venerdì, gennaio 30, 2009

Mike, il discreto

Mike Francis (1961 - 2009)

Altro lutto nel mondo della musica. E' morto Mike Francis, nome d'arte di Francesco Puccioni, popolare cantante degli anni '80, in particolare grazie al pezzo "Survivor" e alla bellissima "Friends" scritto per voce melodiosa di Amii Stewart.
Di Mike Francis colpiva la voce, così anglosassone e limpida, e l'aria da eterno timido ragazzino. Dopo gli '80 la carriera non volò più, nonostante il tentativo di cantare in italiano, ma aveva comunque un suo pubblico di affezionati, che continuava a seguirlo. Il suo ultimo album, "Inspired", è infatti targato 2007, quindi recente. Aveva solo 47 anni: un tumore ai polmoni lo ha portato via.

mercoledì, gennaio 28, 2009

Mino, il semplice

Mino Reitano (1944-2009)

Era un tenero, Mino. Un uomo semplice, buono. Le sue umili origini e la povertà patita gli sono rimaste addosso sempre. Un italiano semplice baciato dal successo, dal grande riscatto che lui, emigrante, ottenne proprio tra gli emigranti. Una persona pulita, per la quale era impossibile non provare affetto e tenerezza. Anche quando lo prendevano di mira per le sue canzoni sentimentali, per tutte le volte in cui finiva nel melenso.
Eppure delle belle cose le ha scritte e, per qualche anno, era finito nell'olimpo dei divi di quand'ero bambino. Divideva la scena con Ranieri, Morandi, Little Tony e molti altri. Poi c'è stata, soprtattutto, la televisione, la pacchiana "Italia", molti Sanremo e qualche esperienza pure da conduttore.
Si muoveva goffamente, sempre rivolto al pubblico. Buffo, a tratti. Ma aveva cuore e voce. Già, perchè tutto si può dire, ma Mino Reitano aveva una gran voce che, usata meglio e meno violentata dai suoi impeti, avrebbe seppellito molti pseudo-cantanti di oggi.
Credo che la morte di Mino Reitano, vinto da un male incurabile, abbia rattristato un po' tutti, oggi. Anche chi ne parlava male. Credo di sapere perchè: Mino era un bonaccione, un uomo sensibile e ingenuo. Li luccicavano spesso gli occhi. La gente gli voleva bene. E quando se ne va un uomo buono ci sentiamo tutti più tristi.
In mezzo a questo cicalio di arroganti, la trasparenza di Reitano e il suo sorriso timido ci toccavano il cuore. Ciao, Mino.

mercoledì, gennaio 14, 2009

Italianità


Per favore, un antiemetico!

Italia 2009



Bisognerebbe chiedere l'indennità per la nausea. Di questi tempi sono talmente schifato che faccio fatica a scrivere qualcosa di razionale. Bisognerebbe rimanere incollati al blog per ore, tante sono le cose irritanti che accadono. Mentre le televisioni di Mediaset gongolano per il successo del Grande Fratello 9, ennesima mazzata soporifera per il popolo, e ripropone le stesse cose da decenni (Scherzi a parte-Paperissima-La Corrida-Amici etc.), i giornali di famiglia stanno tessendo una campagna mastodontica contro un solo uomo: Antonio Di Pietro. E lo fanno con un livore, con una brutalità, con una malizia che non hanno precedenti. Loro, i garantisti a senso unico. Ovvio, Tonino è l'ultima barriera all'avanzata del regime. Caduto lui, a colpi di diffamazioni fatti da giornalisti del calibro di Giordano o Belpietro, nulla più si opporrà al pensiero unico, al vero Grande Fratello orwelliano. Pessimista? No, nauseato. Nauseato che un tale concentrato di potere sia a disposizione di un unico uomo, circondato da cortigiani senza vergogna. Ho sempre cercato di essere equilibrato, tutto sommato. Ora comincio a perdere la pazienza anch'io. Quindi, tiè, sostengo Tonino e punto. L'ultimo baluardo, dicevo. Non mi verrete a dire che Veltroni ha ancora qualcosa da dire? Fa solo tenerezza. E' al limite del patetico.
Nausea. Troppa, per parlare della faccenda Alitalia. Quella è uno scandalo che, altrove, non farebbe uscire più i politici di casa. E poi dicono che disporre dei media non conta nulla. Vista l'intelligenza che si vede in giro contano drammaticamente troppo.
Comunque, i giochi sono alla fine. Guardate i conti dello Stato e preparate le pezze per il culo.

