martedì, giugno 19, 2007

Le parole di Max


Alcuni estratti dal lungo intervento di Massimo D'Alema a Ballarò riguardo la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche.

"Qui c'è un'aria irrespirabile e un clima piuttosto preoccupante". (certo. Anche prima, Max. Ed è preoccupante per voi, in primis).
"Rischiamo di pagare un prezzo molto alto come Paese. E c'è un clima di enorme confusione" (perchè tiri in ballo il Paese? Possibile che quando vi toccano sembra che tutto sia destinato alla fine?)
"E' del tutto normale che la politica si occupi di queste cose, accade in tutto il mondo che la classe dirigente politica e quella imprenditoriale facciano squadra per l'interesse del Paese" (non è proprio normale, Max. Ricordi Tangentopoli? Di interesse per il Paese pochino. Per alcuni molto).
"Le accuse nei miei confronti non hanno il minimo fondamento: è giusto che chi ha sbagliato paghi, ma io non ho commesso nulla" (vero, perchè lo ripeti spesso?)
"Facci sognare, una battuta che era chiaramente una presa in giro" (a questo ci credo, Max)
"La loro divulgazione (delle intercettazioni, ndr.) è dannosa per l'immagine della magistratura, non per la politica" (questa è una cazzata, Max)

Io non discuto il fatto che semplici telefonate non possano dimostrare un reato. Anzi, sono convinto della buona fede di questi colloqui. Non considero furbo che un uomo politico le faccia, ma lo accetto. Contesto invece il fatto che venga ritenuto mostruoso pubblicarle. Contesto che si voglia far passare la legge Mastella per mettere il bavaglio alle notizie. Contesto che, invece di dire "ho fatto una stronzata", si attacchi la magistratura e la libera informazione. Lo contesto, Max. La sinistra non può parlare come la destra. Non sta nè in cielo nè in terra.
Propongo di scambiare Max con un signore quale Bruno Tabacci.

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