giovedì, settembre 13, 2007

Esco dal "Distretto"

Dopo sei anni, ora ne ho abbastanza. Ho sempre seguito la fiction "Distretto di polizia" perchè, tra le produzioni italiane, è stata quella che ho trovato meglio realizzata e sicuramente più coinvolgente. Ma ora ho deciso di non vedere "Distretto di polizia 7". Sono infatti stufo di un prodotto che, anno dopo anno, è diventato sempre di più uno standard, limitandosi a produrre trame sempre più simili e scontate: il minimo sindacale per sopravvivere grazie a milioni di affezionati.
Ottime le prime due stagioni, quelle con Isabella Ferrari nei panni del commissario Scalise; buone la terza e la quarta con Claudia Pandolfi alias Giulia Corsi.
Poi, qualcosa cambia con la quinta stagione: ci sono segni di stanchezza, vengono introdotti degli atroci siparietti comici ad opera dei quattro personaggi minori (Parmesan, Ingargiola, Guerra e Lombardi) e la vicenda si sfilaccia.
La sesta serie vede uscire di scena Ricky Memphis a seguito della morte (?) del suo personaggio, Mauro Belli. Al termine della stagione se ne va anche il commissario Roberto Ardenzi (Giorgio Tirabassi).
Con l'uscita di Tirabassi e Memphis, le due colonne portanti, "Distretto di polizia" è praticamente finito. A parte i quattro mattacchioni, del cast iniziale è rimasto solo Simone Corrente (Luca Benvenuto), un personaggio mai definito in maniera netta e quindi assolutamente debole. Gli arrivi di Enrico Silvestrin e di Francesca Inaudi l'anno scorso e di Max Giusti e Massimo Dapporto quest'anno hanno completato il quadro: il cast principale è praticamente tutto nuovo e non sembra più il "vecchio" serial. Difficile appassionarsi a queste nuove vicende, a fronte di un gruppo di personaggi che non sono più quelli che conoscevamo. Quindi perchè continuare a vederlo?
Non so se sarò l'unico a mollare "Distretto di Polizia" quest'anno, ma credo di no. Credo che gli ascolti della settima edizione, ottimi all'esordio, rischino di precipitare molto presto. A testimonianza che nulla può durare in eterno, specie se si trasforma in qualcosa di quasi irriconoscibile.

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