mercoledì, ottobre 31, 2007

Che c'azzecca la zucca?

Non scrivo da qualche giorno causa influenza che mi ha costretto a casa. Accidenti ai malanni di stagione!
Momento piuttosto negativo: per la seconda volta ho subito una delusione riguardo il cambio di sede di lavoro. Ultimamente, infatti, era tornata sul piatto la faccenda di un trasloco della mia società. Invece, ahimè, era ancora una pia illusione. Nuovo smacco e nuovo momento di depressione.
Rieccomi qui, a scrivere codice con Visual Studio 2005 con motivazione nulla.
Intanto, anche il mese di Ottobre va in archivio e lo fa con questa festa chiamata Halloween che ci ritroviamo tra i piedi ormai da qualche anno.

Da Wikipedia:
Halloween (corrispondente alla vigilia della festa cristiana di Ognissanti) è il nome di una festa popolare di origine pre-cristiana ora tipicamente americana e canadese. Tuttavia le sue origini antichissime affondano nel più remoto passato delle tradizioni europee: viene fatta infatti risalire al 4000 a.C. quando le popolazioni tribali usavano dividere l'anno in due parti in base alla transumanza del bestiame. Nel periodo fra ottobre e novembre la terra si prepara all'inverno ed era necessario - allora come adesso - ricoverare il bestiame in luogo chiuso per garantirgli la sopravvivenza alla stagione fredda: è questo il periodo di Halloween.

Questa festa, ammettiamolo, è piombata nelle nostre tradizioni esclusivamente per ragioni commerciali. I bambini la trovano divertente e gli insegnanti non disdegnano pertanto di giocare con i costumi da strega, folletto e mostriciattolo. Il tutto, in un mare di zucche.
Eppure, quelli della mia generazione non hanno mai avuto nulla a che fare con Halloween. Al massimo lo conoscevamo dalle strisce di Schultz con le memorabili vicende di Charlie Browen. Noi festeggiavamo Ognissanti e la commemorazione dei defunti, a inizio Novembre.
Halloween non è mai appartenuta alla nostra consuetudine, alla nostra cultura. E' l'ennesima americanizzazione che abbiamo accettato senza porvi resistenza. Ma, dannazione, che ci azzecca l'Italia con l'Halloween made in Usa, quello delle zucche? Niente. Solo che rende commercialmente e quindi eccolo qui.
Se continua così, prima o poi ci faranno festeggiare pure il Thanksgiving, il Ringraziamento. Ingozzandoci di tacchino senza sapere nemmeno perchè.

venerdì, ottobre 26, 2007

Lingua comune

L'altro giorno, accanto a me, c'erano un senegalese e una ragazza orientale che parlavano tra di loro. La cosa che mi ha colpito è che comunicavano in italiano. Non che fosse assurdo: entrambi immigrati, l'unico comune denominatore linguistico era, appunto, la nostra lingua. Sono rimasto incantato ad ascoltare le loro parole e anche la ricchezza dei termini usati, molti dei quali i nostri connazionali si sognano, vittime come sono del dialetto stretto.
Anche ieri, scena simile: due donne, una africana e l'altra di orgini sudamericane. Stesso effetto: buon italiano, utilizzato per comunicare. Mi sono sentito orgoglioso della nostra lingua e del fatto che possa essere fruita anche dagli stranieri provenienti dai vari angoli del mondo come mezzo di comunicazione. Ho capito che l'integrazione non è solo utopia, ma può concretamente realizzarsi dalle piccole cose, da due extracomunitari che hanno imparato ad esprimersi come noi e proprio come noi si intrattengono a parlare del tempo. Effetti del melting pot. Belli. Se vi capita, ascoltateli. Vi renderete conto che nei loro discorsi ci sono le stesse cose che diciamo noi. Quando le parole sono oscure perchè di una lingua che non comprendiamo, tutto sembra nemico. Caduto questo velo, l'altro è meno diverso. Scopri che si lamenta della pioggia come te.

giovedì, ottobre 25, 2007

Cosa dicono di noi

"Considerando gli standard del G8, l'Italia è un Paese strano. Per farla semplice, è una nazione di legislatori ottuagenari eletti da settantenni, i pensionati. Tutti gli altri non contano".
(The Times, 2007)

Stato laico?

Tarcisio Bertone, Cardinal Segretario di Stato della Santa Sede, sull'inchiesta di Curzio Maltese riguardante i costi della Chiesa per gli italiani:
-"Finiamola con questa storia dei finanziamenti alla Chiesa: l'apertura alla fede in Dio porta solo frutti a favore della società".
-"C'è un quotidiano che ogni settimana deve tirare fuori iniziative di questo genere. L'ora di religione è sacrosanta"


Eminenza, qui la fede e le idee c'entrano gran poco. Qui si tratta di vil denaro. E quando si parla di denaro, la sensibilità della Chiesa, bizzarramente, viene sollecitata non poco. Vede, quando si vuole partecipare al pubblico dibattito rivendicando un ruolo di guida (che nessuno vi disconosce, per carità), si deve accettare anche di far parte di questo gioco. Si fanno i conti sui politici, sui cittadini evasori e, malgrado voi, anche sull'apparato ecclesiastico. Maltese ha fatto un'inchiesta e gli italiani hanno tutto il diritto di conoscerne gli esiti. Per il resto, anche ammettendo che la fede porti frutti buoni alla società (ricordando che ci sono anche delle brave persone atee), sono molto perplesso sull'ora di religione. Non sono di quelli che toglierebbero il crocifisso: ne rispetto troppo il significato storico e culturale. Ma continuo a rivendicare la laicità dello stato italiano, conquista che non mi pare - stanti le cose - ancora ultimata. Eminenza, lasci lavorare i giornalisti. Non intimi, semmai spieghi. Se iniziaste a spiegare le cose, qualche pecorella smarrita la potreste recuperare. Invece, si vedono molti mercanti, nel Tempio.

