martedì, gennaio 05, 2010

Qualcuno migliore di questi

Tutte queste parole sul dialogo per le riforme mi nauseano. Ci sono aziende che chiudono, gente che si ritrova senza un euro con una famiglia da mantenere e questi parlano di riforme. Addirittura della prima parte della Costituzione. Delirio.
Mi nauseano tutti i politici, perchè continuano a recitare la stessa commedia. Perchè, nonostante i loro fallimenti (strapagati da noi) continuano a ritenersi inamovibili. Si autoeleggono, si autopromuovono e si ritengono in diritto di starsene sullo scranno per l'eternità. Perchè mai dobbiamo continuare ad avere Casini, Rutelli, D'Alema, Bossi, Berlusconi e via dicendo? Che abbiamo fatto di male? Lo Stato siamo noi. Loro sono cittadini come gli altri: perchè devono rimanere nel loro ruolo per sempre? Hanno usurpato il Paese e lo stanno portando allo sfascio totale. Parlano di riforme mentre a noi starebbero a cuore altre cose: il lavoro, i trasporti, lo sviluppo, l'istruzione.
Provo una profonda tristezza nel guardare quest'Italia violentata da degli inetti. Incapaci.
Ma non c'è proprio nessuno di migliore di questi?
Napolitano si barcamena, continuando ad invitare alla ragionevolezza. Come se non sapesse che questa maggioranza ha solo uno scopo: smontare quello che resta dello stato di diritto, della legalità. Creare un Eldorado teocratico per pochi privilegiati. Specie uno. Perchè, quando si parla di riforme, si allude specialmente ad una: fare in modo che B. si salvi da qualsiasi processo, presente e futuro.
Mi spiace per Di Pietro. Che avrà anche degli eccessi, ma è l'unico che urla contro questo schifo. Ed è stato lasciato solo.
Dov'è il Pd? Bersani si rende conto che ha ormai perso metà dei suoi elettori? Qual è la sua linea? Che senso ha lo squallore che vediamo in Puglia contro Vendola? Dopo Walter, Bersani sta facendo i danni finali. Ha cloroformizzato del tutto l'opposizione. Sarà che dietro c'è Baffetto, l'alter-ego di Silvio, l'incuciaro perfetto.
Spero che il 2010 sia l'ultimo atto di questa commedia, perchè ormai non c'è proprio più tempo. O si svolta o si termina la corsa. Nelle fabbriche che chiudono, tra i neo-disoccupati e i disperati sui tetti, si consuma la sarabanda finale di questa povera italietta da quattro soldi. Un Paese che si è suicidato. O la smettiamo di prenderci in giro o ci resta solo da seguire il feretro...

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