giovedì, settembre 27, 2007

Giorni birmani

La vicenda della Birmania di queste ore sta prendendo una brutta piega, se il regime ha iniziato ad uccidere. Almeno sei monaci ci hanno rimesso la vita in questi primi atti di repressione. Si parla poi di 200 arresti e non c'è da stare allegri a finire in un carcere birmano.
Una vicenda squallida, dal momento che il pugno di ferro dei militari sta calando addosso a delle persone inermi colpevoli solo di manifestare pacificamente. La cosa che angoscia è che il regime militare si sta lisciando i baffi per una repressione in grande stile.Si sta per scatenare un putiferio, con la Cina che nicchia e non condanna e la Russia che definisce questi fatti come "affari interni".
La Birmania è un altro dei luoghi dove la democrazia sembra lungi dall'essere conquistata: sebbene a portata di mano con la leader Aung San Suu Kyi, i militari hanno preso il potere 19 anni fa e da allora il buio. Anche informativo, naturalmente. Di soluzioni non se ne vedono: non saranno certo le sanzioni ventilate da Bush a riportare alla ragione il dittatore Than Shwe.

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