mercoledì, ottobre 24, 2007

Tra me e mio nonno

Mio nonno andava a lavorare a piedi. Partiva la mattina presto per giungere un paio d'ore dopo alla sua vigna, coprendo una distanza di circa cinque chilometri. Mio nonno faceva il vino per passione, consumandosi le scarpe vecchie camminando. Non viveva di questo: durante la settimana si spaccava la schiena lavorando in un cantiere. Come tanti, anche mio nonno era consumato dal lavoro, dall'alimentazione squilibrata e da una vita difficile. Mio nonno morì nel 1949 ed io non l'ho mai conosciuto. Stamattina mi è tornato in mente per il fatto che andasse a lavorare a piedi. L'ho fatto anch'io, in pratica. Un blocco del traffico pauroso e quindi eccomi giù dal pullman a camminare di fianco ai mezzi fermi. Un traffico che ci ammazza, una vita fatta di stress e amarezza. Fare il pendolare è una condanna che penso di non meritare. Odio giornate come questa e odio soprattutto che aumentino anno dopo anno.
Tra me e mio nonno non ci sono molte differenze: a piedi lui, a piedi io (tanto il pullman fa una velocità media paragonabile a quella di un buon camminatore). Ci dividono sessant'anni e un progresso che, in questi casi, è solo sulla carta.

martedì, ottobre 23, 2007

Giù le mani dai blog !

Partecipo anch'io. Sono preoccupato che si possano fare simili proposte, dal momento che queste restrizioni non dovrebbero essere nemmeno ipotizzate.
SOTTO E' RIPORTATO IL POST INTEGRALE DI ALESSANDRO BOTTONI (http://www.partito-pirata.it/?q=node/349).


Come Vice Presidente del Partito Pirata, sono costretto a chiedere ancora una volta la vostra collaborazione per impedire che ci venga tolto ancora un'altro pezzo di democrazia e di libertà. Questa volta è a rischio niente meno che il diritto di esprimere la propria opinione attraverso il web ed i blog, così come sarebbe previsto dall'articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana.


Col favore delle tenebre. No, anzi... delle ferie


In pieno Agosto 2007, mentre l'intero paese era in vacanza, il solerte Ricardo Franco Levi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha presentato un progetto di legge chiaramente concepito con il solo scopo di mettere la museruola a tutti coloro che intendono far sentire la voce della Società Civile attraverso il World Wide Web. La settimana scorsa, nel più assoluto silenzio, questo progetto di legge liberticida ha ottenuto l'approvazione del Consiglio dei Ministri, guidato da Romano Prodi. Ecco come ne ha dato la notizia Repubblica:


ROMA - Consiglio dei ministri del 12 ottobre: il governo approva e manda all'esame del Parlamento il testo che vuole cambiare le regole del gioco del mondo editoriale, per i giornali e anche per Internet. E' un disegno di legge complesso, 20 pagine, 35 articoli, che adesso comincia a seminare il panico in Rete. Chi ha un piccolo sito, perfino chi ha un blog personale vede all'orizzonte obblighi di registrazione, burocrazia, spese impreviste. Soprattutto teme sanzioni penali più forti in caso di diffamazione.


[Da Repubblica del 19 Ottobre 2007]


Scherzetto o balzello?


La prima, e la più grave, conseguenz, di questo scherzo di Halloween del nostro amato Governo è un aumento iperbolico dei costi e delle complessità burocratiche necessari per mantenere in vita un qualunque sito web, compreso un blog personale. In pratica, chiunque volesse pubblicare qualunque cosa (anche le ricette della nonna) su un blog gratuito (come Wordpress o Blogger) sarebbe comunque costretto a registrare la propria “testata giornalistica” presso il famigerato ROC (“Registro degli Operatori di Comunicazione”). Per chi non lo sapesse, il ROC è un database delle persone autorizzate dalla legge a parlare in pubblico, cioè qualcosa che esiste in due soli paesi al mondo: in Italia ed in Cina! Ecco come spiega quello che sta succedendo il quotidiano Repubblica:


“Articolo 6 del disegno di legge. C'è scritto che deve iscriversi al ROC, in uno speciale registro custodito dall'Autorità per le Comunicazioni, chiunque faccia "attività editoriale". L'Autorità non pretende soldi per l'iscrizione, ma l'operazione è faticosa e qualcuno tra i certificati necessari richiede il pagamento del bollo. Attività editoriale - continua il disegno di legge - significa inventare e distribuire un "prodotto editoriale" anche senza guadagnarci. E prodotto editoriale è tutto: è l'informazione, ma è anche qualcosa che "forma" o "intrattiene" il destinatario (articolo 2). I mezzi di diffusione di questo prodotto sono sullo stesso piano, Web incluso.”


