sabato, gennaio 21, 2006

Con cinque anni di ritardo


Appassionante, la scorsa notte, il confronto tra Berlusconi e Rutelli nel corso di Matrix.
Vedere il Cavaliere finire diverse volte all'angolo, schiacciato dalle sue responsabilità, è stata una lezione: impossibilitato ad usare i soliti temi demagogici (dei quali è maestro), Berlusconi non è così imbattibile, davanti alle telecamere. Onore a Rutelli che, con freddezza e chiarezza non comuni, è riuscito in questo compito e, a mio giudizio, a vincere questo round.
Viene da chiedersi che sarebbe successo alle elezioni del 2001, se allora Berlusconi avesse accettato il faccia a faccia. Lo ha fatto ieri, obtorto collo: sa di essere tendenzialmente bollito, ma si ritiene capace di recuperare consenso. Ipotesi concreta, visto che Berlusconi è ancora suadente e persuasivo per molti. Qualità ancora sfruttabili, purchè non si ritrovi contro Rutelli. Piuttosto, nessuno. Meglio se nel solito, comodo, salotto di Vespa.
Alla fine del match, il Cavaliere aveva quasi perso la voce: mai accaduto prima. I monologhi a senso unico non logorano così.
Memorabili frasi del premier:
1) "Sì, sono orgoglioso di avere come socio... non so nemmeno se sia mio socio" (su Tarek Ben Ammar).
2) "Voglio starmene fuori da questo argomento che è stato montato artificiosamente contro di me" (su Unipol).
3) "E' assolutamente falso che io abbia proposto nel '94 a Di Pietro di fare il ministro. Secondo me non dovrebbe fare neanche il magistrato perché sono intimante convinto che non abbia neanche la laurea..." (su Di Pietro, da leggersi preceduta dalle dichiarazioni del Cavaliere nel 1994 sul medesimo).

Nessun commento: