazione di figuracce.

Dal Corriere:

Al vertice Nato una telefonata ha costretto Silvio Berlusconi a saltare la parte iniziale della cerimonia lungo il ponte pedonale di Kehl, sul Reno. Il presidente del Consiglio è arrivato in auto davanti al tappeto rosso su cui Angela Merkel attendeva i leader dei 28 Paesi alleati. Ma, appena sceso, ha mostrato al cancelliere tedesco che era al telefonino e ha ruotato l'indice per spiegare che avrebbe tardato. Berlusconi ha saltato anche il minuto di silenzio per i caduti nelle missioni Nato e si è unito agli altri leader solo una ventina di minuti dopo, sulla sponda francese del Reno da dove i leader sono partiti in pullman per Strasburgo. Le telecamere lo hanno inquadrato mentre si spiegava con la Merkel e con alcuni altri leade (Reuters)


venerdì, aprile 03, 2009

Silvietto la peste

In molti dicono che è un modo per rompere i rigidi protocolli, spesso pallosi. In molti dicono che è così che si deve fare. Pacche sulle spalle, abbracci, foto ricordo col pollice in su. Sorrisi e barzellette.
Però vorrei sentire cosa dicono di lui, quando mormorano in privato, Sarkozy, la Merkel, Lula, Brown o chiunque altro. Cosa pensano veramente del guascone, dell'irriverente, del simpatico Silvio Berlusconi.
Come si può essere considerati seri, noi italiani, quando siamo rappresentati da uno così? Quando il nostro premier urla come se fosse al mercato per farsi notare da Obama, per far presente che c'è anche lui? Quando deve essere ripreso da una inorridita Elisabetta II che, col tono da vecchia professoressa, sgrida il monellaccio che non rispetta il bon-ton?
E' incredibile come, con una continuità che lascia basiti, il Cavaliere non manchi mai, mai, mai il suo personale appuntamento con una figura barbina ogni volta che si presenta sulla scena internazionale. Qui nessuno osa contraddirlo e lo lasciamo fare, tanto siamo desolati e impotenti. Ma fuori, come diavolo lo giudicano? Come diavolo ci giudicano?