[Da Repubblica del 19 Ottobre 2007]


Per legge, una “testata giornalistica” (come “Repubblica Online” o “Punto Informatico”) deve avere un suo Direttore Responsabile e deve essere pubblicata da una Società Editrice. Ovviamente, sia l'uno che l'altro vogliono essere pagati per il lavoro che svolgono e per le responsabilità (anche penali) che si accollano. Altrettanto ovviamente, nessun blogger sarà mai in grado di coprire questi costi. Di conseguenza, la stragrande maggioranza dei blog gestiti da italiani sono destinati a chiudere. Si noti che questo vale anche per i blog pubblicati in altre lingue e su altri mercati. Ciò che conta è infatti la residenza dell'autore.


Questo disegno di legge potrebbe quindi riuscire in qualcosa che nemmeno il giverno Cinese è mai riuscito a mettere in atto: la cancellazione dei blog dalla faccia del pianeta. Incredibilmente, potrebbe riuscire in questa opera senza nemmeno varare una legge che affermi esplicitamente che gestire un blog è illegale. Una azione come questa, infatti, susciterebbe un coro di proteste. Il nostro amato Governo potrebbe riuscire in questa impresa semplicemente innalzando i costi di gestione di un blog ad un livello inaccettabile per gli autori. Un modo molto più sottile e meno appariscente di mettere in atto una delle più odiose forme di censura che si possano concepire.


Il porto d'armi per il Blog


Ma questo è solo uno degli effetti di questo progetto di legge. L'altro è che trasformando i blog in testate giornalistiche si trasformano i blogger in giornalisti de facto ed i loro reati da semplici maracechelle in reati penali di notevole peso. In particolare, il reato di diffamazione commesso da un blogger non sarebbe più “diffamazione semplice” ma “diffamazione a mezzo stampa”. La differenza in termini di anni di galera e di euro di danni da pagare al diffamato è notevole.


In buona sostanza, chiunque volesse ancora dire la sua attraverso un blog dovrebbe agire con la stessa cautela di chi decide di portare un'arma sulla persona.


Le rassicurazioni di Mangiafuoco


Naturalmente, a fronte di un testo di questa gravità, steso nero su bianco, il Sottosegretario Levi sta spendendo una grande quantità di parole (vibrazioni dell'aria tra due persone) per rassicurare i blogger che “No, assolutamente! Non è nostra intenzione chiudere la bocca alla Società Civile ed ai dissidenti”. Ecco come riporta le rassicurazioni del sottosegretario il solito quotidiano “La Repubblica”:


Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e padre della riforma, sdrammatizza: "Lo spirito del nostro progetto non è certo questo. Non abbiamo interesse a toccare i siti amatoriali o i blog personali, non sarebbe praticabile".


[Da Repubblica del 19 Ottobre 2007]


Verba volant, scripta manent....


Ma è possibile una cosa del genere? O ci state prendendo in giro?


Giudicate voi stessi:


Testo della Proposta di Legge del 3 Agosto 2007” sul sito del Governo.


Il Governo riforma l'editoria. Allarme in Rete.” a epubblica Online.


Il Governo vara la Internet Tax.” a Punto Informatico.


La nuova legge sull'editoria del Governo obbligherà tutti i blog e i siti a diventare testate giornalistiche”a Civile.it.


Che fare?


Si può fare qualcosa per contrastare questo ignobile progetto di censura, degno solo della più squallida delle dittature? Si, si può fare qualcosa. Ad esempio, si può spargere la voce. Si può far sapere all'intero paese (e, se possibile, al mondo intero) che un Governo che si autodefinisce di Sinistra, vicino al popolo e difensore della Libertà, sta cercando di cancellare l'intero “fenomeno blog” dal suo ramo di Internet.


Lo si può fare ripubblicando questo testo, così come lo trovate, sui vostri siti web, ovunque possibile. Questo testo, infatti, contiene al suo interno un link a sé stesso. Ripubblicandolo su molti altri siti web si fa in modo che Google (ed altri motori di ricerca) lo innalzino nel loro punteggio (“rank”) e lo presentino tra i loro risultati migliori ogni volta che un internauta cerca il termine “blog”. In questo modo, chiunque sia interessato, anche marginalmente ai blog può essere raggiunto da questo grido di allarme. Per ripubblicare il testo, basta fare un copia&incolla.


lunedì, ottobre 22, 2007

Malanno di stagione

Stoicamente esco di casa per andare al lavoro, nonostante questa specie di influenza che mi ha rovinato il fine settimana e mi ha ridotto un fantasma. Ecco le tappe:
1) Mal di gola leggero, poi deciso;
2) Sparisce il mal di gola, in concomitanza con una leggera febbre;
3) Raffreddore galattico, in grado di farmi inzuppare una decina di pacchetti di fazzoletti di carta;
4) Sparisce il raffreddore, sparisce la febbre e arriva la bronchite: colpi di tosse a non finire, disagio generale, faticaccia a fumare una sigaretta (ma non voglio smettere, ovvio).
Naturalmente, la bronchite potrebbe durare qualche settimana, unita al senso di intasamento alle vie respiratorie. Si chiamano malanni di stagione e sono una vera e propria palla. Scrivo questo post dopo il silenzio totale di questi ultimi due giorni: troppo a terra per arrivare alla tastiera...

