giovedì, settembre 13, 2007

Dopo il V-Day

«Beppe Grillo è la punta di un iceberg, di una protesta che monta e da cui rischiamo di essere travolti. Quindi, dobbiamo agire in anticipo: aggredire la cattiva politica dei privilegi e degli sprechi con un risposta netta, senza eccessive prudenze. Dobbiamo incarnare la buona politica».

Così oggi dice Fini. Giusta considerazione. Ma non voi, Gianfranco. Non più voi. Dovrebbero farlo altri. Voi avete dato (poco) e preso (molto). Ora fatevi da parte. Sul serio. Via! La buona politica la devono incarnare altre persone, perchè voi non siete più credibili. Perchè, quando parlate di futuro, parlate sempre come se doveste esserci anche tra dieci anni? Perchè non riuscite a pensare anche al fatto di non partecipare più alla vita politica, di non essere più ministri o parlamentari o segretari o presidenti?

P.S. - Non ho parlato del V-Day finora per un senso di colpa: dopo avervi aderito spiritualmente, ho mancato l'appuntamento di Bologna. C'ero col cuore e con la mente, ma non c'ero di persona, per via del fatto che stavo rientrando dalle ferie.

Non ho parlato del V-Day finora e non lo farò nemmeno adesso perchè debbo ancora metabolizzare le cose, devo fare chiarezza, devo capire se chi come me l'ha sostenuto fa veramente tutta questa demagogia e qualunquismo, devo capire se le reazioni che ho visto hanno qualche fondamento, devo digerire un articolo di Eugenio Scalfari di ieri che sembrava scritto da qualcun altro.

Per me il V-Day è stata una benedizione, un bel momento democratico. Ma voglio capire anche chi lo ha criticato. Certo di una cosa: al di là dei punti fragili delle proposte e delle parole di Grillo, la Casta dovrebbe capire che moltissimi italiani si sono veramente rotti le palle.

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