sabato, marzo 04, 2006

Sanremo 2006 - Quarta serata

Quarta serata e gli ascolti sono ancora una volta deludenti. E, stavolta, non possiamo dire che le necessità televisive abbiano messo la musica in secondo piano, anzi.
E' stata una serata, questa, dei cosiddetti "duetti", con parecchi momenti interessanti e non molto diversa da quella del'anno scorso. Quindi? La risposta l'ha data, probabilmente, Antonio Dipollina, ieri sul sito di "Repubblica": inutile lapidare Panariello, il Festival non funziona più da anni, almeno dal 2001. L'unico, da allora, che abbia fatto centro è stato Bonolis: con lui ci si era illusi che Sanremo fosse risorto, e invece si trattava solo un successo "ad personam".
Ergo, il comico toscano non può pagare per tutti. Naturalmente ci mette del suo, per divenire bersaglio: all'avvio di puntata, il buon Giorgio parte con un monologo contro i cinesi (di vago sapore xenofobo) che, oltre allo sconcerto di molti, ottiene pure il risultato di non far ridere.
Meno male che, stavolta, c'è la musica. Musica italiana protagonista, a parte Dolce&Gabbana, il divo Orlando Bloom, il maestro Arnoldo Foà e Gavin De Graw (che canta all'una).
La formula dei duetti, già piaciuta molto l’anno scorso, funzione benissimo anche quest’anno: così, vediamo Michele Zarrillo con Giuseppe Bono e Tiziano Ferro; Povia assieme a Baccini, Francesco Musacco e Margherita Graczyk. Ron si porta sul palco la partner di vittoria di dieci anni fa, Tosca, più Loredana Bertè e l’arpista Cecilia Chailly. Alex Britti – tormentato da un problema tecnico – suona con la Britti Blues Band, nella quale sorride sornione Max Gazzè.
Bel colpo per i Nomadi, che hanno con loro il professor Roberto Vecchioni; Niccolò Fabi è il partner degli Zero Assoluto mentre il comico Flavio Oreglio ha un momento catartico con il gruppo Sugarfree.
Finizio e i ragazzi di Scampia cantano con un addolorato Tullio De Piscopo alla batteria che, purtroppo, ha appena avuto notizia della scomparsa della madre.
Per le donne, Anna Tatangelo si esibisce con Alberto Radius e Ricky Portera, mentre Nicky Nicolai riporta sul palco il marito Stefano di Battista, oltre a Giovanni Allevi.
Lo storico chiatarrista di Vasco Rossi, Maurizio Solieri, suona per Dolcenera; Simona Bencini trova sulla sua strada la voce di Sarah Jane Morris.
Complessivamente bello e godibile, questo spettacolo: dagli incontri tra artisti si ha conferma di quante buone cose possano uscire.
Dopo l’esibizione dei sei Giovani rimasti, Panariello invita tutti i cantanti sul palco per improvvisare qualche commento (buona idea, ma tardiva).
Subito dopo, il rito delle eliminazioni per determinare gli otto finalisti:
- Giovani: fuori L’Aura (perché?), Tiziano Orecchio (bene), Helena Hellwig e Monia Russo. In finale Riccardo Maffoni (non capisco, non capisco) e Simone Cristicchi.
- Gruppi: fuori Sugarfree (d’accordo) e Finizio e i ragazzi di Scampia (che ci facevano ancora lì, al posto di Venuti?). In finale Nomadi (e chi altri?) e Zero Assoluto (va bene, basta che non vincano).
- Donne: fuori Simona Bencini e Nicky Nicolai e mi spiace per entrambe. Una qualsiasi delle due era meglio di Anna Tatangelo che, invece, va in finale con la favoritissima Dolcenera (comunque brava).
- Uomini: difficile scelta, ma va bene che stia fuori Alex Britti (ripetitivo) ed è un peccato per Ron. Ma, tutto sommato, riguardo quest’ultimo gruppo sono d’accordo con il telefoto: Povia in finale ci sta bene ed altrettanto Michele Zarrillo, che ha portato una delle canzoni oggettivamente più belle.
Otto canzoni in gara, stasera. Vista la scarsità di brani, gli autori dovranno riempire ore e ore con varie cose: in primis le onorificenze ai neo commendatori nominati dal Quirinale.
Previsioni sul vincitore? Con solo otto partecipanti, la possibilità di azzeccare è troppo alta e rischierei di indovinare: meglio evitare.
Per finire, commentando positivamente la qualità generale di questa quarta serata, sottolineo il fatto che, ormai, viviamo esclusivamente di Auditel, in termini di audience e share. Si è parlato solo di questo, nelle giornate festivaliere. Pochissimi i giudizi sulle canzoni contro grandi parole sui dati di ascolto. Che tristezza.

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