venerdì, ottobre 19, 2007

Due chili di software, prego

Spesso, parlando con i commerciali o con chi non ha mai scritto niente di più complicato di un paio di tag html e/o funzioncine in ASP, mi piomba addosso una desolazione preoccupante. Mi sembra che la loro presunzione di "pensare" le soluzioni sia direttamente proporzionale alla loro incompetenza. Quando parlano sembra tutto facile e immediato perchè, nella loro fervida mente, è sufficiente "dire al computer cosa fare". Con buona pace della teoria degli algoritmi, del calcolo computazionale, dell'esperienza derivante da anni e anni a spaccare il bit e via dicendo. "Dire al computer cosa fare", per loro, è la cosa più semplice e, quindi, noi programmatori siamo solo dei volgari manovali che conoscono "la lingua" (non dicono nemmeno linguaggio, a volte). Frustrante. Tutto questo pressapochismo, questo "ordinare il software un tanto al chilo", questo "basta chiederlo a un ragazzino che smanetta un po'con il Visual Basic" (bisognerebbe renderlo fuorilegge, il VB!), questo dire che "scrivere il codice è l'ultimo dei problemi e lo può fare chiunque" eccetera, oltre che a rovinare il fegato dei programmatori (come il mio, già preda del nimesulide), svilisce costantemente una professione che dovrebbe avere una dignità molto elevata, poichè richiede conoscenze e competenze non banali. Per questo motivo, l'"ordinare due chili e mezzo di software e se fa un po' di più lasci pure" è intollerabile. Ma succede praticamente sempre. Con buona pace di chi l'informatica vorrebbe viverla veramente come una professione e non come un hobby.

39

Oggi è il mio compleanno. Finisco la serie del trenta, con questo trentanovesimo genetliaco. L'anno prossimo varcherò una soglia simbolica e, con tutta probabilità, entrerò in paranoia. Ma, per ora, sono 39. Quasi come la febbre che credo di avere addosso, visto che da ieri sono raffreddato e indolenzito per un classico malanno di cambio stagione. Mi sono regalato un' andata al lavoro di circa 2 ore e mezza, causa incidente, e non è stato il modo più carino per cominciare.
Comunque, eccomi con i miei 39 anni addosso. Mi auguro buon compleanno, per quel poco che conta.

giovedì, ottobre 18, 2007

Il successo del Dr. House

Non sempre è il tipo di programma a fare ascolti. Spesso, il successo di pubblico dipende da quale rete trasmette il programma stesso. Caso emblematico quello di ieri sera quando, per la prima volta, il fortunato telefilm "Dr. House" è stato trasmesso in prima serata su Canale 5 e non su Italia 1. Di colpo, la serie con Hugh Laurie ha conquistato un paio di milioni di spettatori in più, battendo nettamente "L'Isola dei Famosi 5" su RaiDue.
Di più, "Dr. House" ieri diviene il telefilm americano più visto degli ultimi 10 anni, incollando 6.305.000 telespettatori totali pari al 27.96% di share. Un trionfo che porta Mediaset a conquistare sia la prima serata con il 45.11% che le intere 24 ore con il 43.14%. I naufraghi della Ventura, da ieri orfani di Francesco Coco e di Manuela Villa (finita sull'"ultima spiaggia") sono finiti al tappeto, totalizzando "solo" 5.463.000 spettatori con uno share del 18,34%.
Effetto esodo verso l'ammiraglia del gruppo, quindi. Questo a prescindere dalla qualità del prodotto "Dr. House", sicuramente un ottimo e godibile telefilm la cui terza stagione sta entrando nella fase finale. Lo seguo, naturalmente, grazie ai Dvd e alle registrazioni dalla tv. A volte, però, lo trovo un po' ripetitivo e poco credibile.
Possibile che, avendo dimostrato almeno un centinaio di volte di aver sempre ragione lui, in ogni episodio i suoi assistenti (Chase, Foreman e Cameron, nonchè la Caddy e Wilson) debbano costantemente dubitare delle sue diagnosi?

mercoledì, ottobre 17, 2007

Lasciamo andare Eluana

Argomento di discussione intenso, quello riguardante la decisione della Corte di Cassazione di aprire un nuovo processo per il caso Eluana Englaro, una poveretta in coma da 15 anni per la quale il padre Beppino, con un'immensa dignità, si sta battendo da sempre, chiedendo di staccare il sondino dell'alimentazione artificiale che la tiene in vita. Rimettere finalmente sul piatto il problema del diritto di ciascuno a morire, prescindendo da costrizioni ideologiche di chiara ispirazione cattolica, potrebbe farci fare un passo in avanti nei diritti civili di quest'Italia simil-teocratica.
Eluana, in stato vegetativo, non vorrebbe starsene così: lo aveva espresso. Avrà diritto si o no ad andarsene in pace senza che per questo si debbano scateneare gli strali vaticani?
Ma, soprattutto, senza che la politica balbetti non sapendo come muoversi e delegando di fatto un giudice alla scelta?Mi piacerebbe chiedere a Veltroni come la vede, a nome del Pd. Balbetterebbe anche lui, visto che ha i teodem all'interno.
Si dibatterà per giorni di eutanasia, di diritto alla morte, di testamento bilogico e tutto il resto. Ma la politica arriverà a un nulla di fatto e ci toccherà pure subire le reprimende di Don Camillo (Ruini, non Fernandel), Bertone e Bagnasco.
L'accanimento terapeutico non dovrebbe essere accettato nemmeno dalla Chiesa, in teoria. Ma per Welby e per la Englaro queste cose non sembrano valere. Per il vecchio papa Giovanni Paolo II, sarebbe invece utile conoscere cosa accadde un paio d'anni fa tra lui e i suoi medici, visto che chiese di essere lasciato andare.
Lasciamo andare Eluana. Chi aspetta il miracolo non può imporre questa visione a tutti gli altri, tantomeno a Beppino Englaro e a chi sogna un'Italia laica e moderna.
Visto che ci sono, comunico questo, a chi mi conosce di persona: se mi trovassi disgraziatamente nella condizione di Eluana, ossia in coma irreversibile per più di sei mesi (diamoci uno spiraglio), VOGLIO CHE STACCHIATE TUTTO. FATEMI ANDARE. IO NON CREDO IN DIO E NEI MIRACOLI, OK? Vale come testamento biologico?