sabato, gennaio 10, 2009

10 anni senza Faber

Ricordare in queste ore Fabrizio De Andrè è facile. Il decennale della sua morte, dalla mostra a Genova all'iniziativa di Fabio Fazio, mi pare sia celebrato in maniera asciutta e sensata. Il che ben si abbina al personaggio. Di De Andrè possiedo tutti i dischi, ascolto le sue canzoni da decenni ed occupa ancora un posto nel mio cuore come nessun altro artista è riuscito a fare. Non vedo in giro nessuno che possa nemmeno avvicinarsi alla grandezza dell'uomo e artista De Andrè.
Ricordo che, l'11 Gennaio 1999, giacevo a letto a casa di mia madre (all'epoca casa mia) per i postumi di una colica renale che mi aveva fatto finire all'ospedale. Entra mia fratello e mi dice che Faber è andato. Una botta. Accendo la televisione e rimango a guardare i servizi dei telegiornali che parlano di lui. Attonito. La cosa peggiore, al di là della perdita, è che non sentiremo più nessuna nuova canzone da parte sua e questo mi sembra, ancor oggi, quasi intollerabile.
Ho incontrato De Andrè due volte, durante la mia attività radiofonica. La prima fu nel 1993, dopo un concerto a Mestre. In quell'occasione, mentre diverse persone ronzavano nel camerino, tra cui Mauro Pagani, Fabrizio fu di una gentilezza estrema. Sorrideva a tutti, mi rilasciò un autografo, parlò con me ed altri del suo concetto di libero mercato che doveva coincidere con il baratto. Feci una foto con lui e me ne andai. Pochi giorni dopo, con orrore estremo, scoprii che la foto non era uscita o, meglio, era uscita a metà: praticamente le mie gambe fotografate vicine a quelle di Fabrizio.
Nel 1997, al PalaFenice di Venezia, aspettai sotto la pioggia l'arrivo di Fabrizio, per quello che sarebbe stato uno dei suoi ultimi concerti. Arrivò in auto, guidata da Luvi. Scese dall'auto ed era di umore nerissimo. Probabilmente non fu molto educato da parte mia precipitarmi da lui chiedendoli una foto: era appena arrivato ed aveva le prove davanti. Mi chiese, con cortesia forzata, di tornare dopo il concerto. Così feci e, in camerino, notavo come trattava un po' tutti: era seccato per conto suo e si concedeva pochissimo. Riuscii ad avere la foto e un secondo autografo. Ma quando tentai di nuovo di parlarci mi disse: "Ancora tu? Se fanno tutti come te, a che ora torno a casa?". Insomma, non c'era verso. Per nessuno, ribadisco. Era in giornata no. Peccato non averlo più incontrato, magari di luna buona.
Oggi, in radio, dedicherò ampio spazio a Fabrizio De Andrè. Sto selezionando le canzoni e ne devo mandare in onda quattro. Ho deciso per queste:
- La canzone dell'amore perduto
- Il testamento di Tito
- Creuza de ma
- Khorakanè

domenica, gennaio 04, 2009

Crimini

A me, francamente, delle spiegazioni israeliane poco m'importa. Legittima difesa va bene. Ma il massacro di civili a Gaza, in queste orrende ore di inizio 2009, NON PUO' ESSERE GIUSTIFICATO. Non si risponde alla violenza con una violenza tripla. Viene da vomitare. Israele deve fermarsi.
Sono crimini di guerra, porca miseria! Ripeto: crimini.
(fonte foto Afp)