martedì, ottobre 16, 2007

Vittoria annunciata

Nessuna sorpresa. Vittoria annunciata. Ora, Walter il mago deve dimostrare quello che è capace di fare come leader di un partito che nasce apparentemente senz'anima.
Il Partito Democratico rappresenta una sfida ambiziosissima, considerando che deve convincere un po'tutti di essere il nuovo, di essere un contenitore in grado di rappresentare realmente il mondo complesso e contraddittorio del centrosinistra. Più centro, che sinistra. Ecco perchè, mentre parte questa nuova Cosa, io mi sono fermato. Sono rimasto esattamente nello stesso posto dove c'erano i Ds. Un posto che ha invertito le lettere della sua sigla. Ora si chiama Sd. Cosa nascerà dalla Cosa di Mussi non lo so. Ma, pur apprezzando Walter il mago, proprio vicino alla Binetti non mi ci vedo...
quindi resto fermo, con le mie delusioni e le mie speranza. Con la mia generica forma di anti-questa-politica. Un po' grillino, un po' girotondino, un po' dipietrista. Confuso. Aspetto di capire. Comunque, in bocca al lupo, Walter.

lunedì, ottobre 15, 2007

Blog Action Day

Questo post fa parte del Blog Action Day di questo 15 ottobre 2007.


Non abbiamo un pianeta di riserva, mi sembra ovvio. Le fantasie di molti scrittori di fantascienza che parlavano di colonizzazione della galassia, per ora, non sembrano prendere forma concreta. Pertanto, ci resta solo la cara e vecchia Gaia, la Terra.
A volte sembra che ci si dimentichi che è la nostra casa: ogni essere vivente che la popola vi è nato e vi morirà. Questo fatto ci accomuna tutti. Ci vede tutti sulla stessa zatterona, uomini e animali. Vista dallo spazio, la Terra è una bella sfera blu e noi siamo tutti, indissolubilmente, terresti.
Mi torna in mente quella domanda che Reagan fece a Gorbaciov durante il primo colloquio del disgelo: “Presidente, ma se ci attaccassero gli alieni, lei si unirebbe a noi nella lotta per la difesa della Terra?”. Ecco: abbiamo un pianeta da difendere. Ma comincio a credere che il pianeta non debba sempre fare la figura della vittima sacrificale perchè, stiamone certi, in una vera battaglia tra noi e la Terra, sarebbe l'umanità a lasciarci la pelle mediante una bella estinzione globale. Spariti noi, la natura riprenderebbe lentamente il suo posto. Magari anche migliorando, salendo un gradino della scala evolutiva.
Forse è meglio pensare che, piuttosto che agire per difendere il pianeta quasi fosse una nostra concessione, dovremmo farlo perchè è l'unico modo per garantirci la sopravvivenza.
Perfetto: credo che, ragionando in termini egoistici (e in questo siamo tutti bravi), potremmo aumentare la nostra consapevolezza nei riguardi dell'ambiente: difenderlo per sopravvivere. Se l'ambiente collassa, noi siamo tutti fregati. Tutti noi, figli di Gaia.

domenica, ottobre 14, 2007

Mia musica /4 - Pierangelo Bertoli: "A muso duro"

Un "must" della canzone italiana, ad opera di un cantautore indimenticabile che ci ha lasciato ormai da 5 anni. Bertoli ci ha insegnato a non arrenderci mai. Un giorno metterò on-line l'intervista che gli feci molti anni fa, ai tempi della prima guerra in Iraq: devo soltanto trovare il tempo di convertirla dalla mia vecchia musicassetta. Amo molto questa canzone che, spesso, mi ha dato la forza di andare avanti.

venerdì, ottobre 12, 2007

Il Nobel per la Pace ad Al Gore

Un premio meritato? Non ci salvò, nel 2000, da George W.Bush ma, grazie all'impegno di questi anni, sta cercando comunque di salvare il mondo. Paladino dell'ambiente, vince questo Nobel sulla scia del grande impegno, del film "Una scomoda verità" e del Live Earth dello scorso 7/7. Buon per lui. Eppure i critici al suo operato non mancano. Specie chi lo accusa di terrorismo psicologico, al punto da far preoccupare la gente per ogni bizza del tempo.

Studenti in piazza

Oggi gli studenti italiani, sia delle università che delle superiori, sono in piazza per una serie di motivi che mi sento generalmente di condividere. Al di là dell'esperienza catartica di uno sciopero da studente (cosa che ricordo molto volentieri, avendolo praticato più volte), mi pare che ci siano buoni temi sui quali riflettere. I ragazzi chiedono:
1) Più soldi alla scuola pubblica. Come non condividere? Io direi SOLO per la scuola pubblica. Le private, in quanto tali, dovrebbero autofinanziarsi, anzichè ricevere congrui contributi dallo Stato grazie a premurosi ministri come la Moratti;
2) Il non ripristino degli esami di riparazione. Su questo, avendo studiato quando c'erano ed avendo anche provato l'esperienza di essere "rimandato a Settembre", sono invece per riportarli in vita: il sistema dei crediti/debiti non consente un recupero paragonabile alle vecchie estati sui libri per "riparare". Concordo però sul fatto che questo sistema gonfi le tasche (in nero) di professori in vacanza: dovrebbero essere le scuole stesse a tenere corsi di recupero, soffocando questo mercato sotterraneo;
3) No al numero chiuso nelle Università. Concordo, specie dopo le vicende note sui concorsi truccati. Meglio il libero accesso e, magari, smettiamola di aumentare le rette. Lo studio è un diritto per tutti;
4) Maggiori investimenti per la ricerca. Vecchia vicenda che, se fosse affrontata, ridurrebbe il provincialismo italiano di un bel po'.

In sostanza, avessi qualche anno in meno e uno zainetto sulle spalle, sarei in piazza con loro.

giovedì, ottobre 11, 2007

Niente da dire

Mi sono sforzato
ed ho elucubrato
ho letto i giornali
e poi libri, manuali
Cercato argomenti
opinioni, lamenti
Un nulla di fatto
devo prenderne atto
e non voglio mentire
oggi... ho niente da dire.

mercoledì, ottobre 10, 2007

In bilico

Dal momento che il possedere un'esigua maggioranza al Senato costituisce un'attenuante ma non una giustificazione, è palese che la vera iattura dell'esecutivo del Professore è sicuramente la litigiosità dei partiti che lo sostengono, dediti più a curare la personale bottega che la collegialità.
Chi sperava in questa maggioranza si sente frustrato e vorrebbe salvare il salvabile. Per questo motivo, probabilmente, il referendum tra i lavoratori darà come risultato vincente il SI. Della serie "siamo più responsabili noi di chi ci dovrebbe guidare".
Succede così in tante situazioni, dagli uffici ai cantieri. Il sistema si regge sul sacrificio dei pesci piccoli. Per quanto alta sia la torre, il peso si scarica sempre verso il basso.
Ciò non toglie che Prodi cammini perennemente su un terreno minato. Forse non cadrà da sinistra e nemmeno per colpa di Mastella o di Di Pietro. Cadrà per l'astuzia di Dini: buono buono, quatto quatto, il Rospo è riemerso dallo stagno e... gracida gracida.
 
In bilico
tra santi e falsi dei
sorretto da
un'insensata voglia
di equilibrio
e resto qui
sul filo di un rasoio
ad asciugar
parole
che oggi ho steso
e mai dirò
(da "Estate" - Negamaro, 2005)

martedì, ottobre 09, 2007

Referendum aziendale

Referendum sul Welfare. Anche nella mia azienda abbiamo votato, dopo un'assemblea condotta da un delegato Fiom.
Il cuore mi ha detto di votare NO. La testa e la ragion politica mi hanno detto di votare SI. Ho pensato e ripensato. E alla fine ho votato SI, perchè è il voto di chi si accontenta, di chi non vuol far danni. Un voto contrario al mio sentire. Un voto ipocrita. Ma votare NO dove ci porterebbe, stanti le cose? Tanto per citare un grande giornalista, mi sono turato il naso e ho votato SI. Vergognandomi un bel po'.

lunedì, ottobre 08, 2007

Ricreazione


Come bambini terribili e capricciosi. Il tutto ricorda la ricreazione delle elementari. I ministri si sentono liberi di dire tutto quello che passa per la loro testa, tanto il maestro non c'è.
Mastella parla di rischio terrorismo, diretta conseguenza del clima di antipolitica (come mi stufa, questa parola!) che viviamo: da brivido.
Invece, TPS (Tommaso Padoa-Schioppa), il ministro dell'Economia, si lancia in un uno-due mica da poco: prima parla di "bamboccioni", riferendosi ai trentenni che vivono ancora a casa dei genitori e dovrebbero decidersi a levare le tende. Poi, giusto ieri, sostiene che le tasse sono una "cosa bellissima".
Dunque, Mastella a parte (il suo vittimismo è noto, l'eccesso di attacchi contro di lui altrettanto), TPS ha stupito tutti. Il vecchio uomo delle scartoffie e dei conti, si sta rivelando un acrobata del linguaggio. Quelle due frasi, "bamboccioni" e "le tasse sono una cosa bellissima", hanno sollevato un vespaio.
Analisi:- "bamboccioni": errore, perchè si offende una generazione costituita da molti che vorrebbero andarsene dalla casa di mamma e papà, ma con il lavoro che non c'è (o è precario) e i prezzi di case o affitti non possono farlo;- "le tasse sono una cosa bellissima": nessun errore, se letta nel contesto generale. Durante la trasmissione dell'Annunziata, TPS ha detto:''Le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili quali istruzione, sicurezza, ambiente e salute''. E poi: ''Ci puo' essere insoddisfazione sulla qualita' dei servizi che si ricevono in cambio ma non un' opposizione di principio sul fatto che le tasse esistono e che si debbano pagare''.Come non condividere? Errore, semmai, nell'esporsi agli scud della Cdl, maestra da sempre nel metterci in zucca che le tasse sono disumane, inaccettabili, vessatorie e tutto il resto.Diciamo che TPS, in quest'occasione, ha detto una verità offrendo però il fianco al qualunquismo egoista e falsamente liberale di una fetta di Paese.

sabato, ottobre 06, 2007

Di nuovo con Santoro?

Le gogne mediatiche non sono la cosa migliore che si possa fare. I processi in tv sono generalmente discutibili. Attaccare ben due volte, nel giro di pochi giorni, il ministro della Giustizia Clemente Mastella, facendone l'unico esempio della degenerazione della politica non è razionale: l'uomo di Ceppaloni è solo uno dei tanti ed è assurdo imputare solo a lui le colpe. Sulla questione De Magistris, però, le cose cambiano: parliamo di tutt'altra faccenda. Qualcosa che esce dal'alveo dell'"antipolitica & co." e si sposta in quello degli scontri tra istituzioni. In questo caso è necessario tirare per la giacca Mastella e chiedergli conto delle sue azioni; è giusto, insomma, ficcare il naso nella questione che riguarda il trasferimento del pm di Catanzaro.
Così come ha fatto Santoro in "Anno zero". Commettendo un errore, però: ha trattato malissimo l'argomento, lo ha "imbarbarito" (come sostiene D'Avanzo su Repubblica). Con le conseguenze che vediamo in queste ore: dalle dichiarazioni di solidarietà verso Mastella da parte dei colleghi alle sibilline frasi di Prodi, sembra che nessuno abbia gradito il lavoro del giornalista Rai. Tutti a lamentarsi (a torto o a ragione), mentre il guardasigilli è ormai divenuto un asso nel vittimismo: sbarra gli occhioni, allunga il collo e dice incredulo che tutti ce l'hanno con lui.
Di certo è che Santoro poteva far di meglio. Poteva creare meno scompiglio, salvaguardando la limpidezza dell'informazione. Ma le sue colpe, credo, finiscano qui. Non possiamo arrivare a delle dichiarazioni ambigue, tipo quella del Professore, che critica "Anno zero" molto duramente ma chiosa: "non voglio restringerne la libertà".
Che frase è? Prodi NON PUO' restringerne a libertà. Si sta per caso berlusconizzando? Ricorderei al Prof che, qualche anno fa, ci fu il famoso "editto bulgaro" del Cavaliere contro Biagi, Luttazzi e - appunto - Santoro. Furono buttati fuori dalla Rai. Ci indignammo parlando di: attacco alla libertà, bavaglio, regime, dittatura eccetera. E ora loro che pensano di fare? Ributtare fuori Santoro? Come il centrodestra? Non ci provate, cavolo!

venerdì, ottobre 05, 2007

Mia musica /3 - Fabrizio De Andrè: "Coda di lupo"

In questi tempi di difficoltà, mentre la Fiom va contro la Cgil, perchè non riscoprire una perla del grande, immenso Faber? Con la metafora degli indiani, si parla proprio dell'"autunno caldo" di tanti anni or sono.
Adoro questa canzone, come del resto tutta la produzione del maestro.

giovedì, ottobre 04, 2007

I speak Italiano

Per una volta si può anche essere d'accordo con Mastella. Giorni fa, ha abbandonato per protesta una riunione di ministri europei perchè non era stata predisposta la traduzione simultanea in italiano. Mastella si è appellato al nostro ordinamento che non prevede gerarchie linguistiche e, pertanto, ha sbattuto la porta.
Ora: sicuramente non è bello che un ministro se ne vada ed è altrettanto deprecabile che la maggior parte dei nostri politici non conosca nessuna lingua straniera. D'altro canto, però, Mastella ha battuto un colpo a favore dell'italiano e questa cosa mi è piaciuta, soprattutto perchè, conoscendo lui il francese, poteva anche rimanere al tavolo europeo.
Diciamocela tutta: abbiamo una lingua meravigliosa e ricca e non fa piacere vederla perennemente confinata al nostro territorio. Ma la cosa più grave è che l'italiano, oltre che ad essere assassinato quotidianamente da una televisione che ha perso l'uso del congiuntivo, è continuamente messo da parte per far posto all'inglese. Ecco nascere il concetto di "welfare" anzichè "stato sociale", di "serial killer" invece di "assassino seriale" o, peggio ancora, di manifestazioni quali il "Tax Day", il "Family Day" o il "V-Day".
Per questi ultimi casi, perchè non usiamo "Tasse Dì", "Famiglia Dì" e via dicendo? Sembra che i mass media (rieccoci: gli organi di informazione) facciano a gara ad introdurre nel linguaggio quotidiano parole anglosassoni. Dovremmo amare un po' di più la nostra lingua. Difenderla, come fanno i francesi con la loro. Garantirne l'integrità e la bellezza e, al massimo, mandare in pensione i dialetti, ancora troppo parlati oggigiorno, sebbene siano un patrimonio culturale.
Salviamo l'italiano. Difendiamolo in Europa ed arginiamo il colonialismo linguistico, per evitare che i nostri discendenti, un giorno, parlino con l'accento texano, come George W.Bush.

mercoledì, ottobre 03, 2007

Orsi

Cinque orsi morti nel Parco nazionale d'Abruzzo. Più due lupi.
Chi diavolo ha fatto tutto questo?
Da animalista convinto, sono inorridito.

martedì, ottobre 02, 2007

Consigli e pareri

Non dispenso consigli. Non credo di esserne in grado, non ho la presunzione di avere delle "regole di vita" da insegnare agli altri. Anzi, credo che in generale ciascuno di noi abbia ben pochi titoli per insegnare a vivere al prossimo. Ogni esperienza di vita è individuale, indissolubilmente legata ai tanti fattori che l'hanno determinata. Ecco perchè non fornisco consigli ma pareri. A chi mi chiede come la penso, quindi, offro una semplice opinione disinteressata.
Così mi è accaduto di dare il mio modesto parere ad una persona in difficoltà: una ragazza (mia parente) che si è scoperta incinta ed è nella più cupa disperazione perchè non se la sente di portare avanti la sua gravidanza. Ebbene, le ho dato un parere: secondo me deve guardarsi dentro e seguire il suo istinto. Un figlio non desiderato non può a priori essere considerato una benedizione. Anzi, può segnare drammaticamente un'esistenza, imponendo cambiamenti di rotta che possono risultare poi intollerabili. Quindi, le ho detto che, secondo me, dovrebbe anche vagliare l'ipotesi di interrompere la gravidanza, come lei stessa predica al contrario di tutti gli altri. Ho aggiunto che, comunque, mai l'avrei giudicata, indipendentemente dalla sua prossima scelta.
Mi ha ringraziato per le mie parole.
Poco dopo, mi sono sentito accusare dalle persone a lei vicine di essere un insensibile e di averle consigliato l'aborto. Nulla di più falso, naturalmente. Le ho solo detto di riflettere bene e di valutare seriamente anche quest'opzione. Figuriamoci se mi arrogo il diritto di spingerla ad abortire!
Sono peggiore io che le dico di riflettere o chi, invece, non considera nemmeno concepibile quest'opzione? Chi, in senso assoluto, non ascolta più la voce di questa persona e vuol decidere per lei? Chi le dice che ora deve solo sacrificarsi e pensare al figlio che arriverà?
Non voglio farmi trascinare dentro a questa vicenda. Specie quando si riempie di preconcetti, di "volontà del Signore" e via dicendo.
Non ho dato consigli, ma solo un parere. Probabilmente, in certi casi, è meglio fare lo gnorri, allinearsi al comune sentire o, meglio ancora, zittirsi.

lunedì, ottobre 01, 2007

October Risiko

Ore difficili per il governo. La faccenda del Welfare sembra una matassa sempre più intricata.
La "sinistra antagonista", come la definisce la stampa filogovernativa (cielo, quanto è schiarata "La Repubblica"!) proprio non manda giù il protocollo firmato dai sindacati che Prodi, naturalmente, non intende modificare. Il tutto potrebbe portare ad una crisi di governo, specialmente se le consultazioni nelle aziende arriveranno a dire no all'intesa. Sarebbe la vittoria della Fiom e una sonora sberla ai sindacati, in particolar modo ad Epifani e la sua Cgil.
In sostanza, il governo verrebbe bastonato dai lavoratori e dalla sinistra della maggioranza.
Ma è plausibile che Diliberto, Pecoraro, Mussi e Giordano si prendano realmente la responsabilità di far cadere Prodi? Può essere ancora una volta la sinistra a far cadere il professore?
Credo sia più realista l'ipotesi dei centristi in movimento, in particolare Lamberto Dini, che ormai si sente soffocare dentro questa coalizione e avrebbe già venduto l'anima al Cavaliere. Inoltre c'è Mastella, impegnato ad intercettare i voti in uscita dalla Margherita, sgozzata sull'altare del Pd. Un gran movimento, insomma.
Sullo sfondo, una Finanziaria che non accontenta tutti ma non sembra essere la peggiore concepibile: ci sono anche alcune cose "sociali", oltre alle tradizionali concessioni a Confindustria.
Prodi naviga a vista, conscio di poter cadere da un momento all'altro, vittima di congiure di Palazzo. Berlusconi, dietro l'angolo, sogghigna ed è pronto a tornare. Ne ha ben donde: quando riprenderà il potere lo farà in grande stile e senza nessuna differenza rispetto al 2001. Il suo conflitto d'interessi è ancora lì e nessuno dei "comunisti" lo ha guarito. Che importa se poi Bossi sbraita e parla di lotte di liberazione nel Nord? Tanto, si sa, basta dire che "l'Umberto l'è fatto così".
Insomma, sopravviverà quest'esecutivo? L'agendina è fitta fitta...
Il 14 p.v. nascerà il Pd e ne assaggeremo gli esiti: prevedo un'emorragia di persone dai Ds e dai Dl.
Il 20 p.v. ci sarà la manifestazione sul Welfare di parti del governo contro il governo.
Il tutto, anticipato dagli esiti del referendum nelle aziende (a Mirafiori è già tensione).
Credo che, nei prossimi giorni, ci sarà da divertirsi. Per non piangere, ovviamente.